Se n'era andato da questo mondo, da ormai parecchio tempo e non aveva ancora nessuna voglia di tornare.
Sapeva di averne tutte le possibilità, ma sapeva anche aspettare.
Non si faceva prendere dalla fretta, mai, per sua abitudine, tendeva anzi a rallentare.
Adesso, da dove si trovava, molti si facevano prendere dall'angoscia e volevano accelerare il ritorno alla vita, in qualsiasi modo, anche se improprio e magari pericoloso. Lui invece era calmo, aveva capito meglio degli altri, che non era utile avere nessuna fretta; perché averne, quando il tempo, in quel loro attuale posto non era per niente un problema? Era solo un retaggio della vita appena conclusa sulla Terra, uno dei pochi luoghi dove il tempo aveva mantenuto l'antico valore e dove gli abitanti, stranamente, continuavano tuttora a usarlo malissimo, diremo anche a sprecarlo.
Dopodiché, quando si trovano in un luogo dell'eternità, dove il tempo non è più un problema, se ne angosciano.
Pazzi.
In questo bello Spazio, Lui si era rilassato, ci stava bene, senza sveglie la mattina, spese da fare, senza un corpo da curare, davvero una festa.
Vedeva alcuni che tentavano di infilarsi in un qualsiasi casuale trasporto per la vita, non riuscivano a stare senza corpo fisico, dovevano per forza godere, soffrire, amare, odiare.
Non capivano la bellezza del vuoto che avevano intorno, del nulla che erano diventati, fortunati ma inconsapevoli, che peccato, era come se sulla Terra fossero stati ricchissimi e avessero deciso di vivere mendicando.
Non avevano capito, succede cosi quando la morte ti arriva avendo vissuto una vita da addormentato, arrivi qui, e ti senti sperduto, non ti accorgi di essere finalmente a casa.
Lui non avrebbe mai lasciato quel magico luogo, a meno di essere sicuro che ne valesse la pena, il suo eventuale riproporsi sulla Terra, voleva che fosse solo a vantaggio della sua crescita interiore.
Sarebbe tornato solo per illuminarsi, avrebbe accettato solo un'ultima vita e voleva esserne certo.
Osservava ogni coppia amoreggiare e ancora non aveva sentito quella da usare come trasporto sicuro.
Di viaggi insulsi ne aveva già fatti molti e non intendeva più ripetersi, aveva deciso di aspettare il momento, la famiglia, il periodo storico, il posto migliore sulla Terra per illuminarsi e finire questa eterna fase dell'andare e venire.
Attendeva rilassato e beato.
Altri, quasi si azzuffavano per andarsene in qualsiasi modo, anche se appena arrivati.
Si capiva che erano morti male, anime ammaccate, arrugginite, scontente.
Nell'attesa, si appassionava a scrutare le vite di persone a lui care, che ancora erano sulla Terra.
Amata Terra, era il pianeta dove aveva vissuto le sue vite più vicine nel tempo.
Si commuoveva nel ricordo, erano sensazioni dolci, era stato fortunato a conoscere quasi tutte persone, dalle quali era facile imparare qualcosa.
Gli pareva che ogni famigliare, ogni amico, ma anche il panettiere e il calzolaio, ognuno, a modo loro, avessero contribuito alla sua crescita, adesso li vedeva chiaramente e li seguiva con attenzione e affetto.
Non pensiate solo a rose e fiori, qualche pezzo di merda lo aveva conosciuto anche lui.
Soprattutto nell'ambiente di lavoro, pure senza corpo gli venivano i peli dritti, ritornando alle emozioni negative che gli procuravano certi energumeni nel suo luogo di lavoro.
Quasi mai la violenza era fisica, parole e gesti bastavano ad annientare anche il più muscoloso, comunque, fisica o psicologica, era sempre dovuta a ignoranza e arroganza.
Per fortuna, anche in quell'ambiente poco simpatico, era riuscito a trovare "Persone" e non solo animali. Senza essere spregiativo, animali considerava quelli esseri, che pur avendo sembianze umane, erano con netta evidenza, ancora non evoluti, nel suo ambiente lavorativo ce n’erano in abbondanza.
Teneva molto invece alle "Persone", che lí aveva incontrato, per una sorta di magia, tanto selvaggi erano gli animali, quanto fantastiche erano le Persone.
Veramente belle amicizie.
Potete continuare a leggere questo racconto, insieme a tanti altri, nella nuova antologia di racconti illustrati edita dal collettivo Gli scrittori della porta accanto.
Sapeva di averne tutte le possibilità, ma sapeva anche aspettare.
