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Risorgemia, di Decimo Tagliapietra: incipit

Risorgemia, di Decimo Tagliapietra: incipit

Incipit #194 Risorgemia, di Decimo Tagliapietra (Delos Digital - Weird Book). Un horror ambientato in Italia: da un fatto di sangue avvenuto a inizio secolo, l'odissea di un gruppo di uomini e donne in lotta contro un orrore che va al di là di ogni immaginazione.


Risorgemia

di Decimo Tagliapietra
Delos Digital | WeirdBook
Horror
ISBN 978-8831373463
Cartaceo 16,90€
Ebook 4,99€


24 giugno 2012

Costantino Stern fece una smorfia e scosse la testa mentre ingollava un altro sorso di caffè. Trovò un piccolo ritaglio di spazio sulla scrivania ingombra di oggetti e vi depose la tazzina, rassegnato.
Premette un pulsante sull’interfono e sollevò la cornetta bianca.
Una voce di donna rispose all’altro capo del filo. – Sì, dottore? – Voce pulita, morbida, efficiente.
– Eliminiamo il Costarica. Torniamo in Brasile.
Una piccola pausa, dall’altra parte.
– Non ci siamo?
– No, non ci siamo. Ha un retrogusto di polvere che si attacca alla lingua. Mi fa tornare la voglia di fumare.
– Come se avessero esagerato con la tostatura, vero?
– Sì, oppure non degassato a sufficienza.
– Convengo, dottore. Ho avuto la stessa impressione. Chiamo subito il negozio e informo Anacleto circa le nostre considerazioni.
– Grazie Celeste.
Depose la cornetta, si alzò e andò a svuotare il caffè rimasto nel lavello del bagno. Si diede una fugace occhiata allo specchio. Si stava trascurando. I capelli castani striati di grigio necessitavano di una aggiustata, riccioli ribelli manifestavano boriosi sulle tempie. Gli occhi marroni erano stanchi, cerchiati da occhiaie scure, anche se non ancora così evidenti.

Ci vuole un attimo a dimostrare sessant’anni, giudicò.
Aprì la tenda per far filtrare un po’ di luce nella stanza. Il rumore del traffico era un ronzio di sottofondo, giù in basso. Lo studio era al quarto piano, piccolo, disordinato e appestato da un’intensa fragranza agli oli essenziali. Se ne sarebbe potuto permettere uno più grande, magari un appartamento con una camera da letto e una cucina, ma quando lavorava non aveva bisogno né di dormire né di mangiare. Beveva soltanto caffè. Un ufficio troppo grande sarebbe stato dispersivo. A lui serviva poter afferrare le cose senza doversi alzare dalla scrivania, o perlomeno scivolando sulla sedia con ruote.
Lo studio era come la bancarella di un mercatino dell’antiquariato. Oltre ad un numero considerevole di volumi a riempire le mensole delle capienti librerie, e torri pendenti di faldoni sul pavimento come resti archeologici di antiche città, sparsi qua e là per la stanza vi erano vinili, fotografie incorniciate, balestre medievali, un tortuoso centrotavola in porcellana d’Este, occhiali da sole, accendini, un grammofono dalla tromba dorata, un televisore da quattordici pollici a tubo catodico e una lente da ingrandimento sospesa ad un piccolo piedistallo d’acciaio.
Dovrò sistemare tutto questo casino, un giorno o l’altro, si ripromise per l’ennesima volta.
Tutti quegli oggetti erano un ponte con il passato ed era essenziale averli sempre sott’occhio, perché erano istantanee tangibili di quello che lui aveva vissuto, così che non avesse mai a dimenticare. Poterli toccare, anche solo sfiorare, significava che erano reali, che erano autentici come il viaggio bizantino che alla fine li aveva condotti in quella piccola stanza nel centro storico di Milano. Erano imprescindibili. Ogni oggetto raccontava una storia, quasi sempre spaventosa, che in pochi avevano avuto l’ardire di ascoltare.

Il citofono gracidò.
Costantino guardò l’orologio.
Erano le quindici.

