Il filò, un mondo scomparso: i racconti e le storie narrati dai contadini nelle stalle e tramandati fino a noi.
Si chiamava “filò” ed era quel momento della giornata in cui i contadini potevano finalmente ritagliarsi un attimo per loro, per stare in compagnia, per riposare e soprattutto per raccontare.
Il filò si svolgeva la sera, solitamente nelle stalle con le mucche e i vitelli perché, specialmente in inverno e in montagna, dove il freddo è sempre pungente, quello era il luogo più caldo di tutti e il fiato delle bestie contribuiva a rendere confortevole l'ambiente. Vi partecipavano tutti, donne, uomini e bambini e mentre gli animali mangiavano o riposavano partiva il filò.
Potevano essere, inizialmente, solo chiacchiere sulla giornata appena trascorsa, un raccontarsi reciproco - potevano partecipare anche persone del vicinato - su cosa fosse stato fatto durante la giornata o commenti sul lavoro nei campi, nelle stalle, sul tempo, sul raccolto. Ma il filò erano anche i racconti che la gente narrava in quei momenti di pace, racconti orali che avevano il pregio di passare di bocca in bocca e di generazione in generazione e così di venire tramandati. Il filò, insomma, era un luogo in cui si raccontavano storie di ogni genere, per lo più paurose se c'erano bambini, tanto per spaventarli un po'.
Chi raccontava aveva l'attenzione di tutti i presenti che a narrazione finita potevano raccontare poi la propria storia e in seguito innescare una sorta di passaparola che è riuscito a portarle, piccole e grandi, fino ai nostri giorni.
Il filò era una tradizione di un mondo contadino ormai scomparso. Certo in montagna per fortuna ancora esistono le stalle, chi decide di continuare o di iniziare a fare il contadino e l'allevatore, ma quel senso di comunità, quel momento in cui raccontare stando insieme era tutto, si è perso per sempre. Era un modo per socializzare ma anche una vera e propria tradizione di racconti, leggende e aneddoti.
Anche i miei nonni, come tutti un tempo nelle piccole valli di montagna, avevano una stalla con le mucche, anche da loro si svolgevano i filò ma devo dire che anche dopo, quando smisero questa attività, per me sono sempre stati dei buoni “raccontatori” di storie, anche se le narravano in cucina, accanto al focolare e quelle più paurose, devo dire, erano anche quelle che mi piacevano di più.
In questi tempi con ritmi forsennati, bisognerebbe forse ritrovare a sera un momento per stare insieme e raccontare ancora storie, per far rivivere almeno un poco quel filò di una volta e fare in modo che le storie stesse non si perdano ma continuino a vivere in chi le racconta o in chi, partendo da una tradizione orale, le faccia diventare qualcosa da leggere in un libro.
Lara Zavatteri Classe 1980, vive e lavora nel paese di Mezzana in val di Sole (Trentino). Iscritta all'Ordine nell'elenco dei pubblicisti dal 2000, scrive articoli di cultura, ambiente e attualità locale. È anche blogger e autrice di libri. Guardando le stelle,Un cane di nome Giuliano, Risparmia Subito!, Amici per sempre, Cuor di Corteccia, Sopravvissuti, Youcanprint. Reset, Photocity.it. La strada di casa, Edizioni del Faro. Agata. Come un funerale ti salva la vita, Youcanprint. |
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