Gli scrittori della porta accanto

Dieci agosto, ricostruzione storica e invenzione romanzesca nel nuovo thriller di Franco Mieli

Libri -Dieci agosto, di Franco Mieli - Gli scrittori della porta accanto

Libri Dieci agosto, di Franco Mieli. Romagna. Ricostruzione storica e invenzione romanzesca per un'indagine che lega l'omicidio del padre di Giovanni Pascoli al maggiore Massimo Cerci.

di Franco Mieli
Monetti Editore
Thriller
ISBN 9788892671690
cartaceo  14,00AmazonMonetti Editore

Due efferati delitti a distanza di quasi 150 anni l’uno dall’altro sconvolgono la Romagna. Una ricostruzione storica e una invenzione romanzesca consentiranno di indagare, lontani nel tempo ma vicini nello spirito indomito, al famoso poeta Giovanni Pascoli e al maggiore dei carabinieri Massimo Cerci. Quest’ultimo, ospite per un breve periodo di vacanza presso sua zia Matilde e il cugino autistico Riccardo, abitanti proprio a San Mauro Pascoli, si troverà suo malgrado coinvolto nel primo ed inspiegabile omicidio, quello di un uomo proveniente dall’Argentina sulle tracce dei suoi antenati. Mentre Giovanni Pascoli con i suoi scarsi mezzi e lottando contro la mentalità chiusa e reticente della sua terra, cerca di scoprire chi ha ucciso suo padre, il maggiore Massimo Cerci deve venire a capo degli orrendi e misteriosi delitti commessi “dall’uomo col cappello”, che lascia sempre sui corpi irriconoscibili delle vittime foglietti con i versi delle poesie di Giovanni Pascoli.
Perno della vicenda sarà una misteriosa donna originaria dell’estremo sud della penisola, dagli occhi di ossidiana e che proverà a stregare il cuore del maggiore. Chi è in realtà questa donna? Perché è scomparsa improvvisamente da Pantelleria per rifugiarsi a San Mauro Pascoli? Quale terribile segreto nasconde? Chi si cela in realtà dietro l’anonima figura di governante nell’albergo del paese dove è stata uccisa la prima vittima? E cosa la lega a Massimo Cerci, l’integerrimo investigatore trovatosi suo malgrado a dover far luce sulla lunga scia di sangue lasciata dall’assassino?

Rantolo d’avo, rantolo d’infante.
Par l’uno il cigolio d’un abbaino
a cui percuota l’aquilone errante:
l’altro e come a fior d’acqua un improvviso
vanir di bolla, donde un cerchiolino
s’apre ogni volta e scivola nel viso.
Vissero. Quanto? Le pupille fise
chiedono. Uno la gente di sua gente
vide; l’altro, non sé. Ma l’uno visse
quello che l’altro: un sogno d’ombra, un niente.

Riccardo, appoggiato allo stipite della porta, aveva appena finito di declamare con tono monocorde quei versi, con lo sguardo fisso al cadavere steso sul letto. Angelo Malon e Massimo Cerci si girarono. Il capitano fermò con un’occhiata uno dei graduati che si stava dirigendo verso il ragazzo con l’intento di mandarlo via. Massimo andò verso di lui, nascondendo con il suo corpo la vista della vittima: «Riccardo.» Lo chiamò: «Ti avevo detto di rimanere giù.»
Il ragazzo teneva gli occhi fissi in terra e Massimo approfittò della sua remissività per condurlo verso il pianerottolo al primo piano. Il capitano Malon si affiancò ai due mentre scendevano le scale, rivolgendosi a Massimo: «Che versi stava recitando, ha capito?»
«No capitano. Non sono molto ferrato in letteratura ma ricordo qualche frase che ha detto. Quando saremo a casa proverò a chiedere, ma senza insistere. Ha capito con chi ha a che fare?»
«Ho capito benissimo. Mi lasci il suo numero di cellulare se lo desidera. La informerò dell’evolversi delle indagini.»
Sul pianerottolo del primo piano era ferma una figura scura. Una cameriera, dall’abbigliamento, immaginò Massimo notando la camicetta bianca e la gonna blu. La donna, dai capelli nerissimi quasi blu a caschetto e dall’incarnato anch’esso bruno era ferma in un angolo e aspettava il loro passaggio per muoversi. Passandole accanto, Massimo ne percepì lo sguardo su di lui e non poté fare a meno di incrociarne gli occhi. Gli sembrò di perdere l’equilibrio. Per quanto tempo due persone possono guardarsi negli occhi, si chiese? Provò una sorta di paura di ciò che poteva vedere. Ebbe come la sensazione di essere risucchiato tutto intero da quegli occhi. Un mare nero di sensazioni dimenticate lo assalì. Gli parve che la donna stesse per dire qualcosa. Poi si ritrasse e si limitò a fissarlo ancora. Uscito dall’albergo salutò il capitano Malon, ma prima di avviarsi al centro della piazza non poté fare a meno di alzare lo sguardo a cercarne il volto dietro i vetri.


Franco Mieli

 Franco Mieli - Gli scrittori della porta accanto

Nato nel 1961, per vivere faccio l’impiegato di banca. Da ragazzo scrivevo sul giornalino della scuola. Poi per decenni le varie fasi della vita mi hanno fatto abbandonare questa mia passione. Da circa 10 anni, con i figli diventati grandi e meno bisognosi delle mie attenzioni (ma sempre fonti di preoccupazioni come per il lavoro che non si trova), ho deciso di riprendere la scrittura. Ho all’attivo il primo posto come miglior racconto con “La camicia” in un concorso per la celebrazione dei 150 anni dall’Unità d’Italia indetto dall’Università Popolare Eretina di Monterotondo, dove per tre anni ho frequentato un corso di Scrittura Creativa tenuto dal professor Antonio Lagrasta. Inoltre ho partecipato per tre anni consecutivi, dal 2010 al 2012 nel mese di settembre, a un corso intensivo di Scrittura Creativa tenuto da Andrea Di Gregorio nello splendido scenario dell’Abbazia di Farfa (RI) nell’ambito della manifestazione dell’editoria indipendente “Liberi sulla Carta”.
Coltivo la passione per l’archeologia e il trekking di cui ho trasferito le esperienze nei miei racconti.
Ho pubblicato due racconti noir, editi da Montecovello Edizioni, “Lupi nella nebbia” e “Zanne”, e il thriller “Ombre Pagane” uscito a marzo 2015.


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