Pagina 69 #119 | Molte vite, un solo amore, di Brian Weiss, Mondadori, 2013. Le vite precedenti sono la chiave di malesseri e angosce presenti e l'amore, che dissolve la rabbia e guarisce l'affiliazione, è l'unica possibilità di guarigione.
Pedro e io dovevamo saperne di più circa i motivi originari della sua sotterranea disperazione, che si era notevolmente intensificata dopo la tragica morte del fratello. Ci occorreva capire cosa gli impediva di approfondire i rapporti con le donne. Forse a bloccarlo era il vecchio atteggiamento critico della madre nei confronti delle sue fidanzate, e il suo senso di colpa per l'aborto? Oppure tutto dipendeva dal fatto che non aveva ancora incontrato la donna giusta?
Il processo di regressione è come andare a trivellare il terreno in cerca del petrolio. Non sai mai dove si trovi, ma più a fondo vai, più probabilità hai di arrivarci.
Oggi avremmo provato a scendere più in profondità.
Era solo da poche sedute che Pedro cominciava a rievocare le sue vite passate. Le prime volte, capita frequentemente che i ricordi delle vite trascorse si presentino con gli eventi più traumatici. Ciò si verificava anche in questo caso.
“Sono un soldato... un soldato inglese, credo,” osservò Pedro. “Siamo numerosi, giunti qui via mare per espugnare la fortezza del nemico. È possente, con alte mura molto spesse. Hanno bloccato l'accesso al porto gettando grandi massi. Dobbiamo trovare un altro modo per sbarcare.” Non ebbe più niente da aggiungere. L'invasione era stata rimandata.
“Vai più avanti nel tempo,” lo invitai. “Vedi cosa è successo in seguito.” Gli sbattei col dito tre volte sulla fronte affinché si concentrasse, e per aiutarlo a compiere i salti di tempo necessari.
“Siamo riusciti a superare l'ostacolo dei massi, e abbiamo fatto breccia nel forte,” rispose. Cominciò a brontolare e a sudare. “Piccole gallerie... stiamo percorrendole, ma non sappiamo dove ci portano... queste gallerie sono proprio strette e basse. Siamo costretti a procedere in fila indiana e piegati.”
Pedro ora sudava copiosamente. Il suo respiro si fece affannoso, e sembrava davvero sconvolto.
“Vedo davanti a me una minuscola porta... ci infiliamo alla svelta dentro questa porticina. Altolà!” Esclamò trasalendo. “Di là ci sono gli Spagnoli. Ci ammazzano a uno a uno appena oltrepassiamo la porta... mi hanno colpito con una spada!” Annaspò, portandosi una mano al collo. Il suo respiro si fece ancora più frequente. Ora sembrava che gli mancasse l'aria, il volto grondava sudore, che gl'inzuppava la camicia.
Di colpo, la sua agitazione cessò. Il respiro si fece regolare, riacquistò la calma. Mentre gli asciugavo la fronte e il volto mi resi conto che non sudava più così abbondantemente.
“Sto fluttuando sopra il mio corpo,” annunciò Pedro. “Ho lasciato quella vita... quanti cadaveri... quanto sangue vedo sparso sotto di me... ma ora contemplo tutto dall'alto.” Per un istante rimase a fluttuare su quella scena senza dire niente.
“Considera di nuovo attentamente quella fase della tua vita,” lo esortai. “Cos'hai imparato? Quale lezione ne hai ricavato?”
Considerò queste domande da una prospettiva elevata.
“Ho imparato che la violenza è frutto di un'ignoranza profonda. Sono morto senza motivo lontano da casa mia e dai miei cari. Sono morto per la bramosia altrui. Gli inglesi e gli spagnoli erano stupidi sia gli uni, sia gli altri, s'ammazzavano a vicenda per dell'oro che si trovava in terre lontane. Stavano rubando l'oro ad altri e si ammazzavano per averlo. La bramosia e la violenza erano la causa di stermini... Avevano tutti scordato cosa fosse l'amore.”
Il processo di regressione è come andare a trivellare il terreno in cerca del petrolio. Non sai mai dove si trovi, ma più a fondo vai, più probabilità hai di arrivarci.
