Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "7 uomini d’oro" di Lorenzo Licalzi, recensione di Andrea Pistoia

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7 uomini d’oro di Lorenzo Licalzi, Rizzoli, 2008. A metà strada tra il noir e la commedia all’italiana, una irresistibile gangster story dei nostri tempi, uno spaccato, tra allegria, nostalgia e disincanto, della vita di provincia e dei suoi personaggi.

L’autore,  Lorenzo Licalzi, mi aveva già conquistato con altre opere (‘Il privilegio di essere un guru’ e ‘Io no’ in primis) quindi era inevitabile che prima o poi, per quanto la trama del romanzo fosse quantomeno insolita per i miei canoni, andassi a leggere anche questo libro.
La storia è semplice: a Busalla, un paesino ligure, trent’anni fa tre amici sognavano di fare un furto ‘alla Lupin III’. Oggi invece di uno si sono perse le tracce mentre gli altri due hanno una vita ordinaria ed infelice. Ma ecco che a questi ultimi, trascinati da un fortuito concatenamento di eventi, si presenta l’occasione di realizzare il ‘colpo del secolo’ e di fare di nuovo squadra con l’amico perduto.
Il romanzo parte presentando i protagonisti e i variopinti co-primari che popolano il paese di periferia in cui accadono piccoli episodi che, in un ambiente del genere, paiono epici, da tramandare ai posteri.
In questa prima parte del romanzo, Licalzi ha la capacità di farci immergere nelle atmosfere paesane dando credibilità ad ogni singola comparsa con lo stesso stile leggero ed ironico de ‘Il privilegio di essere un guru’ (anche se, dal mio punto di vista, non regge il confronto con quest’ultimo: ma solo perché i libri sui ‘seduttori da quattro soldi’ mi hanno sempre divertito di più).
Con l’andar delle pagine si passa da una trama in stile commedia italiana a thriller noir con rapidi ed inaspettati colpi di scena, i quali coinvolgono, appassionano e spingono il lettore a proseguire la lettura alla ricerca della risoluzione al tutto.
Il cambio di registro si percepisce, certo, ma è alleggerito dallo stile scanzonatore dell’autore, il quale anche nei momenti da cardiopalma introduce quell’elemento comico e surreale che spezza la tensione.

Resta comunque un giallo che conquista, mantiene alta l’attenzione e l’interesse, in quanto l’autore ha imbastito una trama ben congegnata, senza lasciare nulla al caso. 

Ma è anche un libro disimpegnato e di veloce lettura (poco meno di duecento pagine) che alterna sapientemente dialoghi ed episodi da periferia a sconvolgenti azioni/reazioni da thriller americano.
L’unica cosa che mi ha lasciato perplesso, lo ammetto, è il capitolo su Beccia e Naomi (niente spoiler, giuro!). Per quanto divertente e piacevole da leggere, l’ho trovato fuori posto, un qualcosa in più non necessario al fine della storia. Sembra un capitolo messo lì in un secondo momento per incrementare le pagine del racconto. Anche se, lo ammetto, è tra gli episodi più spassosi e realistici (chi non ha mai avuto un amico ‘sborone’ che si inventa paradossali storie di vita vissuta solo per attirare attenzione e rispetto?).
Ergo, consiglio vivamente la lettura di questo libro, come consiglio tutte le altre opere dell’autore. Piacerà sicuramente ai suoi fan ma anche a chi cerca una lettura ‘da spiaggia’ con una trama ben articolata.
Licalzi dimostra una volta di più di essere un autore che merita la sua fama e successo.

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7 uomini d’oro

Castagnabuona, Valle Scrivia. Ottocentocinquantadue anime che gravitano come satelliti attorno all’unico bar del paese. Vista da qui Busalla sembra New York; Genova addirittura un altro pianeta. Trent’anni fa, tre amici sedicenni — Giggi Cepollina, Cinghialone e Aurelio Fierro — sognavano di fare insieme il colpo del secolo dopo essere stati folgorati da Sette uomini d’oro, il film con Rossana Podestà e Philippe Leroy visto al cinema Centrale di Busalla. Oggi Giggi e Cinghialone tirano ostinatamente a campare nel loro ridente e desolato paesino: il primo è infelicemente sposato con un generale di nome Paolina; e il secondo, un gigante buono dai muscoli d’acciaio e dal cuore di burro, coltiva una tenera e disperata storia d’amore con Consuelo, un’ecuadoregna che batte in via di Francia. Di Aurelio Fierro, napoletano naturalizzato castagnabuonese, si sono invece perse le tracce, misteriosamente, dopo il servizio militare. Ma la sua strada è destinata a incrociare di nuovo quella dei due vecchi amici nel modo più clamoroso e imprevedibile. Basta un’occasione — la possibilità del tutto inattesa di mettere a segno un furto ai danni di un ricco e spietatissimo boss — per riaccendere di colpo i sogni e restituire al vecchio trio l’audacia e l’incoscienza di un tempo. Perché a volte diventare grandi significa trovare il coraggio di tornare bambini.
A metà strada tra il noir e la commedia all’italiana, Sette uomini d’oro è una irresistibile gangster story dei nostri tempi, ma anche un affettuoso spaccato, tra allegria, nostalgia e disincanto, della vita di provincia e dei suoi mitici “personaggi”. E una appassionata celebrazione dell’amore, dell’amicizia e del senso del tempo che passa, raccontati con la leggerezza, la verve e l’ironia del miglior Licalzi.

di Lorenzo Licalzi | Rizzoli | Giallo
ISBN 978-8817023191 | cartaceo 15,00€ | ebook 9,99€ Acquista
Andrea-Pistoia

Andrea Pistoia
Nasco in una solare giornata di luglio a Vigevano. A dodici anni scoppia l’amore per la letteratura. Affronto la scuola come un condannato a morte. In compenso la mia cultura extra-scolastica cresce esponenzialmente. Dopo due anni vissuti a Londra, torno in Italia come blogger, giornalista, recensore di fumetti e sceneggiatore di un fumetto online per una nota casa editrice. Chitarrista dei ‘Panama Road’, direttore editoriale di una fanzine online.
Ancora e mai più (nelle mutande),



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