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Un anno per un giorno, di Massimo Bisotti

Un anno per un giorno, di Massimo Bisotti

Libri | Recensione di Andrea Pistoia. Un anno per un giorno di Massimo Bisotti, Mondadori, 2016. Riflessioni profonde e prospettive esistenziali da non sottovalutare, in un romanzo con forse troppi richiami all'amore sdolcinato e senza particolari colpi di scena se non nel finale.

Ero molto indeciso su come introdurre questo libro in quanto dipendeva sempre dalla prospettiva da cui lo valutavo. Dato che non sono arrivato ad una conclusione, ve le propongo tutte e poi vado a motivare il perché (delineando così i pro e contro del romanzo). Pronti? Via!

  1. Leggere questo libro dopo l’ultimo di Fabio Volo è come ascoltare un album di Biagio Antonacci subito dopo uno dei Negramaro: ti viene voglia di prendere la rincorsa e gettarti dalla prima finestra che trovi spalancata.
  2. La mia recensione del libro si può riassumente nella frase: brutta bestia le aspettative.
  3. Togliete tutto e ciò che resta è un ottimo libro.
Prima di chiarire con la mia recensione perché avevo pensato a queste intro, riassumiamo la trama: Alex, il protagonista, ha forgiato la sua personalità, e il suo successo di cantante, su un grande amore perduto. Un giorno, però, conosce una donna che gli regala un oggetto magico che gli permette di tornare indietro nel tempo, solo per un giorno, con la possibilità di modificare il passato e di conseguenza anche il futuro. Peccato che ad ogni giorno che lui rivive corrisponda un anno di vita presente che perde. Mentre si circonda di persone che cercano di dargli nuove prospettive sulle sue pene d’amore, Alex continuerà a viaggiare nel tempo per conquistare Greta, la sua amata, e avere con lei un futuro da ‘E vissero felici e contenti’.
Ora, partiamo dal presupposto che io non conoscevo questo autore e mi sono affidato più che altro alla curiosa sinossi del romanzo (che è più ingannevole e lasciata all’interpretazione del lettore di quella che ho esposto io poc’anzi).

Lo ammetto, le aspettative erano alte: l’idea di un viaggiatore del tempo apriva nella mia mente scenari immensi ed inaspettati. 

Specialmente considerato che è scritto da un autore italiano e non d’oltreoceano. Quindi le potenzialità della storia erano illimitate ed affascinanti.
Potete quindi immaginare il mio disappunto e sconforto quando ho scoperto, pagina dopo pagina, come i suoi viaggi vertevano esclusivamente sulla storia d’amore di Alex. E anche quando avevo accettato che il motore della storia fosse l’Amore, pensavo sarebbe stato un continuo mutare di situazioni, di futuri alternativi e passati sempre diversi.
Invece i cambiamenti erano pochi o nulli e il tutto si riduceva ad un girare a vuoto con tentativi infruttuosi e deludenti, ovvero pochi viaggi nel passato e zero cambiamenti del presente. Tutto si riduce al protagonista che cerca testardamente di modificare minuscoli particolari sperando che possano produrre grandi cambiamenti. Un po’ come dire che c’è una diga che si sta sgretolando e tu t’illudi di poter risolvere l’intero problema chiudendo una piccola crepa con dello scotch.
Di conseguenza, le pagine si susseguono con picchi di suspense tendenti a zero e la storia procede senza una vera e propria evoluzione o involuzione. Sono solo continue, incessanti, elucubrazioni mentali del protagonista legate alle pene d’amore, arricchite con tante frasi alla baci Perugina che, pur essendo certamente d’effetto e profonde, proposte in rapida successioni alla lunga stancano.
Senza contare che Alex si circonda di due co-primari (Etienne e Charlotte), i quali sono un condensato di saggezza last minute. Fin dal primo incontro, elargiscono perle di saggezza, consigli preziosi e dialoghi da vecchi saggi al punto che non paiono neppure persone normali ma dei monaci zen che hanno capito tutto dell’universo.
E ancora, i viaggi nel tempo, ahimè, sono in fondo un originale e minuscolo escamotage per dare modo all’autore di sviscerare l’amore cortese, platonico e non corrisposto del protagonista per Greta (che tra l’altro nel romanzo si evince sia minorenne, forse pure troppo).

