Andrea Caschetto, ventiseienne siciliano, dalla malattia, una rinnovata energia per portare un sorriso a tutti i bambini del mondo. I suoi viaggi, la sua vita, nel suo romanzo d'esordio "Dove nasce l'arcobaleno", edito da Giunti.
«Andrea, hai un tumore nel cervello».
Quando sentii quella frase, non ebbi paura. Forse perché avevo solo 15 anni, forse perché avevo la testa altrove. Scappai di notte dal mio reparto con il camice bianco per andare in una sala a guardare una partita di calcio in televisione, era quella la mia unica paura, il risultato di una partita. Quella notte fu la mia ultima notte piena di ricordi.
Dieci anni fa, esattamente in questo istante, Francesco Dimeco con la sua equipe mi stavano operando al Besta di Milano. L'operazione era difficile, rischiavo di perdere la parola o qualcosa in più. Ma il medico è stato un fenomeno. Ebbi un solo fastidio nel tempo di attesa dovuto a questa operazione, la data. Il 2 Novembre? Mi chiedevo scherzando, perché mi avessero messo in questa data che puzzava di morte. Fra gli amici e i parenti ero l'unico che ci ridevo su.
Mi misero sotto i ferri. Il risveglio è stato più difficile del previsto, avevo la difficoltà nell'esprimermi, nel mandare segnali di comprensione. Iniziai a farmi portare per quell'ospedale sulla sedia a rotelle, poi anche in città. Le persone mi fissavano, ma quando muovevo la testa per guardarle, automaticamente toglievano lo sguardo.
Prima dell'operazione non studiavo mai e avevo voti altissimi. Seguivo per bene le lezioni e non avevo bisogno di fare esercizi a casa. Dopo mi ritrovai smemorato e con una concentrazione pessima, non memorizzavo più niente. Il cortisone mi fece diventare un cocomero e mi ritrovai ad essere senza pretendenti. Tutte le ragazze che mi corteggiavano in precedenza mi dicevano che ero bello per il carattere, ma dopo l'operazione galvanizzarono nel nulla.
Andai tutti i giorni a fare lezioni private di tutte le materie, i dati che mi spiegavano morivano la sera con il mio sonno. Notti che da allora le passo senza sogni, o forse, dimentico anche loro. Persi quell'anno scolastico, perché i professori pensarono che me ne volessi approfittare, che la mia memoria era una scusa perché mi seccava studiare, chiamarono la mia operazione all'emisfero sinistro, un piccolo interventuccio.
Il 2 Novembre che data, a tutti rappresenta la morte e a me, la vita. Tutti iniziarono a chiamarmi memoria zero, adoravo quel soprannome. Ogni cosa triste, veniva dimenticata. Fu straordinario come in quell'estate, vari professori del liceo di altri corsi, mi contattarono, invitandomi a ripartire con loro. Che avremmo trovato insieme un metodo per non farmi vedere lo studio, impossibile. Così feci, cambiai corso e iniziai a svolgere le interrogazioni a piccole dosi e i compiti con le formule davanti. I nuovi professori mi volevano bene.
Pian piano svanì il mio sogno di diventare magistrato per combattere contro la mafia, perché fare giurisprudenza in questo modo non era la soluzione ideale.
Quattro anni dopo andai in Africa per la prima volta. Al mio ritorno in Sicilia ero sorpreso, mi ricordavo tutti i volti dei bambini, le attività che avevamo fatto, le emozioni provate. Così ho iniziato a chiedermi il perché di questi ricordi. Ho scoperto grazie a Gianni Golfera, che tutto ciò che colpisce i nostri sentimenti rimane per sempre nella memoria a lungo termine. Così ho iniziato a memorizzare con le emozioni e le immagini. Con questo metodo ho preso una laurea e un master e ho recuperato una buona parte della memoria. Ancora oggi affronto le mie giornate così.
Ormai i controlli sono più una scusa per incontrare il mio neurologo, caro amico Giuseppe Didato, perché sono sicuro che non avrò più niente e se lo dovessi riavere, lo riaffronterei con la stessa tranquillità. Anche per questo motivo ho deciso di fare questo viaggio, il giro del mondo per gli orfanotrofi. Per ricordarmelo per sempre. Ancora oggi ci sono città del mio viaggio che non mi ricordo come si chiamano, ma pazienza, l'importante è ricordarsi come fare ridere e divertire i bambini....
