Gli scrittori della porta accanto

Divina mania, un romanzo di Giovanna Pandolfelli

Divina mania, un romanzo di Giovanna Pandolfelli

Libri Comunicato stampa. Divina mania (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), un romanzo di Giovanna Pandolfelli. Normalità e follia si fondono e si confondono, trovando spazio nella memoria di una bambina cresciuta all’ombra di una nonna speciale, a contatto con la sofferenza.

Quando entrai per la prima volta nell’ospedale, c’erano corpi nudi, vesti stracciate, feci e urine ovunque. Le urla e i lamenti dilaniavano l’aria, a brandelli come tutto dentro quelle mura. Alcune donne mostravano i seni flaccidi, la pelle graffiata da unghie rabbiose, gli uomini avevano spesso macchie scure sugli indumenti intorno al bacino. Un odore di escrementi, misto a urina, appuntito e nauseabondo, circondava i loro corpi trasparenti.
In una sala colma di sedie lasciate alla rinfusa, sedevano qua e là corpi inebetiti, alcuni legati, come in una bizzarra opera d’arte moderna, provocatoria. C’erano anche bambini, molti di loro ugualmente legati. Mi spiegarono che, se liberati, si sarebbero scatenati. Ripetevano suoni, parole all’infinito, si dondolavano avanti e indietro, talvolta seduti sul ciglio della sedia, tirando le cinghie fin dove possibile, tra il sedersi e il precipitare, proprio come la loro mente, in bilico sul precipizio dell’irrazionalità. Gli occhi vuoti, fissi, incolore, erano un tutt’uno con il resto del viso. I lineamenti degli alienati perdevano progressivamente espressione confondendosi in un impasto uniforme, come se qualcuno si fosse divertito a mescolarli. I loro visi erano tutti uguali, presentavano caratteristiche simili, persino i capelli assumevano lo stesso spessore, la medesima opacità. I tratti somatici più pronunciati si evidenziavano e si inasprivano: i nasi grossi crescevano, le orecchie appuntite si allungavano, gli occhi piccoli si infossavano nelle orbite senza fondo, quelli sporgenti parevano spingere per uscirne. Le sedie sparpagliate creavano una ragnatela, un labirinto da cui le anime non sarebbero mai state in grado di trovare l’uscita.
[..] Non appena riuscii a occuparmi dei bisogni primari dei nostri ospiti, ovvero quando li ebbi vestiti e dato loro un ambiente dignitoso in cui vivere, il giardino fu una delle prime cose a cui mi dedicai. Ci andai io stessa fuori orario di lavoro a strappare erbacce e liberare quelle meravigliose piante di fichi d’India di agrumi da gramigna e altri arbusti infestanti. Poi, non potendo fare tutto da sola, dovetti cercare l’aiuto di volontari, non avendo fondi da investire per una “frivolezza” simile. Il mio intento era finalizzato alla terapia dei pazienti, per questo impiegai giovani studenti volontari che mi aiutarono a diserbare l’area, a salvare i fichi d’India e a piantare nuovi alberi da frutta. Giovanna Pandolfelli, Divina mania


Divina mania

di Giovanna Pandolfelli
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa
Copertina flessibile | 226 pag
ISBN 9791254587027

Quarta

Normalità e follia si fondono e si confondono, trovando spazio nella memoria di una bambina cresciuta all’ombra di una nonna speciale, a contatto con la sofferenza.
Nel giardino di un ospedale psichiatrico di Palermo, La Real Casa de’ Matti, una bambina, nipote della direttrice, gioca tra le aiuole e condivide un legame silenzioso e profondo con gli ospiti della struttura. Con l’innocenza e la curiosità della sua età, si muove tra evocazioni e storie non dette.
Da qui si dipana una trama di memorie e scoperte: dal vivaio dove Vito coltiva piante e frammenti del suo passato, fino ai corridoi della clinica, dove ogni volto racconta una storia di solitudine e speranza, come quella di Teresa, Germano, Ada e Carmela. La bambina impara a leggere le emozioni degli altri e a trovare un senso di appartenenza a un mondo che spesso non comprende, dove Donna Rosaria, la nonna, cerca di portare innovazione e cura attraverso l’arte e il lavoro manuale. Un mondo dove anche i muri possono parlare, se solo si sa ascoltare. Liberamente ispirato a una vicenda reale, il romanzo conduce nei meandri di una storia individuale e collettiva, ripercorrendo alcuni tratti della vita e della società degli anni Sessanta, alle soglie della promulgazione della legge Basaglia.
Divina Mania è un viaggio delicato e potente nel cuore di un’umanità fragile, un inno alla capacità di guarire e unire, un omaggio alle voci che, seppur perdute, non smettono mai di raccontare la loro storia di emarginazione e isolamento che rendono l'ospedale psichiatrico un non-luogo, specchio di una realtà altra, una prospettiva rovesciata da cui guardare quel mondo considerato "normale".

«La regola che valeva all’interno delle mura, che da allora presi a chiamare ospedale e non più manicomio, non era valida al di fuori, così come accadeva per molte altre regole. Quel luogo incantato era una riproduzione del mondo alla rovescia: ciò che fuori era normale non lo era dentro, e viceversa. Oggi, col senno di poi, avrei voluto che mia nonna mi insegnasse a non dire mai “normale” poiché nella vita ho dovuto apprendere che la norma è sempre rispetto a qualcos’altro stabilito dagli stessi uomini, a volte intesi come umanità, a volte intesi come genere, biologicamente parlando.»



ESTRATTI E RECENSIONI




Giovanna Pandolfelli

Romana di origine, vive da anni in Lussemburgo, dove lavora come psicologa e mediatrice familiare. Presidente onorario della Società Dante Alighieri Lussemburgo, ha organizzato numerosi eventi culturali per la divulgazione della lingua e della cultura italiana. Già traduttrice e docente di italiano per stranieri, oggi si dedica alla scrittura e all’approfondimento di tematiche che creino un ponte tra la psicologia con approccio junghiano archetipico e la letteratura.
In linea con il suo background accademico in intercultura e psicologia, dal 2015 ha pubblicato due sillogi di racconti e un romanzo su tematiche legate dell’alterità in varie forme, dalla migrazione alla prospettiva femminile, nonché una fiaba per bambini scritta insieme a sua figlia.




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