Giorgio Mangherini, espatriato a Londra, e la sua passione per il monopattino acrobatico, che lo ha portato a vincere numerosi premi e a partecipare al programma televisivo Tu si que vales.
Oggi abbiamo il piacere di ospitare un ragazzo molto giovane che non si tira certo indietro di fronte alle sfide. Ha praticato numerosi sport, ma ha raggiunto l'eccellenza nel monopattino acrobatico, cosa che lo ha portato a vincere vari premi e a partecipare con successo anche a un famoso format televisivo (Tu si que vales).
Ora sta facendo un'esperienza lavorativa a Londra e ci racconterà la sua vita di sportivo e di espatriato.
Ciao Giorgio, benvenuto nel nostro sito. Tu non sei uno scrittore, ma un ragazzo giovane e decisamente dinamico. Per rompere il ghiaccio parlaci un po’ di te: chi è Giorgio Mangherini nella vita di tutti i giorni?
Ciao, ho 20 anni e vivo a Londra da circa 5 mesi. Sono nato a Torino e ho frequentato l'ITIS Pininfarina di Moncalieri. Fin da piccolo ho avuto la passione per lo sport, praticandone diversi come calcio, nuoto, pattinaggio, snowboard, pallacanestro e monopattino. La pallacanestro è stato lo sport che ho praticato per più tempo iniziando dal Reba Basket a Torino e successivamente alla PMS Moncalieri. Ora sono a Londra e faccio il Barista per una caffetteria molto conosciuta qui, Pret a manger, ma il mio obbiettivo qui è imparare l’inglese e studiare un po’!
Una passione per lo stunt scooter, o monopattino acrobatico. Come e quando è nata? Cosa ti ha attratto di questo sport e quando hai capito che era quello a cui volevi dedicarti?
Questa passione è nata un po’ senza volerla. Mio cugino si stava appassionando alla BMX, dato che i trick (acrobazie) di base sono gli stessi del monopattino, abbiamo cominciato a provarli anche su un monopattino che usavamo da bambini. Io avevo 15 anni e anche solo andarci, perché era l’unica cosa che sapevo fare insieme a saltare piccoli ostacoli, mi faceva sentire felice e questo mi ha appassionato. A quell’età giocavo ancora a pallacanestro, ma dentro di me pensavo sempre ad andare sul monopattino. Un giorno ho conosciuto su Facebook Emanuel Poato, un ragazzo poco più grande di me che già faceva questo sport a Torino, e da lì è nata una amicizia che ancora oggi è forte.
Una domanda indiscreta… Quante ore ti alleni alla settimana per essere così bravo?
Qualche anno fa potevo allenarmi (“girare” in gergo) 3-4 volte a settimana per 3 ore circa, dove però si alternavano una risata e la merenda con gli amici. Ora con il lavoro e il meteo, che qui a Londra non è dei migliori, riesco ad allenarmi 1-2 volte a settimana e, sinceramente, la cosa un po’ mi dispiace.
Il monopattino ti ha portato già delle belle soddisfazioni, infatti hai vinto diversi premi. Ce li vuoi elencare? Qual è il più significativo per te, quello che è legato a qualche emozione o evento particolare?
Ho vinto dei premi in gare locali a Torino, Valli di Lanzo e a Riva del Garda.
Il più significativo è quello di Torino perché è una gara che si fa da circa 4 anni e ogni volta arrivavo secondo dietro al mio amico Emanuel, ma quest’anno sono riuscito a vincere, ahah!
A parte gli scherzi, in Italia non ci sono molte competizioni e per ora la soddisfazione è vedere tutti i miei amici più piccoli che migliorano e portano avanti qualcosa che posso dire di avere spinto dalle origini.
Raccontaci della tua partecipazione a Tu si que vales. Chi o cosa ti ha spinto a iscriverti?
Tu si que vales è stata una cosa molto improvvisa. Non dimenticherò mai che ero in macchina con un mio amico che tornavamo a casa dallo skatepark e mi arriva la chiamata di Emanuel: “Gio andiamo a Tu si que vales!”
Io sono rimasto senza parole; ok non conoscevo la trasmissione, ma sapevo il format e mi sono subito agitato ed esaltato. La nostra iscrizione resta un mistero perché né io né Ema avevamo fatto la richiesta di partecipazione (non so perché, ma penso che sia stata mia madre ;-) ). Dopo meno di una settimana sono andato a Roma per il provino e due giorni dopo eravamo lì a provare su questa rampa enorme che ci avevano messo a disposizione. Noi non avevamo mai usato una rampa così grande e ammetto che non è stato facile girarci (usarla). Ancora adesso sento l’emozione che avevo a saltarla...
Come hai vissuto l’esibizione in televisione? Come un momento emozionante o come un’occasione in più per divertirti?
Se devo essere sincero ero super emozionato e gasato. La nostra “esibizione” era registrata la sera verso le 21 e per fortuna abbiamo avuto un giorno e mezzo per allenarci su quella rampa. Quelli della produzione ci avevano detto che avremmo avuto a disposizione 2-3 minuti per fare tutto e di trovare un “trick” per chiudere la nostra esibizione.
Prima di entrare ho pensato: “ok, fallo per te e spacca tutto!”.
Alla fine ero molto soddisfatto di noi e mi ero anche divertito tantissimo e i giudici ci hanno sorpreso con tre sì e un 100% dal pubblico (che era molto raro), sapendo che i giudici erano molto severi. Persino Francesco Sole è venuto a complimentarsi dopo la fine delle registrazioni.
La cosa in più di quel viaggio è che ci hanno permesso di fare una visita a Roma for free, che non è mai male, ahah!
Adesso vivi a Londra. Nel nostro sito molte volte abbiamo ospitato degli espatriati che ci hanno raccontato la loro esperienza all’estero. Com’è per te vivere in UK?
La vita in UK è molto “busy”, come si dice qui, ma allo stesso tempo ti offre un sacco di opportunità. Io sono partito dall’Italia con una conoscenza della lingua non troppo alta, ma nonostante tutto dopo pochissimi giorni avevo trovato un lavoro decente che mi sta permettendo di migliorare il livello di conoscenza dell’inglese e soprattutto di vivere l’esperienza della vita in modo autonomo. Essere in UK però mi sta impedendo di crescere con e di stare vicino ai miei genitori e di fare esperienze insieme ai miei amici.
Come si concilia la vita a Londra con il tuo impegno sportivo? Andare là ti ha comportato rinunce o si è trasformato in un’opportunità in più per il monopattino?
Purtroppo non come vorrei. L’Inghilterra offre molte opportunità per lo sport che pratico, molte di più dell’Italia come strutture più curate o addirittura al chiuso. Il problema è che con il lavoro e molto spesso il meteo non riesco ad avere abbastanza tempo per allenarmi e migliorare come mi piacerebbe.
Progetti e piani per il futuro?
Per ora vorrei continuare a vivere cosi per qualche mese e probabilmente a settembre iniziare l’università.
Grazie Giorgio di essere stato con noi. In bocca al lupo per tutto!
Elena Genero Santoro Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni. Perché ne sono innamorata, Montag. L’occasione di una vita, Lettere Animate. Immagina di aver sognato, PubGold. Un errore di gioventù, 0111 Edizioni. Gli Angeli del Bar di Fronte, 0111 Edizioni. Il tesoro dentro, 0111 Edizioni. |
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