E poi un messaggio per tutti voi, non abbiate bisogno di un tumore per amare qualcosa che rischiamo di perdere ogni giorno. Affrontate le vostre giornate ringraziando la vita. Solo così tutti i vostri problemi, non saranno solo tali, ma saranno delle piccole situazioni da trasformare in positività nel miglior tempo possibile.
Grazie a mia mamma che non ha avuto bisogno della mia operazione per capire l'importanza che avessi per lei. Grazie per chi condividerà la storia e mi aiuterà a diffondere il mio progetto: Dove nasce l'arcobaleno, il mio libro in vendita nelle librerie da fine 2016.
Andrea e Cicatrice vi augurano una giornata speciale.
dalla pagina Facebook di Andrea Caschetto
Ora Andrea Caschetto ha 26 anni ed è un giovane spigliato, brillante, intraprendente che della sua malattia conserva quasi soltanto una lunga cicatrice sul capo che mostra con orgoglio come fosse il simbolo del suo modo di essere e di vivere.
Forse è grazie a quella cicatrice che Andrea non è un giovane come tanti, con una laurea in tasca ma che fatica a trovare la sua posizione nel mondo, bensì una persona che sa esattamente cosa vuole e come fare per ottenerla. Perché lui ha saputo cogliere le sue due più grandi passioni, i viaggi e i bambini, e ne ha fatto una missione. Il suo compito è quello di portare il sorriso alla maggior parte dei bimbi orfani sparsi in ogni angolo del globo.Ho conosciuto i bambini e il loro sorriso mi ha sciolto. Quegli occhi che brillano, il desiderio del contatto, gli abbracci, le piccole mani che stringono, chiedono attenzione, reclamano amore, e a te sembra di non averne abbastanza per tutti. Hai voglia di piangere, ti pare impossibile che il male prenda questi angeli, però non puoi, hanno diritto al sorriso ‒ almeno quello ‒ e tu devi darti da fare per darlo, un risarcimento al dolore. Ho cominciato così.Ha scritto questo dopo essere stato all'inaugurazione di un centro pediatrico a Johannesburg realizzato grazie a fondi donati in beneficenza ed è stata la molla che ha fatto scattare il suo fantastico progetto: il “Grande Viaggio delle Emozioni” per donare sorrisi e riceverne altrettanti.
L'Ambasciatore del sorriso ha così iniziato il suo viaggio che lo ha condotto in Asia, in Africa e in America Latina, paesi raggiunti con un budget iniziale di 4.000 euro che aveva risparmiato con il suo lavoro ma che presto sono finiti, senza per questo spegnere il suo entusiasmo e la determinazione. Ha continuato a viaggiare con mezzi di fortuna, a mangiare come e quando poteva, a riposare grazie all'ospitalità delle persone che incontrava oppure dove capitava, sostenuto dalla sua forza interiore e dall'appoggio morale dei suoi fans che attraverso il web seguivano le sue avventure. E anche se non sono mancati momenti di sconforto, dopo avere assistito a scene tristi e dolorose ed essersi scontrato con dure realtà che hanno messo a rischio anche la sua stessa incolumità, il sorriso dei bambini che ha fatto giocare, ballare, ridere e divertire, lo ha ampiamente ripagato di tutto.
Grazie alla sua instancabile ed encomiabile attività, lo scorso marzo, in occasione della giornata della felicità, Andrea Caschetto è stato invitato a un'assemblea dell'Onu in cui ha tenuto un discorso che è stato accolto con una standing ovation.
Per fissare i suoi ricordi in maniera indelebile e per rendere partecipi tutti noi della sua fantastica esperienza, Andrea ha scritto un libro, “Dove nasce l’arcobaleno” pubblicato da Giunti.
Il ricavato delle vendite sarà devoluto in beneficenza. Una parte di essi è già stata destinata ad Africa Milele Onlus per la costruzione della “Ludoteca nella Savana” a Chakama, in Kenya.
Ho sempre creduto alle coincidenze, e durante il mio giro del mondo ho rafforzato questa convinzione. I sentieri della vita sono un crocevia di incontri e di scambi, di trovarsi, perdersi e rovarsi di nuovo: questo è il succo dell'esistenza, l'essere sempre in viaggio, se non con il corpo, perlomeno con la mente, per uscire dai confini del nostro quotidiano, per ascoltare l'altro e comprenderne le ragioni, per vedere nuove albe e nuovi tramonti. E scoprire che, nonostante le diversità, siamo nati tutti sotto lo stesso cielo.
Ornella Nalon I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie. “Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore “Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni “Ad ali spiegate”, Edizioni Montag “Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni. |
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