Oggi avremmo provato a scendere più in profondità.
Era solo da poche sedute che Pedro cominciava a rievocare le sue vite passate. Le prime volte, capita frequentemente che i ricordi delle vite trascorse si presentino con gli eventi più traumatici. Ciò si verificava anche in questo caso.
“Sono un soldato... un soldato inglese, credo,” osservò Pedro. “Siamo numerosi, giunti qui via mare per espugnare la fortezza del nemico. È possente, con alte mura molto spesse. Hanno bloccato l'accesso al porto gettando grandi massi. Dobbiamo trovare un altro modo per sbarcare.” Non ebbe più niente da aggiungere. L'invasione era stata rimandata.
“Vai più avanti nel tempo,” lo invitai. “Vedi cosa è successo in seguito.” Gli sbattei col dito tre volte sulla fronte affinché si concentrasse, e per aiutarlo a compiere i salti di tempo necessari.
“Siamo riusciti a superare l'ostacolo dei massi, e abbiamo fatto breccia nel forte,” rispose. Cominciò a brontolare e a sudare. “Piccole gallerie... stiamo percorrendole, ma non sappiamo dove ci portano... queste gallerie sono proprio strette e basse. Siamo costretti a procedere in fila indiana e piegati.”
Pedro ora sudava copiosamente. Il suo respiro si fece affannoso, e sembrava davvero sconvolto.
“Vedo davanti a me una minuscola porta... ci infiliamo alla svelta dentro questa porticina. Altolà!” Esclamò trasalendo. “Di là ci sono gli Spagnoli. Ci ammazzano a uno a uno appena oltrepassiamo la porta... mi hanno colpito con una spada!” Annaspò, portandosi una mano al collo. Il suo respiro si fece ancora più frequente. Ora sembrava che gli mancasse l'aria, il volto grondava sudore, che gl'inzuppava la camicia.
Di colpo, la sua agitazione cessò. Il respiro si fece regolare, riacquistò la calma. Mentre gli asciugavo la fronte e il volto mi resi conto che non sudava più così abbondantemente.
“Sto fluttuando sopra il mio corpo,” annunciò Pedro. “Ho lasciato quella vita... quanti cadaveri... quanto sangue vedo sparso sotto di me... ma ora contemplo tutto dall'alto.” Per un istante rimase a fluttuare su quella scena senza dire niente.
“Considera di nuovo attentamente quella fase della tua vita,” lo esortai. “Cos'hai imparato? Quale lezione ne hai ricavato?”
Considerò queste domande da una prospettiva elevata.
“Ho imparato che la violenza è frutto di un'ignoranza profonda. Sono morto senza motivo lontano da casa mia e dai miei cari. Sono morto per la bramosia altrui. Gli inglesi e gli spagnoli erano stupidi sia gli uni, sia gli altri, s'ammazzavano a vicenda per dell'oro che si trovava in terre lontane. Stavano rubando l'oro ad altri e si ammazzavano per averlo. La bramosia e la violenza erano la causa di stermini... Avevano tutti scordato cosa fosse l'amore.”
Quarta di copertina
"Molte vite, un solo amore" di Brian Weiss.
Elizabeth è reduce da un amore sbagliato e avviata sulla strada della depressione. Pedro è un ricco giovanotto messicano segnato prima dalla morte del fratello e poi da un'indecisa relazione con una donna sposata. Elizabeth e Pedro non si conoscono, ma il dottor Weiss ha ascoltato da entrambi, durante la terapia di regressione, il racconto dello stesso episodio doloroso risalente a centinaia di anni prima. Dopo essersi amati in una vita precedente, sembrano destinati a ricongiungersi: e l'amore, che dissolve la rabbia e guarisce l'affiliazione, rappresenta per entrambi l'unica possibilità di guarigione. Con Molte vite, un solo amore lo psichiatra Brian Weiss, che guarisce con l'ipnosi risalendo alle vite precedenti del paziente per trovare la chiave dei malesseri e delle angosce attuali, racconta un doppio caso clinico facendoci riflettere sulla profonda necessità che si nasconde dietro le apparenti coincidenze delle vicende amorose.
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