Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "Mi hanno fatto sedere qui" di Francesca Cuzzocrea, recensione di Ornella Nalon

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Mi hanno fatto sedere qui, di Francesca Cuzzocrea, Lettere Animate, 2016. Un tema forte come la demenza senile, dai primi vuoti di memoria sino al totale black out dei ricordi, senza trascurare le difficoltà e il dolore dei familiari.

Avevo acquistato da tempo  l'ebook di questo breve romanzo, ma ogni volta che aprivo il mio kindle, in me si verificava un conflitto: la voglia di leggerlo, perché ne avevo sentito parlare bene, si scontrava con quel timore scaramantico che si prova di fronte a certe tematiche delicate come la morte e la malattia. In particolare, il tipo di malattia toccato da questo romanzo, ossia la demenza senile, non solo mi turbava in considerazione della rilevante possibilità di soffrirne personalmente negli anni futuri, ma rischiava di smuovere anche dei ricordi dolorosi legati al passato. Ciò nonostante, molto stoicamente, ho deciso di intraprenderne la lettura e devo dire che l'esperienza è stata molto meno penosa del previsto. 
La protagonista è Adele, una dolce signora neppure tanto anziana, vedova e madre di due figlie che, inizialmente, si accorge di soffrire di alcuni vuoti di memoria i quali, con il tempo, diventano sempre più frequenti, sino a farla entrare in una dimensione in cui il reale si confonde con la fantasia, il presente con il passato
Mi presento: sono Adele. O almeno, quello che rimane di lei. Sono un piccolo sussurro della sua coscienza, nascosta in un angolo sempre più buio della sua memoria. 

Il romanzo inizia con la protagonista che si trova già allo stadio avanzato dell'infermità e ospite di una casa di riposo. 

Si viene a conoscenza del suoi trascorsi attraverso alcuni flashback i quali, inizialmente, ci portano agli esordi della sua storia d'amore con l'uomo che poi diventerà suo marito. Sin qui, ho creduto di approcciarmi a una trama simile a quella ben nota di “Le pagine della nostra vita” di Nicholas Sparks, ma non è stato propriamente così. Credo che l'intenzione dell'autrice non fosse quella di scrivere soltanto di una terribile malattia in grado di cancellare i ricordi di un'intera esistenza, ma anche di parlare di quante e quali ripercussioni la stessa possa avere sull'intera famiglia del sofferente.
Infatti, a un certo punto, il flusso dei ricordi di Adele si è interrotto e Sofia, la figlia maggiore, si è aggiunta come coprotagonista. Questa è la figlia che si è fatta maggiormente carico delle difficoltà derivanti dal dover gestire la madre con gravi problemi cognitivi, prima accogliendola in seno alla propria famiglia e poi, non essendo più in grado di gestirla, assumendosi la responsabilità morale di allontanarla per il ricovero in una struttura esterna.

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Pensavo che la parte più brutta della malattia di nostra madre, fosse la malattia stessa. Errore. Il peggio in assoluto sono i sensi di colpa che si provano quando si capisce che farsi in quattro, rinunciare alla propria vita sociale e a quella famigliare non basta. Era una lotta interiore continua. Metterla in struttura per me voleva dire aver fallito come figlia. Era un dolore che non riuscivo a contenere, pensavo a mio padre da lassù, chissà che opinione aveva di me. 

Inoltre, l'autrice ha evidenziato, con il comportamento della seconda figlia, un approccio del tutto diverso di fronte a tale problema. 

Liza preferisce scappare, mettere un po' di distanza tra lei, la madre e la sorella, con l'assurda aspirazione di non subire alcun coinvolgimento e sconvolgimento della propria routine. Tuttavia, comprenderà solo più tardi che così facendo, aggraverà il suo stato emotivo, aggiungendo alla inevitabile sofferenza anche un fortissimo senso di colpa
Ce l’avevo con tutti, ma in realtà detestavo me stessa. Odiavo il solo pensiero che delle persone estranee riuscissero a prendersi cura di lei meglio di quanto potessi fare io da figlia. 
I miei complimenti a Francesca Cuzzocrea per essere riuscita a trattare un argomento così forte  con estrema delicatezza, dimostrando una sensibilità che credevo provenisse da un'esperienza diretta e che invece, solo dopo avere letto i ringraziamenti, ho supposto derivi dalla sua professione che la porta a contatto con persone anziane e i loro familiari, fermo restando che, anche in questo caso, tale qualità non sia del tutto scontata.


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Mi hanno fatto sedere qui

"Mi presento: sono Adele. O almeno, quello che rimane di lei. Sono un piccolo sussurro della sua coscienza, nascosta in un angolo sempre più buio della sua memoria... La mia voce è sempre più sottile, ma finché esisterò racconterò di me. Penso, dunque esisto. Ancora".
È in questo modo che la protagonista del romanzo, Adele, ci introduce nella sua realtà alterata dalla demenza senile, di cui soffre.
Con lei e le sue due figlie percorreremo il tortuoso cammino della malattia, che segnerà in modo indelebile le loro vite e i loro rapporti famigliari. 

di Francesca Cuzzocrea | Lettere Animate | Narrativa
ISBN 886882535X | ebook 1,99€ | cartaceo 8,42€



Ornella-Nalon

Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.


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