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Recensione: Processo alla trattativa, di Giampaolo Grassi

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Libri Recensione di Tamara Marcelli. Processo alla trattativa. Stato-mafia: tre procure, tre verità di Giampaolo Grassi, Mauro Pagliai Editore, 2016. C'è stata davvero una “trattativa” tra Stato e Mafia? Requisitorie, atti, dichiarazioni delle Procure di Firenze, Palermo e Caltanissetta.

Il saggio “Processo alla trattativa Stato-mafia: tre procure, tre verità, Mauro Pagliai Editore, scritto da Giampaolo Grassi, giornalista Ansa di cronaca giudiziaria, con prefazione dell’ex Procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi, affronta la tematica della cosiddetta “trattativa” che sarebbe intercorsa tra rappresentanti delle Istituzioni e membri di Cosa Nostra.
Lo fa scandagliando approfonditamente le indagini di tre procure: Firenze, Palermo e Caltanissetta. Il giornalista mette a disposizione del lettore numerose requisitorie, atti, dichiarazioni, relazioni alla Commissione Parlamentare Antimafia, lasciando spazio al suo libero convincimento.
La forza di questo libro sta proprio nella sua “asetticità” intesa in senso positivo; il pregio è il non voler imporre alcun punto di vista preconfezionato, lasciando al lettore ampi margini di ragionamento per permettergli di formare autonomamente il proprio pensiero sulle vicende descritte.
È sicuramente un saggio molto ben strutturato, ricco di elementi imprescindibili per la buona conoscenza dei fatti storici e fondato su atti giudiziari che rappresentano un prezioso punto di partenza per la ricostruzione di vicende i cui strascichi si estendono per circa vent’anni.

Oggetto di questo libro sono le stragi avvenute in Italia tra il 1992 e il 1994 e l’ombra incombente di quella che fu definita la “trattativa Stato mafia” per farle cessare. 

I verbali delle audizioni in Commissione parlamentare antimafia rappresentano un importante mezzo di ricostruzione dei fatti, così come definita dalle tre procure interessate dalle indagini.
Interessante l’individuazione di un “prologo agli attentati”, forse poco conosciuto ai più, rappresentato dalla strage del treno Rapido 904 avvenuta il 23 dicembre 1984. Il convoglio, partito da Napoli centrale e diretto a Milano, fu fatto esplodere all’interno della galleria tra Vernio e San Benedetto Val di Sambro. Questa fu la prima risposta di Cosa Nostra all’attività del giudice Giovanni Falcone che aveva da poco emesso numerosi mandati di cattura a seguito delle complesse indagini che anni dopo produssero quello che fu definito il “maxi processo” (per dettagli e approfondimenti, vedi La presunta “trattativa Stato mafia”, dagli anni '70 alle indagini delle tre procure).
Sullo sfondo della storia, le tre procure, pur partendo da processi diversi, convergono sul tema della presunta “Trattativa”, giungendo però a conclusioni discordi. Tre verità processuali che meritano un’accurata valutazione, scevra da preconcetti o verità consolidate e “di facciata”. Per tale motivo la verità dei fatti, solo essa, può aiutare a formare la personalissima idea di ognuno.
Da questo punto di vista, il saggio in questione rappresenta un mezzo non consueto e prezioso: un libro privo di falsificazioni storiche e di influssi di quella o questa corrente politica.
Conoscere la Storia, gli avvenimenti anche cruenti che insanguinarono e segnarono per sempre le vicende del nostro Paese, senza condizionamenti di sorta, può forse aiutare anche i giovani a comprendere il perché di tante soluzioni attuali, di tante aspettative ignorate e della forza prepotente dei valori di Giustizia e Legalità che ogni italiano deve o dovrebbe avere in sé. Questo saggio può essere un buon mezzo per comunicare, a chi non conosce alcuni dettagli della nostra storia nazionale, il senso di una battaglia troppo spesso strumentalizzata ma pur sempre degna di essere combattuta.

Ma andiamo al fulcro del saggio. Per “Trattativa” si intende in questo caso una “negoziazione” tra importanti funzionari di varie Istituzioni italiane e rappresentanti della Mafia. 

