Professione scrittore Di Elena Genero Santoro. Per chi si accosta alla pubblicazione, una delle alternative possibili è quella del selfpublishing. Ma quali sono i pro e contro dell'autopubblicazione?
Il vantaggio di pubblicare in self è indubbiamente la libertà. Sulle piattaforme dedicate non si è vincolati a nessun tipo di contratto e se si decide di ritirare la propria opera dal mercato o di modificarne una parte, basta un clic.L’altro aspetto indubbiamente positivo è che tutti i guadagni vanno all’autore, escluse le royalties, ed è ovviamente sempre l’autore che stabilisce il prezzo della propria opera.
A volte per il codice ISBN viene richiesto un contributo.
Pubblicare è estremamente semplice, basta seguire passo passo tutti gli step che la piattaforma propone e il gioco è fatto.
Si può pubblicare sotto forma di ebook o di libro cartaceo o in entrambi i modi. La maggior parte delle piattaforme offre anche la possibilità del POD, il print on demand: le copie vengono stampate su richiesta, appena un lettore o l’autore stesso decidono di ordinarle, si trattasse anche solo di un’unica copia, e senza costi aggiuntivi.Il self dunque è uno strumento versatile, che permette un’autogestione della propria opera e delle spese ad essa correlate. Ma la libertà ha anche i suoi rischi...
Innanzitutto il mercato è saturo di libri auto-pubblicati. Quindi un libro auto-pubblicato, per farsi notare, deve avere un quid in più che altri libri non hanno.
La cover deve essere accattivante. Le piattaforme offrono la possibilità di creare cover semplici e standard, ma i risultati sono di una tristezza infinita. Quindi, il primo costo aggiuntivo che si dovrebbe prevedere è proprio quello di un’immagine professionale impaginata ad arte. A meno che qualche amico comprensivo non si offra di pensarci, però deve essere bravo. Per un risultato ottimale meglio rivolgersi a dei professionisti.Poi, ovviamente, c’è il contenuto, il testo. Una CE, anche piccola, un minimo di editing lo fa, senza contare la selezione preliminare. Il rischio della pubblicazione in self è di mettere in circolazione opere non sufficientemente rifinite e presentabili, a meno di non avere una rete di amici e parenti capaci che controllino il testo prima della pubblicazione, oppure di non pagarsi un editing professionale. Un editing leggero costa almeno 250–300 euro e i prezzi aumentano se uno richiede un lavoro più approfondito.
E infine, la promozione. Se pubblichi con il self publishing sei solo e devi gestirti eventi e promozioni senza una guida. Ci sono autori che per farsi notare e portare il loro ebook self in alto nelle classifiche lo fanno leggere e recensire in anteprima a tutti gli amici. Quando poi il libro esce, si trova con decine di recensioni positive in pochi giorni e attira immediatamente l’attenzione. È questione di strategia...
Personalmente, all’auto-pubblicazione mi sono rivolta due volte: la prima per inesperienza, la seconda a ragion veduta.
Infatti, quando ho scritto il mio primo romanzo e non conoscevo né CE non a pagamento né altri autori, e la prima via potabile per mettere in commercio il mio libro è stata l’auto-pubblicazione. Ma siccome, dicevo, non avevo né mezzi, né esperienza, il risultato non è stato un successo. In realtà, da quell'esperienza ho imparato comunque molto...Sconsiglio vivamente ai neo-scrittori di pubblicare un self esclusivamente in versione cartacea, come ho fatto io la prima volta. È la morte del libro. Il self publishing che può aspirare ad avere successo è un ebook: costa poco, se è in promozione magari non costa nulla, e si diffonde velocemente. Invece è più difficile immettere sul mercato un libro cartaceo che costa 15 o 16 euro se sei un perfetto sconosciuto e non hai nemmeno una CE alle spalle. Inoltre, alcune piattaforme hanno dei costi di spedizione proibitivi per i libri in self, dato che spesso vengono stampati in altri continenti, e questo disincentiva ogni tipo di acquisto.
Per non parlare della diffusione dei cartacei nelle librerie: è un argomento spinoso anche per i libri editi dalle piccole CE, ci sarebbe da scrivere un articolo a parte.
Quindi, in conclusione, pubblicare in self publishing presenta pro e contro.
Non è detto che “self” sia sinonimo di “costo zero” per l’autore. Se uno vuole proporre al pubblico un prodotto professionale, che si distingua da altri mille-mila libri, deve prendere in considerazione di investire qualche centinaia di euro e oltre per migliorarlo. Ma fatto ciò, godrà in prima persona dei frutti del suo successo.Comunque ci sono alcuni autori, magari già un po’ noti e smaliziati, che dopo aver pubblicato con piccole CE decidono liberamente di puntare proprio sul self – sull’ebook self – e giocando opportunamente sulle promozioni, sui blog tour e sulla visibilità dei social, riescono a fare diffondere molto bene la loro opera. Talmente bene che a volte una grande CE li contatta e li ripubblica con un marchio noto...
Perché il self, se sfruttato opportunamente, può essere uno splendido trampolino di lancio. Ma per fare ciò, nulla deve essere raffazzonato o lasciato al caso.
Elena Genero Santoro Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni. Perché ne sono innamorata, Montag. L’occasione di una vita, Lettere Animate. Un errore di gioventù, PubMe - Collana Gli Scrittori della Porta Accanto (seconda edizione). Gli Angeli del Bar di Fronte, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni (seconda edizione). Il tesoro dentro, PubMe - Collana Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni (terza edizione). Immagina di aver sognato, PubGold. Diventa realtà, PubGold. Ovunque per te, PubMe. Claire nella tempesta, Leucotea. |
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