Mini Book Review | Di Beatrice Rurini. Bella e perduta, di Lucio Villari, e Caporetto, di Alessandro Barbero.
Bella e perduta, di Lucio Villari, Laterza, 2012. Le armi, le parole di un popolo che scopre se stesso dopo secoli di servitù.
Non si può non apprezzare una lezione di storia risorgimentale proposta da Villari: piuttosto preciso (anche se certi argomenti potevano essere approfonditi) molto scorrevole e chiaro, non pesante (stranamente, rispetto al tema trattato) e sempre brillante.Azioni, scritti, inni, tutto in proiezione di un'idea rivoluzionaria e liberista che, dopo la caduta del re di Francia, si fa sempre più impellente e necessaria. L'unificazione del territorio è una necessità non solo politica ma anche di popolazione. La violenza con cui questa idea conquista le menti giovani del primo ottocento è sistematica: non si salva nessuno e tutti nel loro piccolo si adoperano per quelle piccole modifiche necessarie al rinnovamento. Risulta interessante la lettura poiché fanno capolino le storie di coloro che hanno cambiato l'Italia, tanto da rendere necessario un approfondimento personale.
Si sente comunque il respiro europeista e la voglia (quasi necessaria) di rendere pubblica l'esperienza risorgimentale, questa carica liberista che andrebbe agganciata Paese per Paese per non perdere il filo unitario di novità reazionaria e cambiamento come conquista.
di Lucio Villari
Laterza
Storia
ISBN 978-8842098690
ebook 7,99€
cartaceo 8,93€
Un'Italia dolente, notturna, divisa, risvegliata alla libertà. Giovani che hanno combattuto per l'unità e l'indipendenza della nazione. Questo è stato il Risorgimento. E questo resta l'orizzonte storico insormontabile della nostra identità nazionale e del nostro Stato democratico.Dal 1796 al 1870 vi è stato un tempo della nostra storia nel quale molti italiani non hanno avuto paura della libertà, l'hanno cercata e hanno dato la vita per realizzare il sogno della nazione divenuta patria. È stato il tempo del Risorgimento quando la libertà significava verità. Anzitutto sentirsi partecipi di una Italia comune, non dell'Italia dei sette Stati, ostili tra loro e strettamente sorvegliati da potenze straniere. La conquista della libertà italiana è stata la rivendicazione dell'unità culturale, storica, ideale di un popolo per secoli interdetto e separato, l'affermazione della sua indipendenza politica, la fine delle molte subalternità alla Chiesa del potere temporale, l'ingresso nell'Europa moderna delle Costituzioni, dei diritti dell'uomo e del cittadino, del senso della giustizia e del valore dell'eguaglianza ereditati dalla rivoluzione francese.Vincitore della V edizione del Premio nazionale di cultura Benedetto Croce, sezione saggistica.
Caporetto, di Alessandro Barrero, Laterza, 2017. Una nuova ricostruzione della battaglia e il racconto appassionante di un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione.
Profonda e ben definita analisi di un assalto austroungarico che ha lasciato la più grossa pecca subita nelle battaglie dagli italiani. I luoghi, le dislocazioni dei gruppi, i materiali, gli abiti, il livello di preparazione degli ufficiali e delle truppe, finanche l'analisi dei dispacci trasmessi, con i vari difetti di comunicazione, con una particolare attenzione alle personalità e alle relazioni dei principali attori di questa guerra, tutto a nostro sfavore per raccontare nei minimi dettagli questa debacle.
Ricco di rimandi storici, Barbero qui risulta preciso, pedissequo e puntiglioso, non tralascia nulla e cade forse anche nel pedante rispetto a tutte le uscite televisive che ha dedicato al tema (ovvio che le trasmissioni abbiano una durata e 2400 pagine non si leggano in un paio di giorni).
di Alessandro Barbero
Laterza
Narrativa
ISBN 978-8858129807
ebook 13,99€
cartaceo 20,40€
Da cent'anni la disfatta di Caporetto suscita le stesse domande: fu colpa di Cadorna, di Capello, di Badoglio? I soldati italiani si batterono bene o fuggirono vigliaccamente? Ma il vero problema è un altro: perché dopo due anni e mezzo di guerra l'esercito italiano si rivelò all'improvviso così fragile? L'Italia era ancora in parte un paese arretrato e contadino e i limiti dell'esercito erano quelli della nazione. Era un esercito in cui nessuno voleva prendersi delle responsabilità, e in cui si aveva paura dell'iniziativa individuale, tanto che la notte del 24 ottobre 1917, con i telefoni interrotti dal bombardamento nemico, molti comandanti di artiglieria non osarono aprire il fuoco senza ordini. Un paese retto da una classe dirigente di parolai aveva prodotto generali capaci di emanare circolari in cui esortavano i soldati a battersi fino alla morte, credendo di aver risolto così tutti i problemi. In questo libro Alessandro Barbero ci offre una nuova ricostruzione della battaglia e il racconto appassionante di un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione.
Beatrice Rurini Sono appassionata di lettura e musica sin da piccola. Ho conseguito la maturità magistrale (senza insegnare), studiato pianoforte e violoncello. Lavoro come restauratrice d'arte. Sono sposata con prole e, soffrendo d'insonnia, mi appoggio alla lettura per evitare di stare con le mani in mano. |
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