In questo saggio si affrontano le risultanze delle indagini delle tre Procure. Vediamo nel dettaglio:
  • La Procura di Palermo è titolare dell’indagine sulla cosiddetta “Trattativa” Stato-mafia
  • La Procura di Caltanissetta indaga sugli attentati ai giudici Falcone e Borsellino
  • La Procura di Firenze indaga sull’attentato di via dei Georgofili e su quelli di Roma e Milano del 1993
Le conclusioni cui giungono le tre Procure in riferimento alla “Trattativa” sono diverse, come pure lo sono i punti di partenza delle indagini e le ricostruzioni avvenute in circa vent’anni di inchieste giudiziarie, tra verità vere e quelle comode, tra rivelazioni pericolose per l’equilibrio dello Stato e insabbiamenti vari.
La Procura di Palermo porta avanti l’ipotesi che la “trattativa” o meglio “l’accordo” tra boss della mafia e membri delle istituzioni vi sia realmente stata. La Procura di Caltanissetta ricostruisce la presunta “trattativa” collegandola all’omicidio del giudice Borsellino avvenuto poiché il magistrato aveva scoperto chi gestiva l’accordo con la mafia ed era diventato pericoloso. La Procura di Firenze, contrapponendo una lettura diversa dei fatti oggettivamente rilevanti, si dice convinta che la trattativa non sia mai avvenuta, o meglio, che non fu un accordo ma un tentativo non riuscito da parte della mafia di coinvolgere alcuni rappresentanti dello Stato. Ne sarebbe prova l’effettiva recrudescenza degli attentati che non si fermarono. I fatti quindi dimostrerebbero altro.
Il Pm della Procura di Firenze, Sandro Crini, definì così, nella sua requisitoria, i contorni della “trattativa”: «i “contatti” con la mafia con persone appartenenti a determinate presenze istituzionali sono argomenti suggestivi, ma i fatti sono un’altra cosa».
Per esempio l’arresto di Riina a gennaio 93 dimostra che non vi fu un accordo tra Stato e mafia, perché sarebbe stato illogico arrestare la controparte della trattativa, a trattativa in corso, piuttosto vi fu un tentativo di estorsione (per dettagli e approfondimenti, vedi La presunta “trattativa Stato mafia”, dagli anni '70 alle indagini delle tre procure).

Il termine “trattativa” appare nei processi di mafia proprio nella sentenza di Corte d’Assise d’appello di Caltanissetta del 18 marzo 2002, denominato “processo Borsellino bis”.

Per Brusca, Borsellino muore per la trattativa che era stata avviata fra i boss corleonesi e pezzi delle istituzioni. Il magistrato era venuto a conoscenza della trattativa e si era rifiutato di assecondarla e starsene zitto…
Giampaolo Grassi, Processo alla trattativa. Stato-mafia: tre procure, tre verità
La Corte d’Assise di Firenze, nelle motivazioni della sentenza di primo grado sulle stragi del 1993, riporta le dichiarazioni del generale dei Ros Mario Mori: «Noi non rappresentavamo nulla, se non gli ufficiali di Polizia Giudiziaria che eravamo, che cercavano di arrivare alla cattura di qualche latitante, come minimo. Ma certo non gli [a Ciancimino, ndr.] potevo dire che rappresentavo solo me stesso».
Secondo la Procura di Firenze, quindi, questi pre-accordi non produssero alcun effetto reale, ma rimasero a livello interlocutorio.
L’esame congiunto di ciò che hanno detto testi e collaboratori dimostra in maniera indiscutibile che nella seconda metà del 1992 vi fu un contatto tra i Ros dei carabinieri e i capi di Cosa Nostra attraverso Vito Ciancimino.
Ma c’è il dubbio circa l’effettiva qualità dei soggetti che condussero la trattativa e circa l’effettivo sbocco che ebbe la trattativa stessa.
Giampaolo Grassi, Processo alla trattativa. Stato-mafia: tre procure, tre verità
Le richieste di Riina contenute nel cosiddetto “papello”, in primis quelli inerenti il regime di 41 bis, non trovarono accoglimento. Quindi l’intento di ricattare lo Stato per far cessare le stragi non trovò terreno fertile. In effetti, quale doveva essere il movente della trattativa? Dovrebbe essere individuato nel valore dell’interesse perseguito, delle finalità concrete che si desidera raggiungere per un qualche “profitto”. In questo campo, si elaborano le varie ipotesi investigative che portano le tre procure a conclusioni tanto diverse.
Nel marzo 2012 la Commissione parlamentare antimafia ripercorre i fatti attraverso le audizioni di alcuni importanti magistrati delle tre procure.
  • Procura di Firenze: il Procuratore Quattrocchi e i sostituti procuratori Crini e Nicolosi; 
  • Procura di Palermo: il Procuratore Messineo e il sostituto procuratore Di Matteo; 
  • Procura di Caltanissetta: il Procuratore Lari, i procuratori aggiunti Bertone e Gozzo, i sostituti procuratori Marino Dodero e Luciani. 
È attraverso le loro voci che veniamo a conoscenza di tanti dettagli di vicende che hanno segnato la nostra storia recente e che ci permettono di ricostruire pezzi di un puzzle complesso, lungo vent’anni (per dettagli e approfondimenti, vedi La presunta “trattativa Stato mafia”, dagli anni '70 alle indagini delle tre procure).

