Gli scrittori della porta accanto

Il monologo di Anna Magnani da Bellissima, di Visconti



Cinema | Di Tamara Marcelli. Dal film "Bellissima" di Luchino Visconti, il monologo di Maddalena/Anna Magnani, una delle più grandi attrici italiane e internazionali, rappresentante del cinema neorealista.

Unica nel suo genere, capace di interpretare lo spirito della femminilità più grezza, quella che sta al centro, priva di orpelli. Quella più autentica. Quella che permette alle donne di essere quello che sono.
Il rapporto conflittuale con la madre che l’aveva abbandonata fin da piccola lasciandola alle cure della nonna materna e successivamente delle zie, la costrinse a ripiegarsi su se stessa, in una continua ricerca di equilibrio. L’abbandono fu un perno dal quale prese forza e che le permise di sviluppare la sua complessa personalità. Fu lo stimolo a vivere le vite degli altri, a diventare ogni volta un personaggio diverso, uscendo da sé, forse per annullare quella parte dolorosa che non le lasciava scampo. Nei suoi occhi, intensi e profondi, lucidi come la notte d’estate, c’è tutta la sua anima. Forte e sensibile, tormentata e bellissima.
Ha rappresentato l’Italia nel mondo. Il 21 marzo 1956 fu la prima interprete italiana nella storia degli Academy Awards a vincere il Premio Oscar come migliore attrice protagonista, per l'interpretazione di Serafina Delle Rose nel film “La rosa tatuata” del 1955, con Burt Lancaster e la regia di Daniel Mann. Ha vinto due David di Donatello, cinque Nastri d'Argento, un Globo d'Oro, un Golden Globe, un BAFTA, due National Board of Review, un New York Film Critics Circle Award, una Coppa Volpi a Venezia e un Orso d'Argento a Berlino.
Inarrivabile.


Hanno detto di lei.

Il grandissimo Eduardo de Filippo dedicò all'attrice un'intensa poesia:
Confusi con la pioggia sul selciato,
sono caduti gli occhi che vedevano gli occhi di Nannarella
che seguivano le camminate lente sfiduciate
ogni passo perduto della povera gente.
Tutti i selciati di Roma hanno strillato.
Le pietre del mondo li hanno uditi .

Il cantautore Pino Daniele le dedicò la splendida canzone “Anna verrà” nel 1989.
Il celebre regista e sceneggiatore francese Jean Renoir scrisse di lei:
La Magnani è la quinta essenza dell'Italia, e anche la personificazione più completa del teatro, del vero teatro con scenari di cartapesta una bugia fumosa e degli stracci dorati, dovevo logicamente rifugiarmi nella commedia dell'arte e prendere con me in questo bagno la Magnani, le sono grato per aver simboleggiato nel mio film tutte le altre attrici del mondo.
Il drammaturgo Tennessee Williams:
... ma Anna è diversa da tutte. È una creatura incredibile, metà femmina e metà maschio. La sua anima è un tutt'uno con il suo utero, materno e possessivo alla stessa stregua. Una volta che ti ha generato è pronta a fagocitarti. Di virile ha la cocciutaggine e la permalosità.
Il regista Federico Fellini disse di lei:
Anna Magnani ha incarnato la figura femminile che ha dato agli italiani un motivo d'orgoglio.
Il Poeta Giuseppe Ungaretti confidò:
Ti ho sentito gridare Francesco dietro un camion e non ti ho più dimenticato.
Il regista Franco Zeffirelli :
Era l'incapacità di realizzarsi come donna nella vita che le dava questo "assatanamento", e che le permetteva perciò di realizzarsi su un altro piano. E infatti lei ha cercato di prendere le sue vendette nel lavoro. E c'è riuscita. Ma ha pagato tutto questo duramente. Il lavoro le ha sottratto la vita. Anna poi era una donna fragile, debole, piena di dubbi e di incertezze. Avrebbe avuto bisogno di un uomo che si imponesse e la sottomettesse. Ma lei era anche, ormai, Anna Magnani e come si fa a imporsi ad un personaggio del genere? Insomma era due donne diverse e gli uomini di fronte a questo enigma, a questo Giano bifronte sbarellano, non reggono. In fondo il dramma di tutta la vita di Anna sta proprio lì. La cosa più vera, più sincera, più commovente, Anna me la disse tre anni fa in una delle sue tante confessioni notturne, mi disse: «Io sono una stronza, io dovevo nascere contadina nell'agro romano, fare tredici figli, sì, scodellare figli a mio marito e ogni volta che aprivo bocca quello mi riempiva la faccia di schiaffi. Questo era il personaggio mio, per essere vera con la mia natura. E dovevo far così. Invece mi son messa a far l'attrice, sono diventata Anna Magnani e sono stata un'infelice per sempre».

Ed è per questo che è sempre stata vera. Grazie Anna.


dal minuto 8:08

Maddalena, da "Bellissima" di Luchino Visconti.

Ma guarda che tipo quella là, oh! "Betta, vai a cogliere le fragole!". Quella scherzava, mica diceva sul serio, Nì, no? Te insegnava a recità! Eggià, recità… in fondo che è recità? Eh, se io mò me credessi d'esse n'artra, se facessi finta d'esse n'artra, ecco che recito… a te nun te va, eh? A Nì, guarda, è come quanno dici la poesia, quella della farfalla, che è tanto carina, come fa? "Io so la farfalla, mezza bianca e mezza gialla"… quella che fa co’ le mani così, fa vedè! O vedi che sai recità pure te, o vedi che sai recità pure te! Nun zagaglià per  carità fija mia, perché come famo sennò , eh? Senza zagaglio devi fa, capito? Nun da retta a quella, "va a coglie le fragole...", tu dà retta a mamma! Fanno ride tutte le madri lì nel cortile: "A fija mia, a fija mia, a fija mia…", nun c'hanno la stoffa, eh! Nun sei fija mia tu? Eh? Tu sì che puoi fa l'attrice, 'a Nì! Tu la puoi fa l'attrice, sa? Io pure, s'avessi voluto… viè qua che te pettino… come te sei combinata? Vedemo ‘npò  come stai co’ la riga in mezzo… oh Dio, quanto sei brutta così! No, no, niente, tutti indietro come stà mamma… fatte vedè, fatte vedè ‘npò … patata bella!
Tamara-Marcelli

Tamara Marcelli
Artista poliedrica, eccentrica, amante dell'arte in tutte le sue forme. Una sognatrice folle. Ha studiato Lettere e Tecniche dello Spettacolo, canto e recitazione per oltre dieci anni e ha lavorato come attrice in alcuni importanti Teatri del Lazio. Scrive poesie, romanzi, testi teatrali, articoli e saggi. Il blu che non è un colore,  Montag. Il sogno dell'isola,  Montag.


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