Gli scrittori della porta accanto

La Terra canta in Do, di Maurizio Agostini: incipit

La Terra canta in Do, di Maurizio Agostini: incipit

Incipit #182 Luglio 1859. Covent Garden, Londra.



La Terra canta in Do
L'arma segreta
di Guglielmo Marconi

di Maurizio Agostini
Thriller storico scientifico

ebook 2,99€
cartaceo 15,00€


Annie Jameson e la sua amica Roisin sorseggiavano il loro tè a un tavolino di ‘Punch and Judy’ e, ogni tanto, gettavano uno sguardo sulla piazzetta sottostante, piena di artisti di strada che si esibivano in numeri estemporanei.
Annie aveva gli occhi tristi e poca voglia di parlare. La sua migliore amica cercava inutilmente di consolarla: «Annie, non te la prendere. Devi capire tuo padre e la tua famiglia. In fondo non hanno tutti i torti. Fare la cantante alla Royal House non è cosa che fa per te».
Fece un gesto ampio con la mano per abbracciare la piazzetta sottostante. «Tu non sei una di loro, per fortuna. Tu sei una Jameson. Non ti puoi confondere con i ladri e le prostitute».
«Roisin, non dire stupidaggini. Le cantanti d’opera non sono prostitute».
«Ma i tuoi genitori pensano che attrici e cantanti siano solo donne di malaffare» e poi aggiunse, come tra sé e sé: «E non hanno poi tutti i torti».
Annie non rispose ma Roisin non si diede per vinta: «Sì, lo so, la tua voce è splendida, sei una grande soprano. Ma puoi sempre cantare in privato, per noi, per gli amici. Non sei mica costretta a lavorare per vivere».
«Il canto e la musica sono la mia vita, Roisin».
«Allora dovresti essere contenta che i tuoi genitori ti abbiano regalato un viaggio in Italia. Avrai la possibilità di vedere il Bel Paese, di conoscere tutti i musicisti italiani, di cantare con loro. Tornerai ancora più brava».
«Tornerò?».
Roisin si rabbuiò: «Ma che dici? Certo che tornerai. E canterai per noi e solo per noi».
«Cantare all’Opera era un’altra cosa. Mi avevano già scelta, mi avevano già proposto un contratto, anche piuttosto buono».
Roisin scosse la testa: «Ma Annie! Di che contratto parli? Con i proventi delle vostre distillerie tuo padre la Covent Garden Royal Opera House se la può comprare. Pensa piuttosto al tuo viaggio. Quando parti?».
Annie rispose senza mutare l’espressione triste dei suoi occhi: «Mio padre ha contattato un suo amico banchiere di Bologna. Mi pare si chiami Renoli, de Renoli o qualcosa del genere. Mi ospiteranno per tutto il tempo che studierò al Conservatorio di Bologna».
Roisin la interruppe con gli occhi sognanti: «Io sarei entusiasta nei tuoi panni».

Annie Jameson, nipote del fondatore delle distillerie di whiskey Jameson & Sons, si trasferì a Bologna per studiare il ‘bel canto’, conobbe e sposò Giuseppe Marconi e divenne la madre di Guglielmo Marconi.

Quella sera erano in tre da Zanarini all’ora dell’aperitivo.

