Le farfalle di Kerguélen, di Sonia Carboncini, Senso inverso edizioni, 2017. Un diario gelosamente custodito, verità scomode, resilienza, spirito di adattamento, grandi ali colorate per librarsi al di sopra di tutto.
Ci sono libri che ti vengono a cercare, così mi è capitato con questo bellissimo romanzo di Sonia Carboncini, Le farfalle di Kerguélen.
Ho avuto il piacere di intervistare Sonia Carbonicini tempo fa e ho trovato il titolo talmente intrigante che ho voluto leggerlo. Mi sono praticamente tuffata tra le pagine: la storia di Isabel mi ha letteralmente rapita.
Un destino avverso l’ha costretta a scontrarsi con un passato amaro e menzognero: una famiglia che le dato tante “cose” materiali, un’istruzione, ma così avara negli affetti, così fredda e distaccata che è meglio fuggire via al più presto.
Ma ecco materializzarsi i fantasmi di un passato, così pesante da sopportare per una sola persona, che non le permettono di vivere appieno il futuro, o meglio, è riuscita a sopravvivere per resilienza, per la sua grande capacità di adattamento, come le farfalle delle Kerguélen. Come spiega l’autrice queste farfalle tipiche delle isole Kerguèlen nascono senza ali e sono costrette a strisciare per sopravvivere. Per i maschi delle specie invece è più facile, loro possiedono le ali e si abbassano al suolo solo per fecondare le femmine. Chiaramente queste farfalle per la protagonista hanno un significato simbolico, la rappresentano appieno.
E via via che si dipana la storia si rivive l’epoca della dittatura franchista spagnola, ai margini del mondo occidentale.
L'arcipelago delle isole Canarie, La Palma in particolare diventa protagonista comprimario, un territorio unico, esclusivo, con le sue leggende e i suoi misteri, con la sua gente isolana così aperta e generosa, discendente dell’antico popolo Guanche di cui si conosce poco se non i petroglifi incisi su vecchie pietre; gente diffidente per natura e considerata dal regime una razza inferiore: le donne in particolare, durante l’epoca del franchismo, furono private non solo della libertà e della dignità, ma anche della loro stessa vita e da ultimo persino dei figli.
Una vicenda intrigante, a tratti molto cruda e pesante, purtroppo realmente accaduta nella Spagna franchista: la vicenda dei bimbi rubati, sottratti con l’inganno alle madri ritenute indegne e dati in adozione a famiglie aristocratiche, socialmente idonee a crescerli.
Un elaborato scritto con cura, con dovizia di particolari, a tratti poetico, con riferimenti ad antichi rituali e leggende isolane, e a prelibatezze tipiche canarie, ha saputo coinvolgermi così tanto, che giunta alla fine mi dispiaceva separarmi dal libro.
Una scrittura molto ben strutturata, quella della Carboncini: talvolta brevi frasi in lingua spagnola danno corposità ai dialoghi, che risultano così più veri.
Mi sono risultate familiari le descrizioni dei luoghi, in particolare dell’isola di Lanzarote che ho avuto il piacere di visitare qualche anno fa, e la narrazione è stata così stimolante e convincente che mi è venuta voglia di partire al più presto per La Palma.
Un libro che invita a riflessioni importanti e che consiglio a un vasto pubblico, dagli amanti delle storie vere, a coloro che prediligono i romanzi storici e d’avventura, nonché agli amanti dei bei viaggi.
Grazie Sonia Carbonicini per avermi dato l'opportunità di conoscere la bella e travagliata storia di Isabel.
Ho avuto il piacere di intervistare Sonia Carbonicini tempo fa e ho trovato il titolo talmente intrigante che ho voluto leggerlo. Mi sono praticamente tuffata tra le pagine: la storia di Isabel mi ha letteralmente rapita.
Un destino avverso l’ha costretta a scontrarsi con un passato amaro e menzognero: una famiglia che le dato tante “cose” materiali, un’istruzione, ma così avara negli affetti, così fredda e distaccata che è meglio fuggire via al più presto.
Quando cresci nella menzogna e senza amore, sei come un animale esclusivamente votato alla sopravvivenza. Studiavo per crearmi un futuro e poter fuggire il più lontano possibile.Raggiunta la maggiore età, Isabel abbandona l’isola di La Palma e giunge in Continente: i suoi studi le consentono di lavorare al Museo del Prado di Madrid dove si occupa di statue di madonne nere.
Ma ecco materializzarsi i fantasmi di un passato, così pesante da sopportare per una sola persona, che non le permettono di vivere appieno il futuro, o meglio, è riuscita a sopravvivere per resilienza, per la sua grande capacità di adattamento, come le farfalle delle Kerguélen. Come spiega l’autrice queste farfalle tipiche delle isole Kerguèlen nascono senza ali e sono costrette a strisciare per sopravvivere. Per i maschi delle specie invece è più facile, loro possiedono le ali e si abbassano al suolo solo per fecondare le femmine. Chiaramente queste farfalle per la protagonista hanno un significato simbolico, la rappresentano appieno.
