Lo vedevo pensoso, sapevo i suoi dubbi ... li ho scritti.
Avete mai chiesto a un “non nato” se si sente infelice o dispiaciuto di non essere con noi sulla terra?
Da qualche tempo era assillato da una domanda senza risposta, si chiedeva, molte volte al giorno, per quale motivo decidiamo di mettere al mondo dei figli. Molte volte il giorno, poiché si guardava intorno e non capiva. Perché a un certo punto della vita, siamo presi da questo impulso a procreare?
Non c'è nessuno scopo in realtà, se razionalmente ciascuno facesse una lista dei lati positivi e negativi dell'essere genitore, nessuno metterebbe al mondo nessuno.
I sostenitori più accaniti della famiglia numerosa sono i preti, che naturalmente, sappiamo, se ne tengono ben alla larga.
Oltre ai preti, se ne terrebbero alla larga la maggior parte degli umani maschi.
Pochi o nessuno degli uomini che lui conosceva, avrebbe voluto avere dei figli. È parecchio difficile ammetterlo, è sicuramente traumatico prenderne coscienza, sembra di fare un torto ai propri pargoli, ed è un pensiero che alimenta grande senso di colpa. Sarà perciò improbabile trovare chi si esprime sinceramente intorno a questo tema.
È vero che i figli non sono stati sempre il problema che sono nei giorni nostri. Un tempo erano anzi benessere per tutta la famiglia, braccia per lavorare. Senza figli, a una certa età, diventava anche difficile sopravvivere. Nelle campagne i giovani facevano la ricchezza della famiglia, la loro forza era indispensabile.
Adesso invece si sono ribaltati i valori, i giovani hanno bisogno dei vecchi per vivere se non puramente per sopravvivere.
Nonostante questo stato, che adesso dovrebbe essere d’inferiorità, avviene oggi un'irrazionale stravolgimento dei rapporti di forza, tanto che è diventato un luogo comune, una vecchia battuta: “Quando ero bambino, comandavano i genitori ora che sono padre, comandano i figli”, si è verificata quella che gli psicologi chiamano inversione della gerarchia familiare.
Basta osservare le famiglie a passeggio o al ristorante, i bambini sono i veri detentori del potere e i genitori obbediscono a tutte le pulsioni dei propri figli in modo sorprendente. Guai a negare loro qualcosa, soprattutto in pubblico, ti portano a fare di quelle figuracce, con i passanti che ti guardano e vedi che ti giudicano malissimo. Vedono il piccoletto frignare per una qualsiasi sciocchezza, ti fanno sentire un cattivo genitore e così ci si abitua a soccombere sempre.
In realtà, il nostro Amico, attraverso il quale noi stessi stiamo esaminando il tema che ci preme, non percepiva alcun istinto materno ed era magari convinto di essere in questo, in folta compagnia.
Gli era chiaro, che sono comunemente le donne, all'interno della coppia, a spingere verso questa scelta irrazionale. È il loro istinto, soprattutto quando hanno una certa età, sentono imponente il richiamo alla maternità. Piangono e ti fregano, le femmine lo fanno fin da piccole.
Aveva letto che i maschietti e le femminucce, fino ai tredici anni piangono più o meno, la stessa quantità, poi le bambine superano i maschi, col tempo sempre di più.
Le lacrime da stress emotivo delle donne, fanno espellere elementi chimici che se sniffati dai maschi ne abbassano il testosterone, il maschio diventa così meno aggressivo e più protettivo, in una parola, buono, vulnerabile.
Sappiate, che solo le vere lacrime delle donne provocano questo effetto, le lacrime indotte a forza, per esempio con la cipolla, hanno una chimica diversa. Non funzionano.
Avete capito che potere? Come possiamo opporci alle loro richieste?
Infatti, anche lui a un certo punto della vita, dopo molti anni di resistenza, cedette. Le donne, ancora senza figli, non capendo la fortuna, intorno ai quarant'anni si guardano allo specchio e si ripetono, ora o mai più.
Mai più, sarebbe la risposta sensata, ma per loro non è ricevibile, sembra inevitabile infilarsi in questo gioco creativo. Aiutate dal subdolo pianto chimico, ti drogano ed è fatta.