Francesca si era portata dietro Eleonora, una ragazza che Marcello non aveva mai visto prima.
«Ciao, Marcello» lo salutò Francesca, baciandolo sulla guancia: «Lei è Eleonora». Poi, rivolta alla ragazza: «E lui è il Marcello di cui ti ho parlato tante volte».­
Marcello le diede la mano piacevolmente colpito. Davvero carina.
«So tutto di te Marcello. Francesca non parla d’altro che di te» lo apostrofò Eleonora, con una certa aria di sfida.
«Non darle retta. Non c’è nulla di vero in quello che Francesca dice di me» la rassicurò lui.
«Peccato, lei parla di te molto bene» ribatté lei.
Marcello aveva un fare gentile ma non poteva nascondere una certa irritazione. Chi era costei che si materializzava improvvisamente tra lui e la sua Francesca?
Francesca intervenne prontamente: «Eleonora è la mia fidanzata».
«Ah…» riuscì solo a rabberciare Marcello. Poi, dopo qualche secondo di imbarazzo: «Scusa lo stupore, Eleonora. È la prima volta che Francesca mi presenta una delle sue fidanzate».
Francesca scoppiò a ridere: «Te lo avevo detto, Eleonora, Marcello è un gaffista principesco».
Poi rivolta a lui: «Marcellino, non ti ho mai presentato una mia fidanzata perché Eleonora è la mia ‘prima’ fidanzata» sottolineando molto la parola ‘prima’.
«No, cioè, scusa, non volevo dire… Oh, beh, insomma, due contro uno non vale. Ordiniamo piuttosto?». Magicamente si materializzò Angelo, il mitico cameriere di Zanarini.
«Angelo, per me il solito Negroni ma stasera fallo forte che ne ho bisogno» disse Marcello.
«Negroni anche per noi, Ely?».
«Ok, Francesca, ma con molti stuzzichini».
Un po’ a disagio, Marcello tentò una captatio benevolentiae forse un po’ fuori luogo: «Allora, Francesca... ti sei fidanzata finalmente. Era ora. E hai scelto una ragazza davvero di grande bellezza».
«Che ti dicevo Ely? È fatto così. Ma non è cattivo» interloquì Francesca diretta a Eleonora, ma accarezzando una mano a Marcello. Anche Eleonora rise: «Sì, Marcello io ti conosco già. Sei proprio uguale a come ti ha descritto Francesca».
«Io invece non so nulla di te. Cosa fai di bello nella vita?».
«Mah, giro, faccio cose, vedo gente, sai com’è».
Marcello guardò Francesca con uno sguardo perplesso e pensò: ‘Ma perché non l’hai lasciata a casa? Come tutte le altre tue fidanzate?’.
Francesca, pur essendo a vedersi del tutto simile a una donna, in realtà non lo era. Aveva successo sia con gli uomini che con le donne per questa sua particolarità, ma Marcello non aveva alcuna notizia di suoi ‘fidanzati’ maschi mentre ne aveva diverse di sue ‘fidanzate’ femmine. Marcello sapeva che a lei, sessualmente uomo ma esteticamente donna, piacevano più le donne che gli uomini, pur essendo ugualmente seduttiva con entrambi.
Forse era proprio il fatto che a lei piacessero le donne che rendeva la loro amicizia così speciale.
Francesca gli accarezzò di nuovo la mano e disse: «Eleonora sta finendo il dottorato di ricerca in fisica. Sta scrivendo una tesi su Marconi».
Marcello guardò Eleonora: «Beh, ti vergognavi a dirlo? Non c’è nulla di male a fare ancora l’università alla tua età».
Eleonora rispose piccata: «Non sono così vecchia come ti sembro, Marcello. Sono perfettamente in età da specialità».
Francesca intervenne: «Marcello dai, non fare il geloso e non essere ridicolo. E tu, Eleonora, non farci caso, ti avevo avvertita».

Quarta di copertina
La Terra canta in Do. L'arma segreta di Guglielmo Marconi di Maurizio Agostini (Amazon), 2019.

Guglielmo Marconi, l’inventore che più di tutti ha forgiato il mondo in cui viviamo, creò in vecchiaia un’arma elettromagnetica potentissima: il Raggio della Morte.
Quasi nulla è trapelato di tale invenzione ma è noto che Mussolini rimase convinto fino alla fine che, se Marconi non fosse morto all’improvviso prima di rivelargliene il segreto, le sorti della guerra mondiale sarebbero cambiate.
Marcello e Francesca, gli ‘investigatori per caso’ protagonisti dei romanzi di Maurizio Agostini, incontrano Eleonora, una lontana discendente del grande inventore, determinata a svelarne il mistero. La ragazza ritrova, in un rudere sulla costa ligure, dei documenti inquietanti che rivelano particolari inediti sia dell’attività scientifica che della vita privata di Marconi.
Ne nasce una spy story che coinvolge governi, politici, scienziati e agenti segreti che continua fino ai nostri giorni. E ne nasce anche un conturbante menage a trois, parallelo a quelli cui sembrava indulgere il grande Guglielmo.
In un romanzo in cui niente è uguale a quello che sembra, i tre protagonisti si imbattono nei due Majorana, Ettore e Quirino, che sembrano svolgere un ruolo determinante nello sviluppo dell’arma segreta, in giovani millantatori che sostenevano di chiamarsi anch’essi Marconi e di possedere il Raggio della Morte, in bizzarri personaggi, in contatto con il governo italiano e con quello americano, che chiedevano milioni di dollari per svelarne il segreto.
E tutto sulla base di documenti storici incontrovertibili (la cui realtà è verificabile ed è esplicitata in un’apposita appendice bibliografica).
Pizzini dei servizi segreti del fascismo, articoli dei più importanti giornali dell’epoca, sconvolgenti testimonianze di Rachele Mussolini e infine l’ultima, drammatica, confessione del Duce stesso non lasciano dubbi: il Raggio della Morte resta uno dei più grandi misteri del secolo scorso ma continua a esplicare i suoi enigmatici effetti ancora oggi.
Aiutati da un gesuita in punto di morte e da informazioni provenienti dai più alti livelli, i tre protagonisti riescono infine a svelare il principio scientifico dell’arma marconiana, derivante da una stupefacente intuizione musicale che conduce a una rivoluzione nella fisica post-einsteiniana.
E giungono a una conclusione sconvolgente e di impressionante attualità.

★★★★★

Il buon giorno si vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
Secondo voi, quante stelline si merita il biglietto da visita di questo libro?

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