Di Stefania Bergo. Anche la guerra ha le sue regole: le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949, i due Protocolli aggiuntivi del 1977 e quello del 2005, la base del diritto internazionale umanitario per proteggere i "civili". Un paradosso o una necessità?
La sera del 17 ottobre l’ospedale al-Ahli Arab di Gaza City, gestito dalla diocesi anglicana di Gerusalemme, è stato colpito da un missile che ha causato la morte di almeno cinquecento persone, soprattutto donne e bambini, sia pazienti sia personale medico. Indipendentemente da chi abbia lanciato quel missile, se intenzionalmente o per sbaglio, bombardare un ospedale è un atto grave, anche per una guerra. Una violazione delle Convenzioni di Ginevra che avviene anche in altri conflitti, in altre parti del mondo: ospedali e scuole vengono presi di mira dal fuoco di uno schieramento o occupati dalle truppe dell'altro.Gli stabilimenti fissi e le formazioni sanitarie mobili del Servizio sanitario non potranno, in nessuna circostanza, essere attaccati, ma saranno in ogni tempo rispettati e protetti dalle Parti belligeranti.
[...] I trasporti di feriti e di malati o di materiale sanitario saranno rispettati e protetti come le formazioni sanitarie mobili.
Ma cosa sono le Convenzioni di Ginevra?
Mi è sempre parso assurdo, ma anche le guerre hanno delle regole da seguire. Perché in una guerra ci si ammazza per un pezzo di terra, in nome di un Dio e di un'etnia, inseguendo effimere supremazie economiche o ideali malati di comando. Ma non proprio tutto è concesso. O meglio, in una guerra tutto può accadere ma poi vinti e vincitori devono rispondere delle loro efferatezze davanti a un tribunale speciale: il Tribunale internazionale dell'Aia, la Corte Penale Internazionale (Icc), «il primo organo giudiziario permanente con giurisdizione internazionale relativamente a crimini contro l'umanità, crimini di guerra, crimini contro la pace e genocidio» [Treccani].Le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949, i due Protocolli aggiuntivi del 1977 e quello del 2005, costituiscono appunto la base del diritto internazionale umanitario e proteggono i cosiddetti "civili", le "vittime di guerra", cioè tutte «le persone che non partecipano o non partecipano più a un conflitto armato».
Strage di detenuti alla caserma Boelcke, sottocampo del campo di concentramento nazista di Mittelbau-Dora
Vittime filippine nel primo giorno della guerra filippino-americana
Vittime filippine nel primo giorno della guerra filippino-americana
Le convenzioni di Ginevra sono una serie di trattati internazionali, sottoscritti appunto in Svizzera, che rappresentano un corpo giuridico di diritto internazionale, diritto delle vittime di guerra e diritto internazionale umanitario.
Si parla appunto di "vittime di guerra", cioè di tutte quelle persone che si trovano in balia di una delle parti in conflitto, cui viene riconosciuto il diritto al rispetto della propria vita e della propria incolumità fisica e psichica. Come a dire: da una parte ci sono i militari, mandati ad attaccare o difendersi – da chi la guerra la guarda dall'alto –, e dall'altra i civili che nella guerra ci si trovano invischiati, il più delle volte senza nemmeno volerla, la cui colpa è solo quella di abitare nel campo di battaglia.Jean Henri Dunant, umanista, imprenditore e filantropo svizzero, Premio Nobel per la pace nel 1901 – istituito proprio quell'anno –, dopo le crudeltà della battaglia di Solferino (1859), descritte nell'opera Un ricordo di Solferino, fu il primo a pensare alla necessità di proteggere gli esseri umani nelle situazioni di conflitto. Fondò nel 1863 il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), un'istituzione di carattere umanitario, caratterizzata dall'imparzialità, neutralità ed indipendenza. Le conferenze internazionali svoltesi dal 1864 al 1929 diedero vita a diversi accordi concernenti la protezione delle vittime di guerra e la regolamentazione delle modalità di conduzione della stessa, mentre da quella di Ginevra del 1949 nacquero proprio le quattro celebri Convenzioni, completate poi dai tre protocolli aggiuntivi nel 1977 e nel 2005.
Il contributo delle Convenzioni di Ginevra e dei loro protocolli aggiuntivi
Convenzioni di Ginevra, www.eda.admin.ch
- La Prima [testo integrale IT] e la Seconda [testo integrale IT] Convenzione di Ginevra del 1949 impegnano i belligeranti a proteggere in modo particolare i malati, i feriti, i naufraghi, il personale medico, le ambulanze e gli ospedali. La parte belligerante, nelle cui mani si trovano le persone protette, deve garantire loro cure e assistenza.
- La Terza [testo integrale IT] Convenzione di Ginevra contiene regole particolareggiate sul trattamento dei prigionieri di guerra.
- La Quarta [testo integrale IT] Convenzione di Ginevra protegge da atti di violenza e dall’arbitrio i civili che si trovano in mano nemica o in territorio occupato.
