Libri Recensione di Davide Dotto. Ucciderò Sherlock Holmes, di Arthur Conan Doyle (Metamorfosi). Memorie letterarie e avventure del creatore del più celebre detective della storia.
… alla fine dei racconti promessi, ho in mente di uccidere Holmes e di liquidarlo una volta per tutte perché mi distoglie la mente da cose assai più importanti.Il titolo originario di Ucciderò Sherlock Holmes – autobiografia di Arthur Conan Doyle – è Memories and Adventures. Attraverso di essa, l'autore desidera narrare avventure che nulla hanno da invidiare a quelle del celebre investigatore.
Arthur Conan Doyle, Ucciderò Sherlock Holmes.
Privilegiando gli esordi letterari, si attarda più volentieri sulle novelle pubblicate nella rivista London Society e sui romanzi storici, tra i quali Micah Clarke, ambientato nel XVII secolo, del quale lo stesso Oscar Wilde si disse entusiasta, o La campagna bianca, collocato nel XIV. Il primo mistero di Sherlock Holmes, A Study in Scarlet rimane sullo sfondo.
Facendo un po’ il verso a quella famosa notte buia e tempestosa, vicino al lago di Ginevra – in cui vennero alla luce il Frankenstein di Mary Shelley e il Vampiro di John Polidori – Oscar Wilde e Conan Doyle una sera promisero vicendevolmente di scrivere un romanzo.
L'uno concepì Il Ritratto di Dorian Grey, l'altro pose mano a Il segno dei quattro.Arthur Conan Doyle se non è riuscito a uccidere Sherlock Holmes, non vede tuttavia l’ora di liberarsene.
Preferisce parlare del nonno paterno che disegnava gentiluomini per un pubblico di gentiluomini, in un’epoca in cui la satira consisteva nella spiritosità del disegno e non nella deformazione dei visi.
Confida la propria indole di attaccabrighe e la determinazione nel far valere i propri diritti.
Arthur Conan Doyle ci informa di essere stato un lettore vorace, tanto veloce da non poter cambiare i libri in biblioteca più di due volte al giorno. E via di seguito, fino agli studi di medicina a Edimburgo.
Un capitolo è dedicato all'amore per lo sport, al resoconto redatto in occasione dei Giochi Olimpici del 1908.È stato presente sul fronte italiano nel corso della Prima Guerra Mondiale: a Padova, Udine e in Trentino.
Nonostante le intenzioni, Sherlock Holmes, però, non fa che riapparire e sfuggirgli di mano.
Uscito dalle opere che conosciamo, da sempre il detective vive un'esistenza autonoma, confondendosi tra le persone reali. Se il suo creatore ha voluto allontanarlo da sé, altri hanno tramato affinché superasse indenne qualsiasi barriera del tempo e della storia.
Colpevoli e complici sono stati Sidney Paget (1860-1908) e Eille Norwood (1861-1948).
Sherlock Holmes infatti entra nell’immaginario collettivo (una sola cosa col mito) attraverso le illustrazioni a piena pagina del primo e, nel cinema, nelle sembianze del secondo.E noi ce lo immaginiamo ancora lì, seduto su un sofà con quattro, cinque cuscini e un'oncia di tabacco, a tirare le fila sul suo ultimo caso; o pronto a impersonare se stesso a teatro, presentandosi sotto falso nome, indossando le proprie vesti nemmeno fossero quelle di un altro.
Ucciderò Sherlock Holmes
di Arthur Conan DoyleMetamorfosi
Biografia
ISBN 978-8895630519
Ebook 5,99€
Sinossi
ARTHUR CONAN DOYLE (1859-1930) medico e scrittore, è passato alla storia non solo letteraria, ma anche del costume, per essere l’inventore del personaggio universale di Sherlock Holmes. Era quanto di peggio Doyle potesse augurarsi, visto che il suo sogno era di passare ai posteri come autore di poderosi romanzi storici, saggi sulla Grande Guerra o autore di trattati sullo spiritismo. Per questo in vita cercò più volte di “uccidere” il suo celebre detective, ma il favore popolare e, non ultimo, il denaro che gli rendevano gli episodi di Sherlock Holmes (denaro con il quale rimediava alle perdite dei suoi progetti più “nobili”) gli impedirono di compiere l’insano gesto. Sportivo e viaggiatore instancabile, in queste memorie Conan Doyle traccia un vivissimo ritratto di cinquant’anni di storia inglese ed europea, ricco di personaggi e di episodi famosi. E anche di “piccole storie”, come quella di Dorando Pietri alle Olimpiadi di Londra del 1908, per il quale lo scrittore si fece promotore di un premio di consolazione.
Davide Dotto |
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