Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Biglietto di terza classe, il romanzo storico di Silvia Pattarini

Recensione: Biglietto di terza classe, di Silvia Pattarini

Libri Recensione di Stefania Bergo. Biglietto di terza classe di Silvia Pattarini (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto). La Merica dei primi anni del '900, la vita di migliaia di italiani immigrati in cerca di un futuro migliore.

Biglietto di terza classe di Silvia Pattarini narra principalmente la storia di una donna, Lina, un’emigrante italiana dei primi del ‘900. Una donna coraggiosa e determinata che non si lascia inginocchiare dalla vita, che d’imprevisti ne depone tanti lungo la sua strada. Fin da piccola, quando cadendo si ferisce un ginocchio, rischiando di morire per setticemia, restando irrimediabilmente zoppa. Ma l’evento infelice, si trasforma nel suo valore aggiunto: le permette, ricoverata nel convento di suore che si prendono misericordiosamente cura di lei, di imparare a leggere e scrivere, cosa assai rara per le donne dell’epoca.
Ormai adulta, ma ancora giovanissima, lavorando duramente riesce a risparmiare il denaro necessario ad acquistare il biglietto di terza classe che la condurrà nella Merica, il sogno degli italiani dei primi del secolo scorso, il miraggio di una vita migliore, più dignitosa e appagante.

Il viaggio di Lina e il racconto dei seguenti quindici anni in America sono un espediente narrativo per dare risalto ad avvenimenti realmente accaduti, pezzi di storia che fanno parte del nostro passato.

Eppure, se letto con mente aperta, il romanzo di Silvia Pattarini è quanto mai attuale. È un modo per comprendere l’immigrazione "da dentro", dal punto di vista di profughi che vagano in cerca di un futuro migliore e che la maggior parte delle volte restano, invece, vittima di sfruttamenti, soprusi, discriminazione, violenza. Aspetti che non risparmiano nemmeno i bambini, che in Biglietto di terza classe – ma anche nella realtà, purtroppo – devono diventare adulti in fretta e guadagnarsi di che vivere.

«Sei troppo piccola per andare a lavorare e vivere da sola.»
«Perché? Tanti bambini lo fanno! Specie gli italiani. Un mio compagno da tempo manca da scuola perché lavora alla vetreria. Ho saputo che lo fanno lavorare grazie a documenti falsi, che dicono che lui ha quattordici anni, anche se in realtà ne ha solo undici.»
Silvia Pattarini, Biglietto di terza classe

La scrittura di Silvia Pattarini è lineare ma coinvolgente, ci si affeziona a Lina e agli altri personaggi, sempre ben caratterizzati fin dall'accento.

La caratterizzazione dei personaggi che parlano un italenglish con spiccato accento meridionale o emiliano, la descrizione dei luoghi e degli eventi, conferiscono alla narrazione leggerezza.
Eppure, si evince un profondo studio degli avvenimenti storici e l’abilità dell’autrice di tessere una trama inventata come pretesto per raccontarli. A partire dall'ispirazione, data dal ritrovamento in un vecchio cassetto di un insignificante pezzetto di carta gelosamente conservato: il biglietto di terza classe della bisnonna, da cui prende il via il romanzo.


Da questo incipit reale, nasce un bellissimo romanzo ricco di dettagli storici e romantica immedesimazione.

In Biglietto di terza classe trovano spazio la costruzione del ponte di Brooklyn, la nascita del movimento femminista che ha dato origine alla tradizionale giornata commemorativa dell’8 marzo, le prime rappresaglie del Ku Klux Klan, gli albori del Jazz di New Orleans, il razzismo nei confronti degli italiani e degli immigrati in genere, animali che vestivano in modo sciatto e puzzavano, le lotte per la conquista dei diritti dei lavoratori e di norme di sicurezza appropriate, le rimostranze della Mafia e i suoi metodi persuasivi, la tragedia del Titanic, i primi icecream e la moda dei nickelodeon, i cinema accessibili alle classi più povere con un solo nichelino.
Tutto fa da sfondo alla vita di Lina, che nella Merica trova anche l’amore e dà alla luce due bambine, sbarcando il lunario lavorando dapprima nelle anguste e insalubri filande, poi in cupe sartorie di bottega, infine nel suo appartamento, con una macchina da cucire usata, dono di nozze.

Biglietto di terza classe è ora in seconda edizione, arricchito con le fotografie originali dei personaggi e del logoro pezzo di carta che ha dato il titolo al romanzo.

È una testimonianza delle migrazioni dei nostri bisnonni, a inizio '900, lo si può leggere per conoscere il nostro passato ma anche per avvicinarsi al presente di altri. Del resto, è lapalissiano che gli altri siamo, o siamo stati, noi.
Solo la sera aveva appreso dalla sorella che “Quello è il colore della loro pelle e non c’è modo di sbiancarla, nemmeno mettendola in candeggina!”
Ci avevano riso su e si era sentita una sciocca. Anche lei era una straniera in quella terra che la ospitava, e per alcuni mericani gli immigrati, bianchi neri o gialli, erano tutti da demonizzare. Ne concluse che tra lei e il ragazzino non ci fosse una grande differenza. Si somigliavano molto, altro non erano che due esseri umani col sogno di una vita migliore.
Silvia Pattarini, Biglietto di terza classe


Biglietto di terza classe

di Silvia Pattarini
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Romanzo storico
ISBN 978-8833669502
Ebook 2,99€
Cartaceo 18,00€

Sinossi

Lina ha poco più di vent’anni. Per sfuggire alla miseria lascia la sua Valtrebbia, si imbarca sulla Prinzess Irene per New York, inseguendo il sogno di una vita migliore.
Il viaggio in mare aperto non è confortevole ma pieno di insidie e di pericoli.
Il 25 febbraio 1904 sbarca a Ellis Island – L’isola delle lacrime. Dopo umilianti controlli l’attende la estenuante ricerca di un lavoro, la non facile esistenza da cittadina americana. Non sa ancora cosa il destino ha in serbo per lei e per chi le sarà a fianco: affronta le contraddizioni di un grande paese, la lotta per i diritti della donna, lo sfruttamento del lavoro minorile. Troverà l’amore della sua vita, ma dovrà pagarlo a caro prezzo.


Stefania Bergo


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