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Santo Domingo a cinque mesi: il primo volo di Amy

Santo Domingo a cinque mesi: il primo volo di Amy

Mamme in viaggio Di Valentina Gerini. A Santo Domingo con Amy, cinque mesi: paure e perplessità di una neomamma alle prese col primo viaggio in aereo della figlia.

Sono in ospedale. Lei ha soltanto due giorni di vita, io 27 anni ma sono nata con lei una seconda volta. L'ostetrica sta facendo un breve corso su come fare il bagno ai neonati e come trattarli in questi primi giorni di vita. «Vi prego, aspettate almeno che compiano un mese prima di portarli in aereo...», dice, guardando me. Evidentemente ce l'ho scritto in fronte che sono una viaggiatrice incallita.
Ecco, io ne aspetto cinque, di mesi, anziché uno, prima di andare in vacanza. Voglio portarla a Santo Domingo, a trovare la nonna e le zie.

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Primo volo in assoluto per la mia piccolina.
La preparazione è impegnativa: non ho mai viaggiato con un neonato e non so bene cosa potrebbe servire in volo. Da sola ho sempre portato lo stretto indispensabile, ma con un neonato? Cosa portare? E poi a cinque mesi Amy deve iniziare lo svezzamento: pappe, cartoni di latte in polvere (perché ha una dermatite atopica passeggera...). Mia madre allunga ogni giorno il suo elenco immaginario di cose "strettamente necessarie". E poi tutte quelle domande della gente che deve per forza renderti la vita difficile o crearti dubbi. «Ma sei pazza a viaggiare con una bimba così piccola? Io con mio figlio ho aspettato che avesse 6 anni prima di salire su un aereo», «Vai in erboristeria e fatti dare delle goccioline, un calmante, insomma qualcosa che tu le possa dare se fa i capricci in volo. Vuoi passare dieci ore con lei che ti strilla nelle orecchie?», «Secondo me è meglio che ti porti un bel po' da mangiare, così le dai i suoi alimenti a Santo Domingo».

Io, però, sono testarda come un mulo. Se a Santo Domingo le donne partoriscono e crescono figli, sicuramente troverò dei vestiti qualora dovessero servirmi, troverò anche cibo per neonati e tanta, tanta frutta fresca che da noi quasi ci sogniamo. 

Inoltre, se mia figlia mi assomiglia almeno un poco, non farà storie in viaggio e, se per caso dovesse farle, io sarò al suo fianco, per calmarla.
Come sempre, seguo il mio istinto di viaggiatrice che, mescolato a quello di mamma, trovo sia decisamente infallibile. Quindi prendo la mia decisione: io e mia figlia partiamo, cascasse il mondo. Anche se sono un'amante del fai da te, la nostra prima vacanza la prenoto in agenzia, per una questione di convenienza economica: il pacchetto volo + hotel per una parte del soggiorno costa meno, stavolta. Bene, così mi stipulano anche la polizza assicurativa, che non manca mai quando viaggio. Con i bambini, poi, è sempre meglio farla.


Partiremo da Milano e atterreremo all'aeroporto de La Romana, con un volo diretto Alitalia, charterizzato da Eden Viaggi. Passeremo una settimana in hotel (perché io, mamma tuttofare, ho assoluto bisogno di non dover cucinare e pulire un appartamento almeno per una settimana!) e 15 giorni in giro tra la casa della nonna e qualche altro hotel meno turistico.

Le palme di Bayahibe - Mamme in viaggio

La lista delle cose da portare in valigia con un neonato e la culla in aereo.

