Gli scrittori della porta accanto

[Libri] Leonardo Guerriero presenta "La ribelle" nell'intervista di Silvia Pattarini

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In anteprima La ribelle, di Leonardo Guerriero, Amazon, 2017. Una storia di disagio mentale, di amore continuamente negato, una discesa agli inferi della psichiatria al femminile.


La-ribelle

La ribelle

di Leonardo Guerriero
Amazon
Narrativa
ISBN 978-8867714100 
cartaceo 12,43 €
ebook 4,99 €

Ispirato ad una storia vera, La Ribelle è un romanzo che narra le vicende di Francesca e Leonardo. Ritrovatisi dopo 28 anni, i due protagonisti si attraggono e cominciano ad intrattenere una relazione.
Ben presto Leonardo viene a sapere che Francesca è affetta da Disturbo della personalità Borderline. Leonardo entra suo malgrado in contatto con un mondo a lui sconosciuto, cadenzato da psicofarmaci, autolesionismo, ricoveri psichiatrici e tentativi di suicidio.
La scelta più scontata sarebbe di voltare la testa dall’altra parte e fuggire. Pur impaurito Leonardo sceglie di rimanere con lei e se ne innamora, condividendo le sue eco malinconiche come le fiammate improvvise.
Scritta da chi quotidianamente convive con una borderline, La Ribelle è una testimonianza denuncia che toglie il velo ad un fenomeno di massa sistematicamente ignorato. Non un trattato scientifico, non la biografia autoreferenziale di una borderline, ma l’affermazione che non si nasce borderline, che chi ne soffre non ne è colpevole e non bisogna averne paura. La Ribelle è una storia di disagio mentale, di amore di continuo negato, una discesa agli inferi della psichiatria al femminile.
Parte rilevante dell’Opera è deputata a dare spazio alle voci dei Borderline. Nel tempo l’Autore ha raccolto dai social testimonianze di intimo dolore vissuto in solitudine con assoluta dignità. Parole struggenti, di profonda umanità.


L'autore racconta 




Oggi è di nuovo con noi Leonardo Guerriero a presentarci il suo romanzo "La ribelle". Come è nata l’idea di questo libro? È nata prima la trama o il titolo?
Non si può parlare di “idea” Silvia, perché La Ribelle è una testimonianza di vita reale. Qualche tempo fa ho conosciuto una donna che si chiama Francesca. Tutto normale direi, sin qui. Però… Qualche sera dopo essermici messo insieme è accaduto che lei, in un momento di distrazione, si sfilasse i larghi bracciali che sempre indossava. Mi si è gelata la schiena nel vedere tratteggiati sui suoi polsi quei segni, delle inequivocabili cicatrici. Ben presto ho scoperto che lei soffre del Disturbo della personalità Borderline che l’ha portata a tentare il suicidio più volte. A quel punto avevo due opzioni: voltare la testa e fuggire, oppure raccontare una storia. Per la verità ve n’era anche una terza: innamorarmi di lei.
Quanto al titolo è mia abitudine trarlo da una frase che mi piace, e che sia coerente con la storia, In genere mi capita verso la fine del lavoro. Ecco la frase incriminata: 
Francesca, tu non hai colpe. Hai cercato invano di fuggire dal buio della tua vita. Con le tue effimere forze hai tentato di ribellarti, ma l’unica forma di ribellione della quale hai potuto è stata tentare di rivolgere l’arma verso te stessa, estremo urlo di dolore di fronte all’amore che di continuo ti è stato negato.

Appartiene a un genere ben definito o accorpa più generi?
La Ribelle è un romanzo denuncia che toglie il velo ad un fenomeno sociale contemporaneo molto più diffuso di quanto si pensi: il disturbo della personalità borderline e/o bipolare che colpisce il 2% della popolazione, per il 80% donne, anche molto giovani. Le storie di queste persone sono caratterizzate da episodi di inaudita violenza psicologica maturati soprattutto in famiglia, da abbandoni seriali, da condizioni di emarginazione, ed hanno molto spesso - troppo spesso - epiloghi drammatici.

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Si rivolge a un target di pubblico specifico?
Mi affido a Stefania Crepaldi, editor professionista di Editor Romanzi. Nella sua video-recensione consiglia la lettura de La Ribelle a tutti. Lungi da me però la pretesa di aver scritto un manuale di sopravvivenza per chi direttamente o indirettamente è coinvolto nel fenomeno. La Ribelle è solo una testimonianza che spero possa essere utile a qualcuno.

