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Io che conosco il tuo cuore, di Cervi, e L'uomo che dorme, di De Rosa

Io che conosco il tuo cuore, di Cervi, e L'uomo che dorme, di De Rosa - Recensione, Libri

Libri Minirecensioni di Beatrice Rurini. Io che conosco il tuo cuore. Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio, di Adelmo Cervi, Piemme, e L'uomo che dorme, di Corrado De Rosa, Rizzoli.


Io che conosco il tuo cuore. Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio, di Adelmo Cervi, Piemme, 2018. Un mondo da raccontare in mezzo a due foto, un padre morto troppo presto e una madre china sui campi.

Una storia recente, una di quelle che lasciano il segno anche sui muri, storia di tutti comunque, un po' pesante per chi l'ha vissuta, scritta con parole semplici che nascono dal ricordo un po' evanescente di uno dei fratelli che hanno combattuto, prima con l'ingegno del lavoro dei campi, poi per un'idea di libertà, per un'Italia più giusta.
Chi erano i partigiani, come nasce il mito che accompagna le escursioni tra l'appennino reggiano, quello parmense e quello modenese? Cosa pensavano le famiglie rurali per mettere a repentaglio i propri cari? E perché proprio i Cervi, un po' matti e troppo numerosi? La risposta c'è, semplice e chiara come l'esposizione che ne fa questo figlio orfano, che ha ricostruito il puzzle della vita di suo padre, degli zii e di un repubblichino poi divenuto amico di famiglia. Puzzle non facile perché parecchi pezzi mancano e quelli che ci rimangono stanno sbiadendo. Un libro scritto come si narravano le storie una volta, nel caldo della stalla, tra una mucca e le galline, semplice ma efficace.

Io che conosco il tuo cuore
Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio

di Adelmo Cervi
Piemme
Romanzo storico
ISBN 978-8856637175
Cartaceo 14,36€
Ebook 8,99€

Sinossi
Un ex-ragazzo di oggi, figlio di un padre strappato alla vita, racconta la vicenda di quel padre, Aldo, partigiano con i suoi sette fratelli nella banda Cervi, per rivendicare la sua storia e, al tempo stesso, per rivendicare di essere figlio di un uomo, non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie. Una vicenda racchiusa tra due fotografie. La prima, degli anni trenta: una grande famiglia riunita, sette fratelli, tutti con il vestito buono, insieme alle sorelle e ai genitori. La seconda, dopo la fucilazione dei sette fratelli da parte dei fascisti: solo vedove e bambini, soli di fronte alle durezze del periodo, alla miseria, ai debiti, anche alle maldicenze. 


L'uomo che dorme, di Corrado De Rosa, Rizzoli, 2018. Una commedia nera dal tono amaro e scanzonato, dedicata a una generazione a tratti infantile e maldestra in amore.

Non è un noir, non è un thriller e non ha neppure quegli exploit pirotecnici che vi possono far saltare sulla sedia. Eppure riesce perfettamente a tener incollato il lettore ai capitoli, uno dopo l'altro, nella successione degli eventi.
Una scrittura giovane e ricca di sfumature ironiche, mai banale ma ben costruito.
Antonio è il prototipo dell'uomo immaturo, che nella quotidianità incasinata ci si trova comunque a suo agio, incapace di risolvere i propri guai sentimentali ma un ottimo psichiatra. Pochi amici, incasinati pure quelli, un amore che fu ma difficile da lasciar andare, un figlio bravo e buono vittima del bulletto della classe, fanno di questo romanzo le corolle che aprono le porte a parecchi momenti di riflessione.

L'uomo che dorme

di Corrado De Rosa
Rizzoli
Narrativa
ISBN 978-8817099462
Cartaceo 14,45€
Ebook 9,99€

Sinossi
Da un po' di tempo, Antonio Costanza ha preso la vita contromano: non per scelta e nemmeno per ostinazione. A quarant'anni, è vittima di un'indolenza che niente riesce a scalfire, neppure i brutali omicidi di due prostitute. Non sarebbe troppo grave se Antonio fosse solo Antonio. Invece è anche il dottor Costanza, psichiatra e consulente del Tribunale per i crimini violenti. Uno che se la vede con disadattati cronici, finti pazzi e bastardi veri. Così, quando l'ombra di un serial killer si allunga su Salerno, città sospesa tra vecchi sapori di provincia e vanità da metropoli sul mare, Antonio fa l'impossibile per non essere coinvolto. La sveglia però sta suonando, tanto più che di mezzo ci si mette una giornalista dal sorriso favoloso. Il sonno della svogliatezza è finito e al dottor Costanza toccherà sondare la mente omicida di uomini che odiano le donne, trascinato in un caso in cui la Legge sembra incapace di fare giustizia. 


Beatrice-rurini

Beatrice Rurini
Sono appassionata di lettura e musica sin da piccola. Ho conseguito la maturità magistrale (senza insegnare), studiato pianoforte e violoncello. Lavoro come restauratrice d'arte. Sono sposata con prole e, soffrendo d'insonnia, mi appoggio alla lettura per evitare di stare con le mani in mano.


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