Gli scrittori della porta accanto

Maurizio Agostini presenta: La Terra Canta in Do

Maurizio Agostini presenta: La Terra Canta in Do

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Nel suo thriller storico scientifico La Terra canta in Do (Independently Published), Maurizio Agostini racconta dell'ultima invenzione di Guglielmo Marconi, un'arma elettromagnetica potentissima.

Maurizio Agostini è nato a Bologna il 2 aprile 1955, dove vive. Laureato in ingegneria nucleare all’Università di Bologna, ha lavorato con la società di studi economici facente capo a Romano Prodi (Nomisma S.p.A.) per quindici anni. Ha ricoperto diversi incarichi in varie società di servizi, in particolare è stato presidente e amministratore delegato di ATC. S.p.A., società di trasporti pubblici locali di Bologna. Attualmente si dedica alla scrittura e alla diffusione di verità scomode dimenticate dai più. Gestisce il blog personale StoriaSegreta.com. Scrive libri che aggiungono alla pura fiction approfondimenti storici e scientifici accuratamente taciuti dalle narrazioni ufficiali. Nei suoi due romanzi (Aelia Laelia Crispis – L’enigma della Pietra e La Terra canta in Do – L’arma segreta di Guglielmo Marconi) gli ‘investigatori per caso’, Marcello e Francesca, si ritrovano coinvolti in misteri più grandi di loro ma che, alla fine, riescono in qualche modo a districare.

La Terra canta in Do
L'arma segreta di Guglielmo Marconi

di Maurizio Agostini
ISBN 978-1098999094
Thriller storico scientifico
ebook 2,99€
cartaceo 15,00€

Sinossi

Guglielmo Marconi, l’inventore che più di tutti ha forgiato il mondo in cui viviamo, creò in vecchiaia un’arma elettromagnetica potentissima: il Raggio della Morte. Quasi nulla è trapelato di tale invenzione ma è noto che Mussolini rimase convinto fino alla fine che, se Marconi non fosse morto all’improvviso prima di rivelargliene il segreto, le sorti della guerra mondiale sarebbero cambiate. Marcello e Francesca, gli ‘investigatori per caso’ protagonisti dei romanzi di Maurizio Agostini, incontrano Eleonora, una lontana discendente del grande inventore, determinata a svelarne il mistero. La ragazza ritrova, in un rudere sulla costa ligure, dei documenti inquietanti che rivelano particolari inediti sia della attività scientifica che della vita privata di Marconi. Ne nasce una spy story che coinvolge governi, politici, scienziati e agenti segreti che continua fino ai nostri giorni. E ne nasce anche un conturbante menage a trois, parallelo a quelli cui sembrava indulgere il grande Guglielmo. In un romanzo in cui niente è uguale a quello che sembra, i tre protagonisti, nello svelare il principio costruttivo dell'arma marconiana, derivante da una stupefacente intuizione musicale, giungeranno a una conclusione sconvolgente e di impressionante attualità.Il primo romanzo della serie delle investigazioni di Marcello e Francesca, dello stesso autore, è Aelia Laelia Crispis, L'enigma della Pietra. ed. Pendragon.


L'autore racconta



Buongiorno Maurizio Agostini e benvenuto nel nostro web magazine culturale. Com’ è nata l’idea di questo romanzo, è nata prima la trama o prima il titolo?

L’idea viene da lontano. Un amico di mio padre Don Giovanni Marchi, rettore della basilica di San Luca negli anni ‘70, era il nipote di Antonio Marchi, il factotum della famiglia Marconi. Da ragazzo quindi ebbi accesso a qualche racconto di prima mano su Guglielmo Marconi.
Nella mia città, Bologna, che gli diede i natali, egli è però quasi totalmente ignorato. Nel dopoguerra, la rossa Bologna non lo amava perché Marconi era stato fascista ma oggi questa contrapposizione mi pare ridicola.
È quindi ora di dedicargli un libro che lo restituisca in una giusta luce e si tratta di una luce assai particolare. Guglielmo era molto diverso dalla sua immagine ufficiale, sia nella vita privata sia nella sua produzione scientifica, egli era un vero ‘mistero’.
Intanto non era veramente italiano. Sua madre era irlandese, della famiglia Jameson, proprietaria della grande fabbrica di whiskey. Per molti anni Guglielmo parlò solo dialetto bolognese e inglese, in italiano si esprimeva malamente perché non andava a scuola, preferendo sua madre impartirgli una educazione con maestri privati, da brava nobildonna anglosassone.
Non inventò affatto la radio, che non amava, ma la comunicazione bidirezionale senza fili, i telefonini. E non fu certo un caso se la sua ultima invenzione, il Raggio della Morte, avrebbe potuto cambiare il mondo, oltre che l’esito della guerra.
Quando mi sono casualmente capitati in mano dei documenti dimenticati dai più, come l’ultima intervista di Mussolini e la testimonianza di Rachele, ho deciso di indagare a fondo. Infatti la trama del romanzo non l’ho scritta io, l’hanno scritta gli avvenimenti. Il titolo, invece, l’ho scritto io ma alla fine, quando tutto era successo.

E.M. Cioran affermava: «I libri andrebbero scritti unicamente per dire cose che non si oserebbe confidare a nessuno». Ci anticipi qualche indiscrezione su La Terra canta in Do- L'arma segreta di Guglielmo Marconi?