Un libro adatto per esperti e amanti del genere giornalistico e di cronaca.

A termine del saggio vi è una utile cronologia degli eventi così come riassunta e relazionata dal presidente Beppe Pisanu in Commissione parlamentare antimafia del 30 giugno 2010.
In conclusione, si tratta di un saggio di notevole spessore giornalistico, basato sui fatti e dotato di quello sguardo “terzo” che dovrebbe caratterizzare sempre le esternazioni degli “addetti ai lavori”.
Per esperti e amanti del genere giornalistico e di cronaca, ma anche per chi vuole approfondire la propria conoscenza di fatti e personaggi che, nel bene e nel male hanno contribuito a comporre i tasselli della nostra Storia.
Vent’anni di racconti di pentiti e testimoni, di protagonisti del tempo e personaggi secondari. Vent’anni di intercettazioni, verifiche, pedinamenti, analisi, accertamenti, ricerca di documenti, riscontri di indizi. E infine vent’anni di processi, assoluzioni e condanne.
Giampaolo Grassi, Processo alla trattativa. Stato-mafia: tre procure, tre verità
Evidentemente si può avere tutte le opinioni che si vuole, ma coi fatti non si polemizza.
Magistrato Crini, udienza 16-6-2011 Processo Tagliavia


Processo alla trattava Stato-mafia. Tre procure, tre verità

Processo alla trattava
Stato-mafia: tre procure, tre verità

di Giampaolo Grassi
Mauro Pagliai Editore
Saggio
ISBN 9788856403022
Cartaceo 10,45€

Sinossi

Questo libro parla delle stragi negli anni 1992-1994 e, soprattutto, della trattativa Stato-mafia.
Ma non consegna una verità bell'e pronta: ne consegna tre certificate, però diverse l'una dall'altra.
In queste pagine i pm di Caltanissetta, Firenze e Palermo illustrano le conclusioni delle loro inchieste ventennali. Confrontandole emergono differenze di peso.
Da una parte ci sono i magistrati di Palermo, così certi che ci sia stato un accordo fra boss e Stato da aver chiesto (e ottenuto) un processo.
Dall'altra c'è la procura di Firenze, convinta che quel patto non sia stato chiuso.
In mezzo c'è quella di Caltanissetta, che lega la trattativa all'omicidio del giudice Borsellino.
Tamara-Marcelli

Tamara Marcelli
Artista poliedrica, eccentrica, amante dell'arte in tutte le sue forme. Una sognatrice folle. Ha studiato Lettere e Tecniche dello Spettacolo, canto e recitazione per oltre dieci anni e ha lavorato come attrice in alcuni importanti Teatri del Lazio. Scrive poesie, romanzi, testi teatrali, articoli e saggi.
Il blu che non è un colore,  Montag.
Il sogno dell'isola,  Montag.


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