A monte del romanzo c'è un lavoro di ricerca e documentazione o non si è reso necessario?
È stato effettuato un lavoro imponente Silvia, soprattutto dal punto di vista emotivo. Mai nella vita avevo affrontato argomenti come la psichiatria, le benzodiazepine ed neurolettici, la rianimazione ed i tentativi di suicidio. Ricordo che mi tremavano le mani nell’aprire le pagine internet che si occupavano di tali argomenti. Di più: sono entrato in contatto con gruppi di persone che soffrono di questo disagio mentale. Parte rilevante dell’Opera è deputata a dare spazio alle voci dei Borderline. In questo viaggio ho raccolto dai social testimonianze di intimo dolore vissuto in solitudine con assoluta dignità. Parole struggenti, di profonda umanità. Credimi Silvia, queste sono persone dotate di sensibilità ed intelligenza ben superiore alla media.

Invoglia il lettore a leggere il tuo libro, definiscilo in tre aggettivi.
Lascio la parola ai lettori. Mi riferisco ai titoli delle ultime recensioni verificate che La Ribelle ha ricevuto su Amazon: “Travolgente…”, “Potente…”, “Mi sono commossa…”.

Stralci d’autore: lasciaci ancora una volta uno spaccato accattivante tratto dal tuo romanzo La Ribelle.
Amarti è come vivere sulle montagne russe. Tu sei una creatura che nel giro di un’ora può passare dall’essere una donna felice ad una donna morta. Senza preavviso.Quando ci siamo messi insieme ho avuto paura. Paura di un mondo che non conoscevo, di fronte al quale mi sono sentito inerme, impotente. All’inizio costante era il terrore di tornare a casa e trovarti agonizzante, o morta. Poi alla paura lentamente mi sono abituato. Mi sono documentato, mi sono confrontato. Vivere con te mi ha permesso di raggiungere un traguardo che ritenevo impossibile: capirti.
Ho capito che bisogna dare dignità alla tua sofferenza, che bisogna validare ogni tuo repentino cambiamento d’umore. Ho capito che sei dentro a un pozzo profondo, che c’è una forza che talvolta ti impedisce di alzarti, di fare qualsiasi cosa, persino pensare. Ho dato un senso al tuo essere spaventata, delusa, furibonda, piena di vergogna; al tuo sentirti bambina fragile senza corazza, in balia degli eventi esterni.
Il nostro quotidiano è fatto di scatti d’ira incontrollati, di pianti disperati, di periodi di profonda depressione. Un quotidiano di amore che va avanti nonostante l’immenso male che tu hai dovuto subire nel corso della tua esistenza. Ed è forse questo il punto.
Tu non sei nata borderline: tu sei stata maltrattata ed abbandonata oltre ogni limite umano, soprattutto da tua madre. Francesca, tu non hai colpe. Hai cercato invano di fuggire dal buio della tua vita. Con le tue effimere forze hai tentato di ribellarti, ma l’unica forma di ribellione della quale hai potuto è stata tentare di rivolgere l’arma verso te stessa, estremo urlo di dolore di fronte all’amore che di continuo ti è stato negato.Non è stato facile Francesca, però voglio che tu sappia che ogni qualvolta ne avrai bisogno ti prenderò sempre in braccio. Senza paura.

Il tuo romanzo si fa portavoce di qualche messaggio particolare, o si propone esclusivamente di intrattenere il lettore?
È da millenni che il disagio psichico è stato riconosciuto in quanto tale. Eppure ancora oggi i più, soprattutto amici e parenti, tendono a voltare la testa dall’altra parte: “Sforzati, reagisci, la vita è dura per tutti, cosa credi? Bisogna scuotersi, devi farcela con le tue forze”. E chi soffre del Disturbo della personalità Borderline, oltre che disperato, si sente colpevole. Inferiore agli altri. Un incapace, un debole che si approfitta di quanti lavorano e si sacrificano per lui. Si condanna alla solitudine, a vivere nel silenzio perché avverte la riprovazione ed il disprezzo degli altri, che però hanno torto. Hanno torto perché i borderline hanno tutto il diritto di vivere in pace. Possibilmente amati.

Grazie per essere stato con noi, Leonardo, e per questa tua testimonianza. In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri e un grande abbraccio a Francesca.

Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.


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