Mamme in viaggio Di Valentina Gerini. Viaggiare con i figli comporta a volte qualche sacrificio. Ma ne vale la pena? Assolutamente sì, perché un bambino che viaggia sarà sicuramente un adulto migliore.
Viaggiare con i bambini. C'è chi la vede come una ricchezza, chi come una gran rottura di scatole. Non si può negare che farlo comporti molti sacrifici per un adulto: niente alba in discoteca, né ubriacature pesanti o stancanti scalate in montagna con annessa notte passata all'aperto in sacco a pelo, niente autostop all'avventura o programmi improvvisati per il domani. Se si vuole viaggiare responsabilmente con i piccoli, si devono sicuramente seguire altri ritmi, avere sempre i giusti accorgimenti per il cibo, l'acqua, la pulizia, le punture di insetto, eventuali medicine e profilassi...
Insomma un gran bel da fare. Si prepara la valigia e la si fa per due, ma poi a portarla siamo quasi sempre noi. Camminiamo fino a che non ci chiedono, sfiniti, di essere presi in braccio e così ci stanchiamo il doppio.
Siamo tutti d'accordo: viaggiare con i figli è tutto un altro viaggiare. La vera domanda è: ne vale la pena? Assolutamente sì, vi dico io. Ne vale la pena per noi e per loro. Per noi perché è impagabile vedere lo stupore che si materializza nei loro occhi quando vedono un posto nuovo, quando salgono su di un aereo o una barca, quando fanno qualcosa di insolito. Non ha prezzo condividere con loro l'esperienza del viaggio, che è una delle più belle esperienze di vita che si possano fare. Ci arricchisce, come adulti e genitori, e consolida il rapporto che si va man mano costruendo con i propri figli. Ma anche per loro vale la pena, perché un bambino che viaggia sarà sicuramente un adulto migliore. Crescerà in maniera differente da chi non ha mai messo il naso fuori di casa e avrà caratteristiche e opportunità diverse.
I motivi sono molti ma cercherò di racchiuderne il succo in un breve elenco.
Insomma un gran bel da fare. Si prepara la valigia e la si fa per due, ma poi a portarla siamo quasi sempre noi. Camminiamo fino a che non ci chiedono, sfiniti, di essere presi in braccio e così ci stanchiamo il doppio.
Siamo tutti d'accordo: viaggiare con i figli è tutto un altro viaggiare. La vera domanda è: ne vale la pena? Assolutamente sì, vi dico io. Ne vale la pena per noi e per loro. Per noi perché è impagabile vedere lo stupore che si materializza nei loro occhi quando vedono un posto nuovo, quando salgono su di un aereo o una barca, quando fanno qualcosa di insolito. Non ha prezzo condividere con loro l'esperienza del viaggio, che è una delle più belle esperienze di vita che si possano fare. Ci arricchisce, come adulti e genitori, e consolida il rapporto che si va man mano costruendo con i propri figli. Ma anche per loro vale la pena, perché un bambino che viaggia sarà sicuramente un adulto migliore. Crescerà in maniera differente da chi non ha mai messo il naso fuori di casa e avrà caratteristiche e opportunità diverse.
I motivi sono molti ma cercherò di racchiuderne il succo in un breve elenco.
Viaggiare con i bambini: 10 motivi per cui fa bene anche a loro.
- Mettersi alla prova.
Un bambino che viaggia e si reca in un nuovo posto esce dalla propria quotidianità, dalla propria comfort zone, ed è costretto a mettersi alla prova, anche nelle piccole cose di tutti i giorni, ritrovandosi a superare piccoli ostacoli, paure, insicurezze senza che nemmeno se ne renda conto. - Non vedere differenze.
Viaggiando vedrà gente di tutti i colori e posti di ogni genere, finché non vedrà più alcuna differenza tra sé stesso e l'altro. Per lui giocare con dei bambini stranieri in una casa senza mobili e col tetto in lamiera sarà lo stesso che giocare a casa propria con i suoi amici. - Nuove amicizie.