- Il Primo [testo integrale IT] Protocollo aggiuntivo del 1977 completa le regole contenute nelle quattro Convenzioni di Ginevra per i conflitti armati internazionali e racchiude disposizioni sulla conduzione della guerra, come il divieto di attaccare persone e oggetti civili o la limitazione dei mezzi e dei metodi autorizzati.
- Il Secondo [testo integrale IT] Protocollo aggiuntivo del 1977 completa l’articolo 3 delle quattro Convenzioni di Ginevra, l’unico articolo delle Convenzioni di Ginevra applicabile anche nei conflitti armati non internazionali.
- Il Terzo [testo integrale IT] Protocollo aggiuntivo introduce un nuovo emblema, il Cristallo Rosso. A partire dal 1° gennaio 2007 il nuovo segno distintivo può essere utilizzato in aggiunta alla Croce Rossa e alla Mezzaluna Rossa, emblemi previsti dalle Convenzioni di Ginevra per segnalare persone e oggetti che devono essere particolarmente protetti.
[In seguito al coinvolgimento in atti di violenza delle strutture sanitarie della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, viene previsto l'uso, da parte delle organizzazioni internazionali umanitarie, di un simbolo non collegato né confondibile con una qualsiasi confessione religiosa, il Cristallo Rosso, per segnalare il personale e le installazioni sanitarie]
Si parla di diritto bellico e di conseguenza di crimini di guerra, ogni volta che vengono violate le Convenzioni di Ginevra in un conflitto.
Secondo le "regole della guerra", quando si tratta di civili è vietata qualsiasi forma di violenza «contro la vita e l’integrità corporale, specialmente l’assassinio in tutte le sue forme, le mutilazioni, i trattamenti crudeli, le torture e i supplizi», è vietata la cattura di ostaggi, non è ammesso alcun oltraggio «alla dignità personale, specialmente i trattamenti umilianti e degradanti», non sono ammesse esecuzioni sommarie senza regolare processo.Nel Protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 c'è un intero capitolo, il II, dedicato alle donne e ai bambini, vittime "speciali" della guerra, quelle che spesso pagano il prezzo più alto. In questo capitolo, tra le altre cose, si legge: «Le donne saranno oggetto di un particolare rispetto e saranno protette, specialmente contro la violenza carnale, la prostituzione forzata e ogni altra forma di offesa al pudore» – inevitabile pensare a tutte le guerre in cui è stato o viene utilizzato lo stupro etnico come forma di supremazia sull'altra parte belligerante...
Le persone protette hanno diritto, in ogni circostanza, al rispetto della loro personalità, del loro onore, dei loro diritti familiari, delle loro convinzioni e pratiche religiose, delle loro consuetudini e dei loro costumi. Esse saranno trattate sempre con umanità e protette, in particolare, contro qualsiasi atto di violenza o d’intimidazione, contro gli insulti e la pubblica curiosità.
Sabato di sangue: un bambino rimasto in vita nella Stazione Sud di Shanghai dopo il bombardamento giapponese in Cina
Delb, Governatorato di Idlib, Siria Ahmed Akacha | Pexels
Delb, Governatorato di Idlib, Siria Ahmed Akacha | Pexels
Le regole della guerra: un paradosso o una necessità?
Trovo paradossale che qualcosa di totalmente disumano come la guerra possa avere delle regole di umanità. È come dire che, dato che comunque la guerra è inevitabile, che almeno si limitino i danni. Allo stesso tempo, le Convenzioni di Ginevra sono necessarie, non tanto per evitare che le efferatezze vengano commesse – magari bastassero delle regole scritte –, quanto per poter giudicare su quella base giuridica chi è stato particolarmente crudele e poterlo condannare a scontare la sua pena – anche se non potrà mai essere commisurata alla colpa. Nel tempo, molti sono stati chiamati a rispondere delle loro azioni davanti ai tribunali speciali per i crimini di guerra. Ricordiamo ad esempio il processo di Norimberga agli ufficiali e ai medici dei campi di sterminio delle SS, la condanna di alcuni alti ufficiali da parte del tribunale dell'Aia per la guerra nell'Ex-Jugoslavia, uno dei più sanguinosi genocidi avvenuti in Europa dai tempi della seconda guerra mondiale, o il processo ai generali e ai responsabili delle emittenti televisive e radiofoniche, accusate di aver incitato la popolazione al genocidio ruandese, portato avanti da un tribunale internazionale ad hoc. Da ultimo, il mandato di cattura del presidente russo Vladimir Putin, accusato di deportazione per il trasferimento forzato di bambini ucraini in Russia.Ma la maggior parte dei crimini di guerra è e resterà impunita. È la guerra stessa ad essere esecrabile per definizione, non c'è modo di condurla "con rispetto". L'unico modo, sarebbe di non iniziarla affatto, non trovate?
Stefania Bergo |
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