La trama si riprende solo nel finale, dove l’autore ci piazza alcuni colpi di scena d’effetto (ovvero ciò che mi aspettavo in tutto il libro) e dove la storia prende una certa piega.

Il problema maggiore, dal mio punto di vista, ovvero da uomo primitivo con tanti peli e clava in spalla, è che il protagonista è melenso al punto da risultare imbarazzante, atipico, paradossale ma soprattutto fuori da ogni logica maschile. È come trasferire tutte le azioni/reazioni, i punti di vista e le struggenti emozioni di una donna innamorata nel corpo di un uomo, il quale otterrà certamente l’approvazione di tutte le donne che vorrebbero avere un partner con la stessa sensibilità ma che ad un ‘100% maschio’ risulterà quantomeno ridicolo e finto.
Chiariamo, tutti abbiamo sofferto per amore e fantasticato su cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente. Ma il sentimento di Alex (in quanto uomo) è più un disturbo, una patologia da curare, un’ossessione distruttiva. È un chiodo fisso che prorompe dal testo in ogni momento, in ogni circostanza, anche in quelli più inaspettati, spingendo il lettore a gridare «Ma basta con ‘sto amore!».
Anche quando l’autore si sofferma su certe considerazioni esistenziali tutto sommato interessanti e profonde, le ricollega al dramma di Alex con qualche frase ad effetto o con dei discorsi zuccherosi riassunti nel concetto: «Ti ho sempre amato tanto, mi manchi, voglio passare tutta la vita con te, trottolino amoroso du du da da da». Per farvi un esempio pratico, ad un certo punto il protagonista pensa: «Anche solo pensarti era come se mi spuntasse il sole dentro…» e lì proprio mi è venuta voglia di fare il tiro al piattello col romanzo. Moltiplicate questa frase per pagine e pagine, e poi capirete perché mi devono dare un premio per essere riuscito a concludere l’opera.
Certo, tutto questo parlar d’amore struggente e sofferto incanterà orde di ragazzine alla loro prima cotta e donne che ancora credono nel vero amore (mamma mia, sembra che io stia facendo un copia-incolla della recensione dell’ultimo romanzo di Fabio Volo!) ma farà cadere gli attributi ai ragazzi dopo le prime pagine.
Ma quindi è da bocciare, da tenere a debita distanza quasi fosse infetto?
In realtà no.

Anzi, è un buon libro, se preso dalla giusta prospettiva e sapendo a cosa si va incontro.

Mi spiego meglio: se si ha il coraggio di bypassare allegramente tutte le parti (tante, troppe) su cui parla della sua struggente ossessione, restano dei concetti, dei ragionamenti, dei paragrafi, meritevoli di essere letti ed assimilati. L’autore infatti analizza sì l’amore con frasi ad effetto, ma se si va oltre questo si scovano anche delle riflessioni profonde e prospettive esistenziali da non sottovalutare. Perché non analizza solo l’amore, ma anche il mondo e i sentimenti che ci dominano e che influenzano inevitabilmente la nostra vita. Vi basti sapere che ho segnato molte parti del libro, a dimostrazione che sono paragrafi meritevoli di essere riletti più volte, anche a distanza di anni.
Senza contare che è scritto bene: l’autore sa fare il suo lavoro, senza ombra di dubbio.
Massimo Bisotti ha la capacità di giocare con le parole con maestria, esprimendo le sue riflessioni attraverso continue metafore e saltando abilmente da un’emozione ad un’immagine ad una percezione per arricchire il concetto e farlo comprendere meglio. Anche se, lo ammetto, a volte gioca talmente bene con le parole da essere difficile da seguire: alcuni dialoghi li abbellisce a tal punto da dover essere letti una seconda volta per capirli, rallentando di conseguenza la lettura.
Tirando le somme: se togliessi l’aspettativa dei viaggi nel tempo e tutte le frasi d’amore da diario di una teenager, resta un libro interessante che lascia qualche buona riflessione su cui meditare, qualche ottima metafora sull’esistenza e sulle relazioni e che definisce certe dinamiche da prospettive inusuali.
Concludo con una considerazione: Massimo Bisotti ha scritto altri libri e prima o poi li andrò a cercare, sperando di trovarne uno in cui parli di tutto fuorché dell’amore. Sono sicuro che lo considererò un capolavoro.