Premette il pulsante dell’interfono.
– È Geremia – disse Celeste.
– Fallo entrare.
Un uomo pelato di statura media, sulla cinquantina, entrò nello studio. Una barba bianca, corta e ben curata, delineava il contorno ben definito di un mento importante. Indossava una giacca di pelle marrone e pantaloni di jeans. Gli occhi intelligenti sorridevano. Districandosi nel labirinto creato dai suppellettili sul pavimento, l’uomo prese posto sulla sedia di fronte alla scrivania.
Costantino premette un tasto sulla tastiera del computer e il pdf di un vecchio articolo di giornale scomparve nella barra delle applicazioni. – Caffè? – chiese al nuovo arrivato.
– No, grazie. Sono a posto. Notizie del cardinale?
– Non ancora. – Di nuovo una sbirciata all’orologio. – Non è detto che ci siano novità. E comunque è ancora troppo presto.
– Ho sentito il signor Sinigallia. – Le labbra di Geremia si allargarono in un sorriso. – Gli piacerebbe ripeterlo, in futuro.
– Hanno inviato il bonifico a saldo?
– Sì.
– Bene. È stato divertente – ammise Costantino, abbozzando a sua volta un sorriso. – Non avevo mai partecipato ad una trasmissione televisiva. – C’è sempre più interesse per questo genere di cose.
– Intendi l’occulto?
– Sì, l’esoterismo in generale.
– Ci sono anche un sacco di approfittatori che dovrebbero finire in galera.
– Quelli sono dappertutto.
Geremia esaminò il pavimento della stanza costellato dagli innumerevoli manufatti, alcuni molto antichi, sparpagliati alla rinfusa e ricoperti da un sottile strato di polvere. Il piccolo televisore rannicchiato in un angolo lo scrutava come un enorme occhio sovrintendente.
– Non riesco a capire una cosa, Costantino.
– Che cosa?
– La quasi totale mancanza di informazioni. Per un fatto di questa portata, intendo.
Costantino divenne improvvisamente serio. Quella frase ristabilì l’ordine delle cose, catapultando entrambi negli anfratti oscuri dell’indagine sulla strage di Portoalto.

La trama

Risorgemia, di Decimo Tagliapietra

Italia, febbraio 1959.
A Portoalto, un piccolo borgo tra le vette delle Alpi Venoste, i morti del cimitero risorgono alle prime luci dell’alba, spazzando via come un uragano la placida routine degli abitanti. L’evento sembra in qualche modo collegato a un fatto di sangue avvenuto a inizio secolo, narrato tra le pagine del diario di un vecchio prete accusato di omicidio.
Inizia da qui l’odissea di un gruppo di uomini e donne destinato ad affrontare un orrore che va al di là di ogni immaginazione, un orrore che raggiungerà il suo culmine con l’arrivo di una figura inquietante e misteriosa, un essere mostruoso che si aggira indisturbato tra le case e sembra non temere i vivi né i morti.

Decimo Tagliapietra

Decimo Tagliapietra nasce in provincia di Vicenza nel 1978. Nonostante un percorso di studi prettamente scientifico, è un appassionato di fiction in tutte le sue declinazioni artistiche, narrativa in primis. Dividendosi tra lavoro e famiglia, non ha mai smesso di dedicarsi alle sue principali passioni: la scrittura e la musica. Nel 2020 si classifica tra i finalisti dell’Asylum Horror Contest e al Terni e Narni Horror Fest. Un racconto breve è stato selezionato per l’antologia Z di Zombie 2021, curata da LetteraturaHorror.it Sempre nel 2021 un breve racconto giallo approda in finale al MystFest-Premio Gran Giallo Di Cattolica.
Risorgemia è il suo primo romanzo edito da Delos Digital – collana Horror Story – per l’edizione digitale, e da WeirdBook per l’edizione cartacea.
Decimo Tagliapietra è uno pseudonimo. Oltre al romanzo ha pubblicato un disco, Der Stereoskpische Mann, disponibile in tutte le piattaforme streaming.

★★★★★

Il buon giorno si vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
Secondo voi, quante stelline si merita il biglietto da visita di questo libro?

Tutti i nostri incipit:




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