Non si faceva prendere dalla fretta, mai, per sua abitudine, tendeva anzi a rallentare.
Adesso, da dove si trovava, molti si facevano prendere dall'angoscia e volevano accelerare il ritorno alla vita, in qualsiasi modo, anche se improprio e magari pericoloso. Lui invece era calmo, aveva capito meglio degli altri, che non era utile avere nessuna fretta; perché averne, quando il tempo, in quel loro attuale posto non era per niente un problema? Era solo un retaggio della vita appena conclusa sulla Terra, uno dei pochi luoghi dove il tempo aveva mantenuto l'antico valore e dove gli abitanti, stranamente, continuavano tuttora a usarlo malissimo, diremo anche a sprecarlo.
Dopodiché, quando si trovano in un luogo dell'eternità, dove il tempo non è più un problema, se ne angosciano.
Pazzi.
In questo bello Spazio, Lui si era rilassato, ci stava bene, senza sveglie la mattina, spese da fare, senza un corpo da curare, davvero una festa.
Vedeva alcuni che tentavano di infilarsi in un qualsiasi casuale trasporto per la vita, non riuscivano a stare senza corpo fisico, dovevano per forza godere, soffrire, amare, odiare.
Non capivano la bellezza del vuoto che avevano intorno, del nulla che erano diventati, fortunati ma inconsapevoli, che peccato, era come se sulla Terra fossero stati ricchissimi e avessero deciso di vivere mendicando.
Non avevano capito, succede cosi quando la morte ti arriva avendo vissuto una vita da addormentato, arrivi qui, e ti senti sperduto, non ti accorgi di essere finalmente a casa.
Lui non avrebbe mai lasciato quel magico luogo, a meno di essere sicuro che ne valesse la pena, il suo eventuale riproporsi sulla Terra, voleva che fosse solo a vantaggio della sua crescita interiore.
Sarebbe tornato solo per illuminarsi, avrebbe accettato solo un'ultima vita e voleva esserne certo.
Osservava ogni coppia amoreggiare e ancora non aveva sentito quella da usare come trasporto sicuro.
Di viaggi insulsi ne aveva già fatti molti e non intendeva più ripetersi, aveva deciso di aspettare il momento, la famiglia, il periodo storico, il posto migliore sulla Terra per illuminarsi e finire questa eterna fase dell'andare e venire.
Attendeva rilassato e beato.
Altri, quasi si azzuffavano per andarsene in qualsiasi modo, anche se appena arrivati.
Si capiva che erano morti male, anime ammaccate, arrugginite, scontente.
Nell'attesa, si appassionava a scrutare le vite di persone a lui care, che ancora erano sulla Terra.
Amata Terra, era il pianeta dove aveva vissuto le sue vite più vicine nel tempo.
Si commuoveva nel ricordo, erano sensazioni dolci, era stato fortunato a conoscere quasi tutte persone, dalle quali era facile imparare qualcosa.
Gli pareva che ogni famigliare, ogni amico, ma anche il panettiere e il calzolaio, ognuno, a modo loro, avessero contribuito alla sua crescita, adesso li vedeva chiaramente e li seguiva con attenzione e affetto.
Non pensiate solo a rose e fiori, qualche pezzo di merda lo aveva conosciuto anche lui.
Soprattutto nell'ambiente di lavoro, pure senza corpo gli venivano i peli dritti, ritornando alle emozioni negative che gli procuravano certi energumeni nel suo luogo di lavoro.
Quasi mai la violenza era fisica, parole e gesti bastavano ad annientare anche il più muscoloso, comunque, fisica o psicologica, era sempre dovuta a ignoranza e arroganza.
Per fortuna, anche in quell'ambiente poco simpatico, era riuscito a trovare "Persone" e non solo animali. Senza essere spregiativo, animali considerava quelli esseri, che pur avendo sembianze umane, erano con netta evidenza, ancora non evoluti, nel suo ambiente lavorativo ce n’erano in abbondanza.
Teneva molto invece alle "Persone", che lí aveva incontrato, per una sorta di magia, tanto selvaggi erano gli animali, quanto fantastiche erano le Persone.
Veramente belle amicizie.
[CONTINUA]
Potete continuare a leggere questo racconto, insieme a tanti altri, nella nuova antologia di racconti illustrati edita dal collettivo Gli scrittori della porta accanto.
Angelo Gavagnin |
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Forse è davvero così..o forse ci piacerebbe che lo fosse. Una cosa, però, è certa il racconto è stupendo, ben scritto e ben pensato. In quanto al dopo...continuare il racconto!
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