E via via che si dipana la storia si rivive l’epoca della dittatura franchista spagnola, ai margini del mondo occidentale.
L'arcipelago delle isole Canarie, La Palma in particolare diventa protagonista comprimario, un territorio unico, esclusivo, con le sue leggende e i suoi misteri, con la sua gente isolana così aperta e generosa, discendente dell’antico popolo Guanche di cui si conosce poco se non i petroglifi incisi su vecchie pietre; gente diffidente per natura e considerata dal regime una razza inferiore: le donne in particolare, durante l’epoca del franchismo, furono private non solo della libertà e della dignità, ma anche della loro stessa vita e da ultimo persino dei figli.
Il diario gelosamente custodito dal padre, rivela una verità decisamente scomoda che le pesa come un macigno.
Ma Isabel è forte e così caparbia che vuole andare in fondo alla questione e fare luce su quei misteri, su quel tassello che le manca del suo passato, una verità di cui nutriva sospetti, ma a cui non voleva dare credito. Con l’aiuto dell’unica amica fidata Concha, arriverà a scoprire il mistero che da sempre la tormenta, fino all’epilogo dai risvolti decisamente inaspettati.Una vicenda intrigante, a tratti molto cruda e pesante, purtroppo realmente accaduta nella Spagna franchista: la vicenda dei bimbi rubati, sottratti con l’inganno alle madri ritenute indegne e dati in adozione a famiglie aristocratiche, socialmente idonee a crescerli.
Un elaborato scritto con cura, con dovizia di particolari, a tratti poetico, con riferimenti ad antichi rituali e leggende isolane, e a prelibatezze tipiche canarie, ha saputo coinvolgermi così tanto, che giunta alla fine mi dispiaceva separarmi dal libro.
Una scrittura molto ben strutturata, quella della Carboncini: talvolta brevi frasi in lingua spagnola danno corposità ai dialoghi, che risultano così più veri.
Mi sono risultate familiari le descrizioni dei luoghi, in particolare dell’isola di Lanzarote che ho avuto il piacere di visitare qualche anno fa, e la narrazione è stata così stimolante e convincente che mi è venuta voglia di partire al più presto per La Palma.
Un libro che invita a riflessioni importanti e che consiglio a un vasto pubblico, dagli amanti delle storie vere, a coloro che prediligono i romanzi storici e d’avventura, nonché agli amanti dei bei viaggi.
Grazie Sonia Carbonicini per avermi dato l'opportunità di conoscere la bella e travagliata storia di Isabel.
Le farfalle di Kerguélen
Isabel, raggiunta la maggiore età, si lascia alle spalle l’isola natale nella Canarie, La Palma, per iniziare una nuova vita, lontano dai genitori che sin dall’infanzia percepisce freddi e distaccati.A Madrid riesce a raggiungere un proprio equilibrio, fatto di indipendenza e passione per il suo lavoro. La solitudine, la mancanza d’amore e d’affetto non le pesano, li accetta come un aspetto della sua esistenza cui non dare troppa importanza.
La telefonata di una lontana cugina da cui apprende che la madre ammalata desidera rivederla, dà il via a un nuovo capitolo nella sua vita: inizia così per Isabel un percorso determinante e coinvolgente, fatto di segreti che smantellano ogni sua certezza, di verità inseguite con l’obiettivo di ottenere quella serenità mai avuta. Isabel, scavando nel passato dei suoi genitori, affronta i propri demoni interiori, cambia convinzioni, viene presa da sentimenti di compassione mai nemmeno ipotizzati...
Amore e amicizia, famiglia e rinascita: il nuovo cammino esistenziale di Isabel è appena cominciato...
Le farfalle di Kerguélen ci regala un’avventura drammatica e mozzafiato, che al contempo commuove, indigna e regala inaspettati sorrisi.
La memoria delle cose negative è un incendio: furioso, irruente, veloce, passa lasciando cenere. Ma dalla cenere nasce la vite del Malvasia, dagli scheletri dei pini risorgono i ciuffi spumosi, teneri e verdi, e dopo pochi mesi tutto è nuovo, bello e pieno di speranza. C’è qualcosa di più profondo, di più radicato del dolore, pronto a riaffiorare non appena un’emozione o una circostanza lo risveglino.
di Sonia Carboncini | Senso inverso edizioni | Narrativa
ISBN 978-8867933204 | cartaceo 16,00€ | ebook 4,99€
Silvia Pattarini Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita. Biglietto di terza classe, 0111Edizioni. La mitica 500 blu, Lettere Animate. |
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