Avete mai chiesto a un “non nato” se si sente infelice o dispiaciuto di non essere con noi sulla terra?
Da qualche tempo era assillato da una domanda senza risposta, si chiedeva, molte volte al giorno, per quale motivo decidiamo di mettere al mondo dei figli. Molte volte il giorno, poiché si guardava intorno e non capiva. Perché a un certo punto della vita, siamo presi da questo impulso a procreare?
Non c'è nessuno scopo in realtà, se razionalmente ciascuno facesse una lista dei lati positivi e negativi dell'essere genitore, nessuno metterebbe al mondo nessuno.
I sostenitori più accaniti della famiglia numerosa sono i preti, che naturalmente, sappiamo, se ne tengono ben alla larga.
Oltre ai preti, se ne terrebbero alla larga la maggior parte degli umani maschi.
Pochi o nessuno degli uomini che lui conosceva, avrebbe voluto avere dei figli. È parecchio difficile ammetterlo, è sicuramente traumatico prenderne coscienza, sembra di fare un torto ai propri pargoli, ed è un pensiero che alimenta grande senso di colpa. Sarà perciò improbabile trovare chi si esprime sinceramente intorno a questo tema.
È vero che i figli non sono stati sempre il problema che sono nei giorni nostri. Un tempo erano anzi benessere per tutta la famiglia, braccia per lavorare. Senza figli, a una certa età, diventava anche difficile sopravvivere. Nelle campagne i giovani facevano la ricchezza della famiglia, la loro forza era indispensabile.
Adesso invece si sono ribaltati i valori, i giovani hanno bisogno dei vecchi per vivere se non puramente per sopravvivere.
Nonostante questo stato, che adesso dovrebbe essere d’inferiorità, avviene oggi un'irrazionale stravolgimento dei rapporti di forza, tanto che è diventato un luogo comune, una vecchia battuta: “Quando ero bambino, comandavano i genitori ora che sono padre, comandano i figli”, si è verificata quella che gli psicologi chiamano inversione della gerarchia familiare.
Basta osservare le famiglie a passeggio o al ristorante, i bambini sono i veri detentori del potere e i genitori obbediscono a tutte le pulsioni dei propri figli in modo sorprendente. Guai a negare loro qualcosa, soprattutto in pubblico, ti portano a fare di quelle figuracce, con i passanti che ti guardano e vedi che ti giudicano malissimo. Vedono il piccoletto frignare per una qualsiasi sciocchezza, ti fanno sentire un cattivo genitore e così ci si abitua a soccombere sempre.
In realtà, il nostro Amico, attraverso il quale noi stessi stiamo esaminando il tema che ci preme, non percepiva alcun istinto materno ed era magari convinto di essere in questo, in folta compagnia.
Gli era chiaro, che sono comunemente le donne, all'interno della coppia, a spingere verso questa scelta irrazionale. È il loro istinto, soprattutto quando hanno una certa età, sentono imponente il richiamo alla maternità. Piangono e ti fregano, le femmine lo fanno fin da piccole.
Aveva letto che i maschietti e le femminucce, fino ai tredici anni piangono più o meno, la stessa quantità, poi le bambine superano i maschi, col tempo sempre di più.
Le lacrime da stress emotivo delle donne, fanno espellere elementi chimici che se sniffati dai maschi ne abbassano il testosterone, il maschio diventa così meno aggressivo e più protettivo, in una parola, buono, vulnerabile.
Sappiate, che solo le vere lacrime delle donne provocano questo effetto, le lacrime indotte a forza, per esempio con la cipolla, hanno una chimica diversa. Non funzionano.
Avete capito che potere? Come possiamo opporci alle loro richieste?
Infatti, anche lui a un certo punto della vita, dopo molti anni di resistenza, cedette. Le donne, ancora senza figli, non capendo la fortuna, intorno ai quarant'anni si guardano allo specchio e si ripetono, ora o mai più.
Mai più, sarebbe la risposta sensata, ma per loro non è ricevibile, sembra inevitabile infilarsi in questo gioco creativo. Aiutate dal subdolo pianto chimico, ti drogano ed è fatta.
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Il buon giorno di vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
Secondo voi, quante stelline si merita il biglietto da visita di questo libro?
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