Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "La valigia di chi resta" di Gina Baragiola, recensione di Davide Dotto

La valigia di chi resta, di Gina Baragiola, I Sognatori, 2017. Dramma, romanzo bellico e racconto storico, un miscuglio nel quale i sentimenti sono la somma dei sacrifici che si è disposti a fare per essi.

Forse si chiamerà Estinzione, pensai, cercherò di estinguere tutto ciò che mi viene in mente, tutto ciò che verrà messo per iscritto in quella mia Estinzione verrà estinto, mi dissi.
di Thomas Bernhard, "Estinzione"
Siamo nella Bologna degli anni Cinquanta, ci muoviamo tra un bar della stazione dove Agnese lavora, e l'appartamento di un palazzone popolare in cui riposa, riflette, scrive.
Se l'esistenza è un viaggio, non sa quale sia il suo capolinea, né da che luogo sia partita. È rimasta all'oscuro di troppe cose perché possa orientarsi. La affiancano tre compagni (benefattori che elargivano sorrisi e carezze) che ha conosciuto quando viveva nel collegio che ha lasciato da un anno e che, abbandonata alla ruota degli esposti, l'ha accolta.
La littorina consegnatale al momento dell'uscita dal convento, ormai maggiorenne, riassume perfettamente la sua condizione. A essa possono aggiungersi i vagoni, davanti e dietro, a seconda del luogo in cui deve andare. Essi rappresentano storie del passato compiute, con un principio, uno sviluppo, una conclusione. Altre però sono appena abbozzate, rivolte a un futuro di cui ha paura.
La lettura e la scrittura fanno il resto: Agnese ha sempre tenuto un diario che occultava alle suore, poi ci sono stati i libri, e i tre anziani che si raccolgono allo stesso tavolo del bar della stazione e sembrano vegliare su di lei: Primo, detto il Toscanaccio, Tarcisio, Enrico che depone sulla cassa romanzi che scambia con la ragazza. La quale predilige vicende che non nascondono nulla e si narrano per intero, non importa in che modo si chiudano (o comincino). Inconsciamente si appropria di destini che si incrociano, si separano, si sfiorano di nuovo, quasi a supplire (o esorcizzare) la mancanza di notizie delle sue origini:
Non c'è un prima o un dopo, per lei, solo un durante che tutto confonde e tutto annulla.
Al gruppo si unisce il giovane Tommy, che fatica a ritagliarsi un ruolo e che appare essere un elemento perturbatore, pronto in seguito a interpretare una parte importante.
Se, come si dice all'inizio del romanzo, Agnese spera che il buio del tunnel in cui si trova prima o poi abbia fine, la luce deve giungere a tempo debito, senza accecarla. L'importante è non bruciare le tappe. Le conviene, insomma, tenere altro viaggio.
È una situazione sospesa che in qualche maniera si sbloccherà, se ciascuno accetterà di fare sacrificio di sé, rivivendo il passato e affrontando le proprie traversie, rivelando la rotta nella quale si è inoltrato. Avviene, per impulso di Agnese che riversa quegli stessi racconti (il Treno delle Alpi, il Treno della Bassa, il Treno degli Appennini) sulla pagina scritta, qualcosa che spesso procede per il verso contrario. Non sono forse i personaggi a imporre la propria presenza, eternamente a caccia d'autore, smaniosi di deporre il fardello che pesa al fine di affrancarsene? Agnese, depositaria di esso, a sua volta avrà bisogno di liberarsene (estinguere) tramite l'alchimia della scrittura.
Ne La valigia di chi resta si combinano due prospettive speculari che racchiudono un percorso lineare, fatto di un prima (la recherche proustiana di un tempo perduto, non vissuto) e di un dopo da riconquistare.

La-valigia-di-chi-resta

La valigia di chi resta

La valigia di chi resta segue le vicende di una ragazza dal passato arcano (verrà chiarito inoltrandosi nella lettura) che, ponendosi come interlocutrice prediletta di tre uomini, finirà per narrarne le tragiche vicende di un tempo. 
Perché nell’arco di due guerre ognuno di essi ha perso qualcosa: chi la ragione, chi il grande amore e chi il migliore degli amici. 
La valigia di chi resta si colloca al centro di un crocevia che mischia dramma, romanzo bellico e racconto storico, un miscuglio nel quale i sentimenti (per citare lo scrittore John Galsworthy) si rivelano per quello che sono: la somma dei sacrifici che si è disposti a fare per essi.


di Gina Baragiola | I Sognatori | Narrativa
ISBN 978889506893 | cartaceo € 9,90


Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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