C’è qualcosa di vero nella citazione anche se non mi esprimerei proprio in questi termini. Ho provato spesso a parlare delle cose che avevo in testa con gli amici ma la discussione prendeva sempre direzioni sbagliate. Scrivere invece ti dà un enorme vantaggio, puoi parlare ex-cathedra, senza che nessuno ti possa interrompere e puoi dare alla narrazione la direzione che vuoi.
I miei libri sono complessi e hanno diverse chiavi di lettura che si intersecano. Vi è una parte di fiction, di pura invenzione, che parla del mondo di oggi, privo di punti di riferimento e dove i miei personaggi si muovono alla ricerca di qualcosa che non sanno bene cos’è. Sono dei quarantenni viziati, incapaci di mettersi realmente in gioco, ma che vedono chiaramente come il loro mondo stia avviandosi verso la fine. Saranno capaci di inventarsi qualcosa di nuovo?
Vi è poi una chiave di lettura storico-scientifica, che non è di mia invenzione ed è ben documentata in una apposita Appendice Bibliografica, ma che è piena di sorprese. Io mi limito a trarre dall’oblio cose dimenticate o volutamente celate ma si tratta di vere ‘bombe’ che possono cambiare il corso della storia.
Vi è infine una chiave di lettura ‘profetica’. Le profezie di Giovanni XXIII, citate nel libro, si stanno indubbiamente avverando. Ci si può credere o meno ma le suggestioni non sono facile da ignorare.

Si dice che lo scrittore sia un “ladro di vite”. Per creare i tuoi personaggi hai “rubato” la vita a persone di tua conoscenza? Quanto c’è di autobiografico e quanto di romanzato?

Di realmente autobiografico c’è poco a meno che non si voglia considerare autobiografico quanto di bolognese c’è nei miei romanzi. Ma le vite sì, sono saccheggiate. Francesca, la transessuale protagonista dei miei romanzi, è fisicamente identica a Eva Robin’s, anche lei bolognese, anche se non lo è nella psicologia. Sono contento che anche Eva abbia annunciato, proprio ora, che che si sposerà con una donna, come fa la mia protagonista nel romanzo. In fondo non ho fatto altro che dare un’anticipazione.
Gli altri personaggi sono dei mix e non possono essere attribuiti in toto a nessuno in particolare.

I luoghi del libro sono reali o di fantasia?

Sono tutti completamente reali. Il romanzo si svolge tra Bologna e Levanto, sulla costa ligure dove Marconi faceva i suoi esperimenti sulle micro-onde. Il rudere della sua casa è ancora lì, con la misteriosa lapide di fronte al cancello, che riproduco a pag. 47. La villa di Marconi a Pontecchio, dove ha sede la Fondazione Marconi, è visitabile, nei giorni feriali, ma solo su appuntamento. Anche i luoghi marconiani irlandesi sono stati da me appositamente visitati e descritti.

A monte del romanzo c’è un lavoro di ricerca o di documentazione?

È stato il lavoro più impegnativo, più lungo e più divertente. Guglielmo Marconi è stato imprigionato per decenni in una immagine stereotipata che però è molto lontana da quello che era veramente. Basti dire che, negli anni ‘20, divorziò e lo fece a Fiume, poco prima della sua annessione all’Italia perché là si poteva fare, tramite il suo amico D’Annunzio.
Poi riuscì ad ottenere anche l’annullamento dalla Sacra Rota e si risposò in chiesa. Ma aveva già chiesto in sposa una famosa attrice, Francesca Bertini, che rifiutò, quando era già sposato con la sua prima moglie!
Grande don Giovanni, grande ballerino, grande musicista, personalità modernissima anzi contemporanea. La documentazione che permette di inquadrare Marconi in questa nuova luce è recente per cui solo qualche anno fa non sarebbe stato possibile scrivere questo libro. Ma i documenti principali sul Raggio della morte, la sua ultima invenzione, non sono recenti è sono stati semplicemente dimenticati. Per fortuna un appassionato di storia del lago di Garda, Livio Parisi, decise di ripubblicare, a sue spese, l’ultima intervista del Duce in un libretto fuori commercio, così come mi capitò tra le mani la testimonianza di Rachele Mussolini, quasi introvabile.
Il futuro della libertà e della conoscenza è nei libri usati, che sfuggono alla censura e alle volute dimenticanze. Uno di essi, citato nel romanzo in relazione al Titanic, dal cui naufragio la famiglia Marconi si salvò all’ultimo momento, è stato aggiudicato di recente ad un’asta a ben 7.000 $.

Italo Calvino citava così: «Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto». Tra le righe di la Terra canta in Do, si cela qualche messaggio particolare che il lettore dovrà scoprire?

Sì. Si comprenderà meglio con il terzo romanzo dove dovrebbe risultare chiaro che la profezia di fondo a cui faccio sempre riferimento è l’Apocalisse di San Giovanni, dove si descrivono i Quattro Cavalieri. Questo libro è dedicato al secondo Cavaliere, il cavallo rosso, la guerra, le armi. Il mio primo romanzo si ispirava invece al primo cavaliere, su un cavallo bianco, l’Anticristo. Facile presagire che il terzo libro parlerà del terzo Cavaliere, quello nero.
L’interpretazione dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse non è però quella tradizionale, è più New Age e più ottimistica, anche se, come nella tradizione, narra di ciò ciò che sta accadendo oggi, qui e ora, nei dintorni dell’Apocalisse.

Grazie Maurizio Agostini per essere stato con noi, in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.



Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Madre di tre figli, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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