Itinerario stabilito, adesso pensiamo ai bagagli. Pensando e ripensando a cosa sia assolutamente necessario portare in cabina e cosa sia invece sufficiente portare nel bagaglio da stiva, scrivo la seguente lista per il bagaglio a mano:
  • 2 biberon
  • 1 litro di latte per neonati
  • 2 omogenizzati di frutta
  • una decina di bavaglini (perché Amy sta mettendo i destini e sbava come un San Bernardo)
  • una decina di pannolini
  • 1 pacco di salviette umide per neonati
  • 2 cambi completi
  • 2 ciucci
  • un paio di giochi
  • il suo inseparabile telo masai che usiamo per dormire
  • Tachipirina
  • un medicinale omeopatico o naturale per la nausea/vomito
  • delle goccioline per il dolore alle orecchie
SUGGERIMENTO
Se vostro figlio soffre di mal di mare o mal di macchina e prevedete che possa trovare fastidioso volare, soprattutto nelle fasi di decollo e atterraggio, può essere utile tenere a portata di mano qualcosa di naturale per aiutare il senso di nausea. Io ho sempre con me Nausil, un integratore alimentare a base di zenzero. Se invece vostro figlio soffre di otite o sapete che le sue orecchie spesso presentano molto cerume, tenete a portata di mano delle gocce che aiutino ad ammorbidirlo e a prevenire il dolore che il troppo cerume può causare per il cambiamento di pressione, come Dolomir, un coadiuvante specifico per la detenzione del condotto uditivo a base di mirra.

Nel bagaglio da stiva, oltre ai vestiti per entrambe, metto anche una scatola di latte in polvere e qualche omogenizzato di frutta.

Arriviamo a Malpensa ed Amy è sveglia e pimpante. Si guarda attorno, chissà che pensa. Viaggiando con un infante, trovo che siano tutti molto gentili con noi. Siamo i primi a fare il check in e i primi a salire in aereo. Teniamo con noi il passeggino fino a quando non arriviamo alle scalette del velivolo, in pista. Lì, lo prendono in consegna gli addetti ai lavori. Lo rivedremo a Santo Domingo.
Saliti in aereo (un charter Alitalia che prevede un volo diretto a La Romana) le hostess mi chiedono se voglio la culla. Ma certo! La culla è essenziale quando si viaggia con un infant. Dopo il take off la culla verrà posizionata sulla parete di fronte al mio sedile. Perfetto.
Mi viene consegnata una cintura, da legare alla mia, per poter mettere in sicurezza la bambina. Quindi Amy si appoggia su di me, sulla mia pancia, la lego e siamo pronte.

L'aereo inizia a muoversi e piano piano si stacca da terra. Lei non fa una piega, né un lamento o una smorfia. 

Addirittura la vedo aprire e chiudere gli occhi in maniera stanca, con lo sguardo assonnato succhia il ciuccio come a tenerselo stretto da qualche malintenzionato che vuole rubarglielo e poi si addormenta. Nel frattempo le hostess si avvicinano e attaccano la culla alla parete. Una scatola di stoffa blu, adatta per neonati di lunghezza fino a 80 centimetri. Sgancio le nostre cinture di sicurezza, prendo Amy con gentilezza, la appoggio nella culla, la lego con le cinture che trovo alle pareti di questo letto ad alta quota e la copro, l'aria è un po' fredda in cabina. Adesso è fatta. Siamo sistemate. Lei dorme beata. Sembra nata per volare.

Amy a Santo Domingo - Mamme in viaggio

In volo...

