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Recensione: Cent'anni di solitudine, di Gabriel García Márquez

Recensione: Cent'anni di solitudine, di Gabriel García Márquez

Libri Recensione di Davide Dotto. Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez (Mondadori). Un'Odissea dentro un piccolo universo.

Molti anni dopo, davanti al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía avrebbe ricordato quel pomeriggio remoto in cui suo padre l’aveva portato a conoscere il ghiaccio.
Gabriel Garcia Màrquez, Cent'anni di solitudine
Cent'anni di solitudine è un’Odissea dentro un piccolo universo.
C’è sempre qualcuno che parte e poi ritorna, è assente il telaio di Penelope, ma qua e là fa capolino una macchina da cucire a manovella, via via più antica.
Macondo è un luogo da favola in cui a un certo punto il tempo comincia a scorrere, lasciando emergere a poco a poco una mitologia che replica quella di un’intera civiltà. Invece di Internet ci sono Melquìades e cantastorie centenari che portano racconti e invenzioni straordinarie.

Innumerevoli i personaggi che vivono tra le pagine: bastano per tre, quattro romanzi in quello che è, invece, un unico e potente affresco.

I capostipiti sono José Arcadio Buendía e Ursula Iguarán. Il primo mostra la sprovvedutezza e la curiosità di un Bouvard e Pécuchet messi insieme, capace di comunicare a tavola rivelazioni scioccanti e scandalose: «La terra è rotonda come un’arancia».
L'esasperazione di Ursula è quella del buon senso, ma col buon senso non si fa, ahimè, letteratura e un racconto come questo finirebbe già alle prime pagine.
«Se devi diventare pazzo, diventalo per conto tuo» gridò. «Ma non cercare di inculcare ai bambini le tue idee da zingaro.»
Gabriel Garcia Màrquez, Cent'anni di solitudine

In Cent'anni di solitudine c’è un po’ di tutto.

Imperversano qua e là doti e segni soprannaturali che sono di casa. Qualcosa di queste atmosfere è ripreso da La casa degli spiriti di Isabel Allende. Tanto che il romanzo di García Marquez poteva anche intitolarsi così, per le presenze intangibili e trasparenti di cui è pieno.
Sono molti i libri che il romanzo richiama. Non ultimo Cronaca di una morte annunziata, sempre di Màrquez.
C'è di tutto, si è detto, persino un'epidemia da cui difendersi.
Ogni forestiero che a quel tempo girava le strade di Macondo doveva suonare la sua campanella perché i malati sapessero che era sano. Non gli era permesso mangiare né bere alcunché durante la permanenza, perché non c’era dubbio che la malattia si trasmetteva soltanto per bocca, e tutta la roba da mangiare e da bere era contaminata dall’insonnia. In quel modo la peste rimase circoscritta al perimetro del paese. Fu così efficace la quarantena, che giunse il giorno in cui lo stato di emergenza venne considerato naturale, e si organizzò la vita in tal modo che il lavoro riprese il suo ritmo e nessuno si preoccupò più dell’inutile consuetudine di dormire.
Gabriel García Màrquez, Cent'anni di solitudine
Non mancano ricerche di tesori nascosti, discussioni su omeopatia, complotti, cospirazioni, tentazioni negazioniste.
«Sarà stato sicuramente un sogno» ripetevano gli ufficiali. «A Macondo non è successo, non sta succedendo e non succederà mai niente. Questo è un paese felice.»
Gabriel García Màrquez, Cent'anni di solitudine

Cent'anni di solitudine non è un romanzo che pretenda di essere raccontato per filo e per segno, non ci riusciresti e, appena lo facessi, verrebbe meno l’incanto.

Cent’anni di solitudine è un testo sovrabbondante di storie che si susseguono senza pause in un flusso inesauribile, quasi l’autore l’avesse scritto di getto. Interminabile è la marea dei personaggi che condividendo nomi e destini, si mescolano tra loro, tanto l’uno discende dall’altro senza smentirsi mai.
Gabriel García Marquez lo sa e rincara la dose, creando confusione per esempio tra Aureliano Secondo e José Arcadio Secondo.
«Da allora non si seppe più con certezza chi fosse chi. Anche quando crebbero e la vita li rese diversi, Úrsula continuava a domandarsi se loro stessi non avessero commesso un errore in qualche momento del loro intricato gioco di confusione, finendo per scambiarsi per sempre.»
Gabriel García Màrquez, Cent'anni di solitudine


Cent'anni di solitudine

di Gabriel García Márquez
Mondadori
Narrativa
ISBN 978-8804675983
Cartaceo 13,30€
Ebook 7,99€

Sinossi 

Da José Arcadio ad Aureliano, dalla scoperta del ghiaccio alla decifrazione delle pergamene di Melquíades: sette generazioni di Buendía inseguono un destino ineluttabile. Con questo romanzo tumultuoso che usa i toni della favola, sorretto da un linguaggio portentoso e da una prodigiosa fantasia, Gabriel García Márquez ha saputo rifondare la realtà e, attraverso Macondo, creare un vero e proprio paradigma dell'esistenza umana. Un universo di solitudini incrociate, impenetrabili ed eterne, in cui galleggia una moltitudine di eroi. Edizione del cinquantenario (1967-2017), con il dossier "Gabo racconta la nascita del romanzo".
Davide-Dotto

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