Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "Immagina di aver sognato" di Elena Genero Santoro, recensione di Stefania Bergo

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Immagina di aver sognato, di Elena Genero Santoro, PubGold, 2016. Vicende differenti, personaggi eterogenei, per un nuovo capitolo della saga sentimentale introspettiva di Futura e Patrick.

Immagina di aver sognato” è il terzo capitolo della saga di Futura e Patrick, iniziata con “Perché ne sono innamorata”, Edizioni Montag, e “L’occasione di una vita”, Lettere Animate. Una serie fortunata che, come preannunciato dall'autrice Elena Genero Santoro, comprenderà altri sei libri, oltre a questi e al nono volume, “Un errore di gioventù” uscito nel 2014 con 0111 Edizioni, che ho già avuto il piacere di leggere.
Si è trattato quindi, per me, di andare a ritroso nella vita di Futura e Patrick, giovani sposi alle prese con il loro desiderio di avere finalmente un figlio  (in “L’occasione di una vita” i due avevano dovuto affrontare una gravidanza inattesa, finita poi con un aborto spontaneo) per completare la loro unione felice, sebbene non idilliaca. Malgrado il titolo possa suggerire il contrario, infatti, la narrazione è molto realistica, come in tutti i romanzi della Santoro. Non ci sono coppie perfette, storie perfette, amori perfetti. Gli innamorati hanno cenni di sbandamento, le relazioni attraversano momenti che mettono a dura prova le unioni, la felicità appare a volte incrinata dall'incertezza sul futuro. Così, come accade nella vita reale. E in questo sta la bravura di questa autrice, nel descrivere situazioni assolutamente reali, probabili e sempre legate a temi importanti, come la violenza di genere, la pena di morte, l'adozione, i disturbi alimentari, l'immigrazione, l'abbandono, l'elaborazione del lutto, tanto per citarne alcuni.

Londra. In un quadro di serenità ed equilibrio matrimoniale, aiutato anche dalla stabilità economica di una carriera, quella di Patrick, in ascesa, irrompono, come sempre nei romanzi di questa serie, molti altri personaggi, alcuni dai precedenti capitoli. 

Una caratteristica, questa, che accosta i romanzi di Elena Genero Santoro a fiction televisive dinamiche, commedie brillanti, a tratti drammatiche, con continui cambi di scena, siano essi definiti da luoghi o da punti di vista differenti. Le descrizioni degli eventi e la caratterizzazione dei personaggi è infatti talmente efficace che non riesce difficile "vedere" le scene narrate e interpretare ogni nuovo capitolo come la semplice variazione dell'inquadratura della telecamera.
Mentre torna Claire, collega stacanovista, per lavorare gomito a gomito con Patrick, malgrado le perplessità e l'ostruzionismo iniziali di Futura (intuito femminile?), Pietro, fratellastro di Patrick, viene praticamente abbandonato alla giovane coppia da un padre le cui priorità sembrano essere solo godersi la vita con la sua giovane seconda moglie. Perfetto per una coppia che desidera un figlio, vero? Ideale per fare le prove generali. Se non fosse che il piccolo si presenta fin da subito problematico, quasi un drogato di ansiolitici in preda a una crisi d'astinenza. Con delicatezza e in sordina, ma in modo a mio avviso efficace, la Santoro tocca il tema delle intolleranze alimentari e delle diagnosi, e conseguenti cure, a volte sbagliate quando si tratta di disturbi non comuni, soprattutto nei bambini. 
La scena si trasferisce in Italia, nella casa delle vacanze di Imperia. E come se non bastasse, al menagé non propriamente tranquillo si aggiungono Manuela, volontaria della casa di accoglienza per donne maltrattate, la sua superficialità e i due figli di Massimo, gestore della stessa struttura, gravemente ammalato e quindi non in grado di occuparsi di loro mentre la moglie è impegnata in una tournée come ragazza immagine nelle discoteche della riviera. Infine, giunge Mac, il vicino di casa londinese desideroso di anonimato.

In tutto questo, lo stress e le incomprensioni, le situazioni a volte grottesche ed esasperanti, rischiano di allontanare gli sposi. 

Un susseguirsi di colpi di scena che terranno i lettori sospesi fino all'ultima pagina di questa commedia sentimentale, introspettiva, che non perde occasione di parlare anche di violenza di genere, argomento che sta a cuore all'autrice, qui solo come inciso, un cameo che ben si fonde con la narrazione, non risultando affatto fuori posto, anzi, suggerendo ulteriori riflessioni.
Le diverse vicende di personaggi tanto eterogenei sono ancora una volta il pretesto di Elena Genero Santoro per parlare di argomenti differenti, come dicevo, in modo raffinato e scorrevole. Concludendo sempre e comunque con un lieto fine, che è poi quello che ci auspichiamo accada anche nella realtà. Del resto, questo romanzo è, a detta dell'autrice, quello scritto nel mood più dolce, dondolando il suo bimbo appena nato. E, infatti, i veri protagonisti sono i bambini, a mio avviso. Non mi sorprende, quindi, che lasci addosso una diffusa sensazione di visione onirica interrotta dal sorgere del sole. 

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Immagina di aver sognato

Futura e Patrick sono freschi sposini. La carriera di Patrick è in ascesa, la felicità è a portata di mano e le vacanze sono dietro l’angolo. Quale periodo migliore per concepire il loro primo un bambino?
L’incanto è rotto da Gualtiero, lo scriteriato padre di Patrick, che, incapace di onorare i propri doveri di genitore e di marito, affida ai giovani sposi Pietro, il figlio di due anni nato dal suo secondo matrimonio, e si dilegua subito dopo per un tempo indeterminato. Pietro si rivela da subito un bambino problematico e ingestibile e porta Futura e Patrick dritti filati all’esaurimento.
Le cose non migliorano quando, giunti in Italia, Futura e Patrick accettano di ospitare nella loro casa al mare anche Sergio e Caterina, i figli di Massimo che è gravemente ammalato.
La baraonda arriverà al punto limite quando sotto il loro tetto si troveranno anche Manuela, sempre alla ricerca del sogno romantico, Mac, il vicino di casa irlandese circondato da un alone di mistero, e Claire, la collega di Patrick in via di redenzione, che, dopo aver provato a fargli le scarpe una volta, ora vuole dimostrare di essere cambiata.
E poi c’è un infermiere intransigente e burbero che assomiglia come una goccia d’acqua a un noto politico italiano…
Una commedia sentimentale, introspettiva, con una venatura ironica.

 di Elena Genero Santoro | PubGold | Narrativa 
ISBN 978-8856777178 | ebook 2,99€ | cartaceo 13,00€


Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione).


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