Un anno per un giorno

di Massimo Bisotti
Mondadori
Romance | Narrativa contemporanea
ISBN 978-8804661818
ebook 6,99€
cartaceo 13,60€

SINOSSI
Alex Gioia è uno dei più famosi cantanti italiani. La sua vita, baciata dal successo, è attraversata da un cruccio che lo tormenta: non aver potuto vivere fino in fondo la sua storia d'amore con Greta, una ragazza più giovane di lui, conosciuta durante un evento a Napoli. Alex e Greta si sono rincorsi, si sono sfiorati, ma il momento per loro non è stato mai quello giusto.
Da qualche tempo Alex si è trasferito a Parigi, per riprendere fiato in una città in cui non conosce nessuno e nessuno lo conosce, per ritrovare la sua ispirazione perduta. Un giorno, in metrò, si incuriosisce osservando una donna che scende sempre a fermate diverse con persone diverse, facendo delle bolle di sapone. Ne resta affascinato, si presenta e si ritrovano a parlare di occasioni mancate e di rimpianti. Improvvisamente Nirvana, questo è il nome della ragazza, offre ad Alex un dono: un tubo di bolle di sapone. Un tubo magico, gli spiega, e ogni volta che soffierà potrà tornare a un giorno del suo passato, e cambiarlo. Ma ogni viaggio avrà un prezzo. Per ogni tentativo fatto per tornare indietro nel tempo, Alex dovrà dare in cambio un anno della sua vita. Un anno per un giorno.
Alex torna all'albergo in cui vive, credendo sia uno scherzo. Finché, ripensando a Greta, non osserva il tubo e viene preso dalla voglia di soffiare. E se Nirvana avesse detto la verità? Se davvero il passato si potesse cambiare?
A due anni dallo straordinario successo del Quadro mai dipinto, Massimo Bisotti torna in libreria con il suo nuovo romanzo. Le meditazioni sui temi fondamentali dell'esistenza umana, quali il tempo e la sua stretta connessione con il caso, il destino e il vero amore, si inseriscono in una trama avvincente e metafisica. Ambientato tra Parigi e Napoli, di cui Bisotti come nessuno sa restituire l'incanto e la bellezza, e popolato di personaggi indimenticabili, come il concierge Etienne e la bellissima modella Charlotte – rimasta paralizzata dalla vita in giù dopo un incidente – che Alex ha conosciuto sulla tomba di Oscar Wilde al cimitero di Père-Lachaise, Un anno per un giorno è un libro emozionante, inatteso, profondo.
Andrea-Pistoia

Andrea Pistoia
Nasco in una solare giornata di luglio a Vigevano. A dodici anni scoppia l’amore per la letteratura. Affronto la scuola come un condannato a morte. In compenso la mia cultura extra-scolastica cresce esponenzialmente. Dopo due anni vissuti a Londra, torno in Italia come blogger, giornalista, recensore di fumetti e sceneggiatore di un fumetto online per una nota casa editrice. Chitarrista dei ‘Panama Road’, direttore editoriale di una fanzine online.
Ancora e mai più (nelle mutande),


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