Io mi rilasso un poco, accendo il monitor, metto le cuffie e scelgo un film. Sono così emozionata che non riesco a chiedere occhio al momento! Il tempo passa e lei si sveglia solo una volta. Lo fa urlando ma il rumore dell'aeromobile in volo ovatta un poco le sue grida, per fortuna. Ha fame, così chiedo alla hostess se per cortesia può scaldarmi un po' di latte. Qualche minuto dopo la signorina torna con il biberon bello caldo ed Amy può così riempire il suo pancino. Successivamente decido di cambiarle il pannolino, così vado alla toilette. So che c'è un fasciatoio ma prima d'ora non ho mai fatto caso a dove si trovi. Chiudo la porta e scansiono il piccolo bagno di due metri quadrati. Proprio sulla parete laterale, accanto al wc, scorgo un piano che si può aprire e stendere. Eccolo! Certo, non è abbastanza lungo per un cambio pannolini come si deve e in bagno non c'è nemmeno abbastanza spazio per muoversi liberamente, ma si può fare. In fondo, io ed Amy siamo viaggiatrici e ci sappiamo adattare a tutto! Pulite e profumate, usciamo e torniamo ai nostri posti. Gli altri passeggeri ci guardano mentre camminiamo lungo il corridoio. «Ma che carina!», «E che brava, non si è mai sentita fino a ora», commentano alcuni. Effettivamente non possono dire che abbia disturbato il loro volo! Le do un bacio a stampo sulla fronte, perché sono proprio orgogliosa di avere una bambina così brava. Una piccola, dolce cucciola viaggiatrice.
Giusto il tempo di qualche coccola, qualche risatina, una canzoncina ed Amy si riaddormenta. Sarà la pressione, lo sbattimento, la stanchezza del viaggio da Pisa a Malpensa, la situazione generale, il rumore... Fatto sta che lei dorme tutto il tempo. Dieci ore di volo sembrano volare, io riesco a vedere un film, a riposare e a arriviamo a La Romana che mi sembrano passate appena tre o quattro ore.

Prima di atterrare la cambio, la preparo alla calura che ci accoglierà una volta aperto il portellone dell'aeromobile. 

Sono previsti 28°C e a Milano ce n'erano soltanto dieci. Via la maglia a manica lunga, via i pantaloni. A volte tendiamo a coprire molto i neonati, con il terrore che una insignificante corrente d'aria possa far loro venire una polmonite. Loro non parlano e non possono dirci se hanno freddo o caldo. Come ci possiamo regolare allora? La pediatra mi ha insegnato a prendere me stessa come riferimento per quanto riguarda la sensazione di caldo o di freddo che mia figlia può avere. Se io sento caldo perché fuori ci sono 30°C, mia figlia sarà sicuramente accaldata quanto me. Se fa freddo, basta che metta una mano sul petto della mia piccolina per sentire se il suo corpicino è freddo oppure no. Se è freddo allora molto probabilmente Amy sta meglio con un maglioncino in più. Quindi, visto che siamo ai Caraibi, un bel body a canottiera e un paio di calzini saranno sufficienti. Una goduria. La vedo sgambettare felice, sta sicuramente meglio senza tutti quei vestiti che le impediscono i movimenti. Rotea i piedi a destra, poi a sinistra, quasi a sgranchirsi e preparasi all'atterraggio. 

Inizia la vacanza: il primo bagno nell'oceano, la piscina e la frutta fresca.

Amy in piscina a Santo Domingo - Memme in viaggio

Atterriamo, scendiamo, espletiamo le formalità d'entrata. Lei col suo ciuccio, seduta sul passeggino, ciondola in avanti per vedere, osservare, controllare. Usciamo dall'aeroporto e saliamo su un autobus che ci porta in hotel. La prima cosa che faccio, una volta arrivata in camera, è spogliarmi e indossare un abito leggero. Poi andiamo al ristorante, che si trova proprio in spiaggia, con Amy che scalpita alla vista di quell'oceano cristallino che luccica. Mi avvicino a un tavolo e penso a come sistemare la piccola, in modo tale da non doverla tenere in braccio mentre mi alzo per andare a prendere da mangiare. Mi viene un'idea! L'arte di arrangiarsi, che la mia famiglia dominicana mi ha trasmesso, mi suggerisce di posizionare la scocca del passeggino sulla sedia di plastica, così da improvvisare un seggiolone. La lego ben salda alla seduta, le metto un asciugamano dietro la schiena per evitare che sudi troppo a contatto con la stoffa del passeggino e mi dirigo a prendere da mangiare. A lei faccio assaggiare un pezzo di ananas. Mentre io mangio un'insalata fresca e saporita, lei succhia l'ananas soddisfatta. (con i suoi due dentini cerca di  morderlo ma non ci riesce e allora si accontenta di succhiare).

