Gli scrittori della porta accanto

Perché Sanremo è Sanremo

Francesco Gabbani vince il festival di Sanremo con il suo sguardo ironico, critico e attento alla contemporaneità.

Premetto che non sono un'esperta di musica, premetto che non ho visto tutte le esibizioni sanremesi di tutti i cantanti in gara, le cover, i dopofestival... La mia vita di mamma-lavoratrice non me lo concede. Aggiungo anche che di musica ne ascolto molta, o almeno quanta possibile, e che Sanremo, anche se molti intellettuali storcono il naso, lo guardo volentieri, a piccole dosi, ma in questa settimana mi sono sintonizzata su Rai Uno molto più di quanto non lo faccia in tutto il resto dell'anno. Vari i motivi che mi spingono a farlo: interesse verso canzoni nuove, una buona dose di sana curiosità femminile su abiti, trucco e parrucco di conduttori, cantanti in gara e ospiti e anche un po' di calore dato dai ricordi dell'infanzia, quando, guardando il Festival con mia mamma, preparavamo riso e mele per cucinare le frittelle il giorno dopo. 
Quest'anno, come poche altre volte, ho seguito vari spezzoni anche perché tifavo per un cantautore su cui ben pochi avrebbero scommesso: Francesco Gabbani. Vincitore di Sanremo Giovani lo scorso anno, con un brano a mio avviso geniale dal titolo "Amen", ha svolto una lunga gavetta suonando nel negozio di musica dei suoi genitori, sito a Carrara, fin dai 4 anni. Ha militato fino al 2010 nella band Trikobalto, ottenendo alcune soddisfazioni, ma il successo è arrivato proprio con Sanremo Giovani ed "Eternamente ora", album uscito nel 2016 che prende il nome dall'omonima ballata romantica, ma per niente scontata. Il suo sguardo ironico, critico, ma anche attento alla contemporaneità, lo rende un autore al contempo impegnato e scanzonato, non per niente fa dell'ossimoro "profonda leggerezza" il suo personale motto. 

Non amo fare confronti, ma sebbene molti paragonino, con ragione, la musica di Francesco Gabbani ad alcuni brani di Battiato, a me ricorda molto gli azzeccati e significativi, apparenti nonsense di Rino Gaetano.

Che oltretutto amava spettacolarizzare le sue esibizioni con travestimenti e coreografie. Conquistò con "Gianna" il terzo posto nel 1978 con un'esibizione memorabile.



Trovo anche che lo stile di scrittura di Gabbani e dei suoi coautori sia molto vicino a quello di Daniele Silvestri o Max Gazzè, per il gusto per il gioco di parole.
Il testo di "Occidentali's Karma", brano vincitore, è profondo, ironico, complesso, ma diretto e soprattutto efficace nel fotografare una società che cerca facile scappatoie nell'emulazione di civiltà diverse e distanti da noi.
A fronte di tutti coloro che hanno liquidato la canzone definendola un tormentone, un mezzo per ballare, vorrei precisare che la citazione della "scimmia nuda" viene da un testo dell'antropologo Morris che osserva l'uomo nella sua accezione animale, istintiva, che si differenzierebbe dalla sua antenata principalmente per l'assenza di pelo.
L'evoluzione dell'uomo appare oggi più un'involuzione, mentre le distrazioni dell'uomo, come il web, hanno la stessa funzione che aveva al tempo dei romani il "panem et circenses".
Se tra tutti i versi del brano dovessi citarne uno che mi ha colpito, sceglierei:

L'intelligenza è démodé
risposte facili, dilemmi inutili [...]
comunque vada panta rei
and singing in the rain...



Rima azzardata, ma quanto mai azzeccata per evidenziare che oggi accettiamo tutto ciò che ci accade intorno con un'alzata di spalle, guardando avanti, senza mai occuparci di ciò che conta davvero. Ascoltando alcune sue interviste ho saputo inoltre che Francesco è anche l'autore della canzone "I bambini con il fucile" inserita nel nuovo album di Mina e Celentano, di cui riporto il ritornello che a mio avviso è geniale:

A Medjugorje si vede la Madonna e sta piangendo,
la nonna in minigonna in parlamento,
c'è un'aria sempre molto signorile,
all'asilo c'è un bambino col fucile

In conclusione vorrei anche elogiare Gabbani per la sua umiltà, palese nel gesto di inginocchiarsi davanti a Fiorella Mannoia dopo aver saputo della vittoria (l'immagine ha fatto il giro del web).
Sebbene spesso i trionfatori di Sanremo attraversino il panorama musicale come una meteora, sono certa che Gabbani resterà nella testa e nelle orecchie della gente per molto tempo ancora. 

Un'ultima riflessione invece riguarda i giovani.

Mi è spiaciuto molto per l'eliminazione di Braschi che si è esibito con il brano "Nel mare ci sono i coccodrilli", ispirato dal romanzo omonimo di Geda, che ha per argomento l'accoglienza degli immigrati. Secondo me il brano era davvero significativo, aveva un buon ritmo musicale e poteva essere un'occasione per sensibilizzare le persone su una questione così importante. Mi auguro che abbia un buon successo radiofonico, a dispetto del prematuro abbandono dell'esibizione canora.


Gianna Gambini


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