Gli scrittori della porta accanto

Bali on the road, racconto di Luigi Lazzaroni

Bali on the road, racconto di Luigi Lazzaroni

Inediti d'autore Racconto di Luigi Lazzaroni. Una Bali on the road, un botta e risposta serrato tra due viaggiatori e il loro autista indonesiano, per scoprire usanze e tradizioni.

Lui è Wayan. Io sono io. Lei è mia moglie.
Wayan è l’autista/accompagnatore, io sono seduto al suo fianco per fargli compagnia, mia moglie è dietro e si sente emarginata. Sulla strada che da Sidemen porta al tempio madre di Besakih, il tempio più importante di Bali. La conversazione si svolge in balinglese infiorato da neologismi briantei.
Io, per attaccare bottone: «Bella la tua macchina, è nuova?» (è una Toyota Avanza, sono tutte Toyota Avanza a Bali, il finestrino lato passeggero non funziona e la tendina parasole è bloccata col nastro adesivo).
Wayan: «No, non è mia, è di mio fratello, me la presta quando devo accompagnare qualche turista, in realtà è della banca, i soldi che guadagno vanno un po’ a me, un po’ a mio fratello e il resto alla banca».
Lei: «Chiedigli quanti fratelli ha». Io: «Quanti fratelli hai?» Wayan: «Quattro fratelli».
E lui è? E tu sei? Io sono il terzo.
Nessuna sorella? Nessuna sorella? No, nessuna sorella.
Io, per riprendere l’iniziativa: «Che bella valle! Non ci sono però risaie, cosa coltivano?»
Ortaggi, arachidi, chili… Chili? Sì i peperoncini piccanti, li alternano col riso.
Lei, come se non avessimo detto niente: «Chiedigli quanti anni ha». Quanti anni hai? 32 anni.
È sposato? Sei sposato? Sì.
Ha figli? Hai figli? Sì, uno di tre anni e uno in arrivo.
Maschio? Maschio? Sì due maschi.
Allora serve una femmina. Non è una domanda. Dai, diglielo.
Io, di nuovo: «Ma di chi sono questi campi?»
Sono di grandi proprietari e i contadini che li coltivano dividono il raccolto col padrone. Come? Nel caso del riso 60% al padrone, 40% al contadino, gli altri prodotti 40% al padrone e 60% al contadino. Ma i soldi per comprare i vestiti, la casa, andare a scuola, da dove arrivano? Dalla vendita del chili e degli ortaggi, il riso lo si consuma tutto ma il resto si vende e poi ci sono i tessuti che fanno le donne in casa.

Lei, sporgendosi in avanti: «Donne? A che età ci si sposa in Indonesia?» 

Generalmente a 25 -28 anni.
Lei: «I matrimoni sono matrimoni combinati in Indonesia?» Io, sapendo dove sarebbe andata a parare: «Come si fa il matrimonio a Bali?»
Quando due si vogliono sposare devono avere il permesso dei genitori poi si fa una cerimonia al tempio e solo dopo possono andare a vivere assieme alla famiglia.
Io, subito di seguito: «Ma poi per farle diventare di nuovo risaie serve ancora l’acqua, da dove viene e chi la gestisce, è un bel casino (in italiano)?»
L’acqua delle risaie della parte est dell’isola arriva tutta dal Gunung Agung, il vulcano su cui stiamo salendo, e viene gestita dal subak. Cos’è? È una specie di assemblea di ogni villaggio che decide per tutti ma poi i lavori per sistemare i canali si fanno in comune e si ricevono un po’ di fondi anche dal governo.
Insiste lei: «Non ho capito, ma loro si sono sposati per amore o no?» Wayan: «Amore (in italiano)?»
Ma come parli italiano? No, qualche parola. E dove l’hai imparato? Ho lavorato sulle navi della Costa Crociere per sette anni. Io: «E cosa facevi?» Prima le pulizie, poi cameriere di cabina. Lei: «Guadagnava bene?» Io: «Com’era il lavoro?» Certo, era un lavoro duro ma guadagnavo quattro o cinque volte di più, anche se dopo Schettino (Schettino? Lo sanno anche qui?) Costa Crociere ha abbassato i salari ma io sono contento ho girato il mondo e imparato un po’ di altre lingue, i soldi mi sono serviti per sposarmi e costruire la casa.
Io, cercando di prevenire l’inevitabile: «Guarda, un altro contadino con un sacco di erba in spalla, a cosa serve?»
È l’erba per le mucche, vengono tenute nelle capanne in mezzo alle risaie. Ecco cosa sono quei muuu che ogni tanto si sentono.
Lei, insensibile: «Va bene le mucche, ma lui dove abita?»
Dove abiti adesso? A Sidemen con i miei genitori e i fratelli.
Lei: «Ma non si è fatto una casa tutta sua?» Sì ma forse non ho capito bene, vivete tutti assieme? Sì, a Bali tutte le famiglie vivono insieme, genitori, figli, zii, nipoti. Lei: «Che casino». Devo dirglielo? No, però pensa, la suocera col muso, la nuora con i bambini che piangono, la zitella inacidita, e se uno vuole, se ne può andare? Io: «Volendo, una coppia può mettere su famiglia da sola?» Se uno ha i soldi può decidere di acquistare un nuovo terreno e inizia una nuova famiglia allargata, tranne l’ultimo nato. Senza aspettare lei: «Perché?» Perché si deve prendere cura dei genitori, spesso non hanno la pensione e tutti i vecchi soffrono di dolori alla schiena per via dei lavori in risaia. Io: «Tu sei l’ultimo?» No, sono il terzo. Lei: «L’aveva già detto, chiedigli piuttosto se ha ancora i genitori».
Io: «Ma questo Besakih arriva o non arriva?»

Luigi Lazzaroni

Luigi Lazzaroni
Non credo nell’astrologia ma mi ritrovo in alcune caratteristiche del mio segno, ovviamente quelle che mi fanno più comodo: l’Acquario ama sentirsi libero e sente il bisogno di spostarsi continuamente, adora viaggiare, è attratto da tutto ciò che è nuovo, ha idee continue che gli girano in testa, gli Acquario sono sognatori. Confermo al cento per cento. Per il resto studi classici, laurea scientifica giusto per cambiare, pittura nei periodi di meditazione, fotografia sempre, in montagna da solo o con gli amici, in giro per il mondo con una moglie che mi tiene nel mondo reale tranne che in Amazzonia dove non vuole proprio venire.


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