Gli scrittori della porta accanto

Un atomo di verità, di Marco Damilano

Un atomo di verità, di Marco Damilano - Recensione

Libri Recensione di Beatrice Rurini Un atomo di verità. Aldo Moro e la fine della politica in Italia, di Marco Damilano, Feltrinelli, 2018. Un viaggio nella memoria personale e collettiva, nei luoghi, nelle correlazioni con i protagonisti degli anni dal '68 all'89.

Il rapimento di Aldo Moro è stato emblematico per la politica italiana, per lo Stato e per i cittadini. Cos'ha portato lo abbiamo imparato dopo, a nostre spese. Ma il racconto di Marco Damilano va al di là dell'aspetto politico, forse troppo abusato sotto tanti punti di lettura.
Si apre con il ricordo di un bambino in balia di una città assente, tutta presa a cercare di capacitarsi di un'azione tragica ed insensata per quei momenti. Damilano, però, non si perde nel racconto nudo e crudo, ma ripercorre i luoghi di un uomo che sapeva dei suoi limiti ma che cercava di crearsi mediatore in un periodo di forte instabilità. E lo fa con la lentezza del politico e dell'uomo fortemente religioso, che si prendeva i suoi tempi di preghiera, probabilmente per ragionare e trovare quel compromesso a cui si sarebbe voluto aggrappare quel giorno del 16 marzo.
Con l’uccisione di Moro non solo è finita la DC, ma anche la Prima Repubblica, trascinatasi stancamente fino all’epilogo di Mani pulite del '92-'93. La sua morte ha segnato la fine della politica come leva privilegiata del cambiamento, della mediazione ed ha reso impossibile un’autoriforma dei partiti a lungo attesa, della classe dirigente e del personale politico.

Ma se Moro fosse sopravvissuto, la politica sarebbe stata in grado di intraprendere un cammino differente, senza ridursi al basso teatrino di cui siamo spettatori oggi? 

Sarebbe riuscita a fare un salto di qualità? Sembrerebbe di sì, secondo Marco Damilano, specificando come i tragici fatti del 1978 spieghino il nostro presente e siano un monito costante al nostro futuro.
Un libro più che necessario, anzi alternativo ed indispensabile, scritto con la grazia e la accuratezza che contraddistinguono il giornalista. Non scontato, s'intrufola nelle pieghe delle carte e delle lettere che sono a disposizione, rendendoci partecipi di situazioni di cui comunque ancora si possono fare solo ipotesi ed elucubrazioni (soprattutto perché dopo 40 anni gli attori principali stanno via via scomparendo).
Non toccava a noi salvarlo, quella mattina in via Fani.
[...] Ma tocca a noi, invece, continuare il cammino per diventare una democrazia adulta, avere sempre fame di giustizia, sete di un atomo di verità.
Quella verità a cui Aldo Moro ha reso limpidamente testimonianza nel corso di tutta la sua esistenza, fino al sacrificio.


Un atomo di verità
Aldo Moro e la fine della politica in Italia

di Marco Damilano
Feltrinelli
ISBN 978-8807070471
Cartaceo 15,30€
Ebook 9,99€

Sinossi
«Via Fani è stato il luogo del nostro destino. La Dallas italiana, le nostre Twin Towers. Nel 1978, l'anno di mezzo tra il '68 e l'89. Tra il bianco e nero e il colore. Lo spartiacque tra diverse generazioni che cresceranno tra il prima e il dopo: il tutto della politica - gli ideali e il sangue - e il suo nulla.»
Il sequestro di Aldo Moro ha segnato la fine della Repubblica dei partiti. Marco Damilano torna su quell'istante, le nove del mattino del 16 marzo 1978, in cui il presidente della Dc fu rapito e gli uomini della sua scorta massacrati. Fu l'inizio di un dramma nazionale e di una lunga rimozione. Un viaggio nella memoria personale e collettiva, nei luoghi, nelle correlazioni con altri protagonisti di quegli anni come Sciascia e Pasolini. Le carte personali di Moro rimaste finora inedite, le foto, i ritagli, gli scambi epistolari con politici, intellettuali, giornalisti, persone comuni. La ricostruzione della sua strategia e della sua umanità, strappata all'immagine di prigioniero delle Brigate rosse e restituita al ruolo politico di chi aveva capito meglio di tutti l'Italia, "il paese dalla passionalità intensa e dalle strutture fragili", e la debolezza del potere. Dopo l'assassinio di Moro, il 9 maggio, al termine di 55 giorni di tragedia, sono arrivate la morte di Berlinguer, la dissoluzione della Dc, Tangentopoli e la latitanza di Craxi in Tunisia. Fino all'ultima stagione, con la politica che da orizzonte di senso per milioni di italiani si è fatta narcisismo e nichilismo, cedendo alla paura e alla rabbia. Per questo la voce di Moro parla ancora, come aveva previsto lui stesso: «lo ci sarò come un punto irriducibile di contestazione e alternativa».

Beatrice-rurini

Beatrice Rurini
Sono appassionata di lettura e musica sin da piccola. Ho conseguito la maturità magistrale (senza insegnare), studiato pianoforte e violoncello. Lavoro come restauratrice d'arte. Sono sposata con prole e, soffrendo d'insonnia, mi appoggio alla lettura per evitare di stare con le mani in mano.


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