Dopo l'ananas è il momento dell'oceano. Costume, bandana, crema. 

Anche troppa crema. Sembra un fantasma da quanta crema le ho messo. Capisco che la prossima volta non devo esagerare così! Le metto anche il pannolino da acqua, che avevo messo nel bagaglio da stiva. Tutto è pronto per il suo primo bagno: acqua dei Caraibi arriviamo!
La spiaggia è bianca e leggermente calda. L'oceano è una vera meraviglia. L'acqua è così cristallina da stentare a credere che sia vera. Il gioco di luci che i raggi del sole creano a contatto con il mare rapisce lo sguardo della bambina. Così ci fermiamo a riva a guardare l'acqua, lo scintillio la incanta. Poi piano piano, passetto dopo passetto,  entriamo. Lei non fa un verso, un pianto, o un sorriso. Sembra imbambolata. Chissà cosa sta provando? Mi faccio fare qualche foto, per immortalare questo momento speciale, così che anche lei possa un giorno rivedersi nel suo primo bagno ai Caraibi. Rimaniamo a mollo per qualche minuto e io sono soddisfatta come se avessi scalato una montagna a piedi scalzi! Io e lei in spiaggia, a Bayahibe. Un sogno che è divenuto realtà. Avevo lasciato questo posto da sola e adesso ci sono tornata con mia figlia. Lei sorride a tutti e sembra davvero contenta di essere arrivata in Repubblica Dominicana.


Fuso orario. Concediamo il tempo ai più piccoli di adattarsi in maniera naturale.

La piccina è visibilmente stanca dopo il bagno in mare e si addormenta seduta sul passeggino, all'improvviso. Qua è ancora giorno, ma in Italia l'orologio segna mezzanotte. Ci sono cinque ore in più. Non la costringo a rimanere sveglia, come invece faccio con me stessa per prendere subito abitudine con l'orario giusto. Lei è piccola e ha i suoi tempi. Il suo corpo si abituerà pian pianino al nuovo orario, giorno dopo giorno. E se, per darle da mangiare, dovrò svegliarmi di notte fino alla partenza, non ha importanza. Lo farò, purché, di questo cambio orario, ne risenta solo in maniera naturale e non forzata.
Da quel giorno non ci siamo fatte mancare niente. Lei dormiva quando aveva sonno e mangiava quando aveva fame, ma mi ha sempre seguita in ogni attività. Siamo state in spiaggia, in piscina, ad Altos de Chavon, dalla nonna e in chiesa. In chiesa? Sì, in chiesa. Ho deciso di battezzare Amy a Bayahibe, in una graziosa chiesina fronte mare dove il parroco si è offerto di celebrare la funzione con un preavviso di un paio di giorni. Mia madre ci teneva che Amy fosse battezzata (io sinceramente ho altre credenze e altri pensieri) e alla fine mi sono detta: che cambia un segno della croce in più o in meno sulla fronte di mia figlia? Se un giorno vorrà seguire la strada che sia la nonna materna che paterna le stanno indicando, si sarà già incamminata. Altrimenti avremo soltanto trascorso un paio d'ore in una chiesa vista mare ai Caraibi. Così, battesimo effettuato, siamo andati tutti a festeggiare in spiaggia, in un ristorante proprio in riva al mare.

Il battesimo di Amy sulla spiaggia di Bayahibe.

Valentina-Gerini

Valentina Gerini
Ho due grandi passioni: i viaggi e la scrittura. Dei viaggi ne ho fatto la mia professione, diventando accompagnatrice turistica. La scrittura è il mio hobby. Mi piace avere una vita piena di cose da fare: sono una mamma, lavoro, collaboro con un mensile toscano, mi impegno a portare avanti il progetto Gli scrittori della porta accanto e scrivo libri.
Volevo un marito nero, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione)
La notte delle stelle cadenti, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione).


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