Quando sono molto piccoli, le foto e i video testimonieranno le loro avventure e le conoscenze fatte durante i viaggi. Ma man mano che cresceranno, con gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione, avranno amici in ogni parte del globo e potranno praticare le lingue, mantenendosi in contatto con loro, e, perché no, andare a trovarli un giorno. Da soli. - Conoscenze linguistiche.
Un bambino che viaggia, sin dalla tenera età, è come un bambino che nasce in una famiglia bilingue. Entrando in contatto con culture e lingue differenti in maniera frequente, la sua mente sarà sicuramente più propensa e allenata ad imparare nuove lingue. I bambini sono come delle spugne, ci mettono un attimo ad assorbire usi, costumi e linguaggio. - Indipendenza e sicurezza.
Stimolare la capacità di ciascun bambino nel fare da solo è qualcosa che lo aiuterà, un giorno, ad essere indipendente e più sicuri di sé. In viaggio, a volte, si è costretti a dar fiducia ai nostri figli nella loro capacità di seguirci e non combinare pasticci mentre noi siamo occupati a espletare formalità: come il controllo passaporti, il controllo dei bagagli a mano al metal detector. Mia figlia le prime volte piangeva come una pazza quando doveva separarsi dal suo zainetto o dal suo pupazzo, per poggiarlo sul nastro. E non ne voleva sapere di passare i controlli senza di me. Adesso invece sa come funziona e fa tutto da sola. - Essere autosufficiente.
Impareranno a fare molte cose e più in fretta. A casa, nel loro ambiente, coccolati dai genitori e dai nonni, sono sempre molto più svogliati. Ma in viaggio, con i ritmi differenti, con delle tabelle di marcia da seguire, impareranno a doversi prendere cura di sé stessi. - Responsabilità.
Affidare ai bambini un piccolo bagaglio, uno zainetto, con dentro i loro effetti personali, è sempre un'ottima cosa per far sì che prendano sul serio la questione dell'essere responsabili di qualcosa. Devono fare attenzione a non perderlo, a non lasciarlo incustodito. Dentro ci sono i loro giochi, i loro libri. Siamo in viaggio e ognuno è responsabile del proprio bagaglio. Questo li aiuterà in futuro. - Apertura mentale.
Si dice sempre che il viaggiatore ha una mente aperta. Generalmente è così, dunque è indubbio che un bambino viaggiatore altro non sarà, da grande, che un adulto dalla mente aperta. Aperta a qualsiasi tipo di cultura e usanza. - Cultura culinaria.
Viaggiando, il bambino, sarà costretto a sperimentare nuovi piatti, provare nuove cucine e sapori. Potete star certi che vostro figlio, in un colmado di Santo Domingo, affamato come non mai, accetterà di mangiare una empanadas de pollo anche se in situazioni normali non l'assaggerebbe. E alla fine, una volta provata, ve ne chiederà pure un'altra! - Continuare a viaggiare.
Un bambino che viaggia sarà quasi certamente un adulto che viaggia. La sete di esperienza dei bambini è interminabile, una volta visto un po' di mondo vorrà sicuramente vederne ancora e ancora. E che c'è di più bello di scoprire il mondo?
Valentina Gerini Ho due grandi passioni: i viaggi e la scrittura. Dei viaggi ne ho fatto la mia professione, diventando accompagnatrice turistica. La scrittura è il mio hobby. Mi piace avere una vita piena di cose da fare: sono una mamma, lavoro, collaboro con un mensile toscano, mi impegno a portare avanti il progetto Gli scrittori della porta accanto e scrivo libri. Volevo un marito nero, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione) La notte delle stelle cadenti, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione). Ponsacco-Los Angeles. Sulle tracce di Bruce Springsteen, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto. |
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