Gli scrittori della porta accanto

Anteprima: Alessio Vincenti racconta "Il primo sigillo"

IL PRIMO SIGILLO >> segnalazione, more info
di Alessio Vincenti | Sito web
Zerounoundici Edizioni
Epic | Fantasy
ISBN   978-88-6307-815-2 
ebook 3,45€ | Amazon 
cartaceo 15,70€ Acquista 

Nel mondo di Gaian sta per compiersi un evento progettato e atteso da quasi settecentocinquanta anni. Solo pochi ne sono a conoscenza, secoli di manipolazioni hanno eliminato dalla conoscenza collettiva il passato, ed è qui che inizia la storia. 
I personaggi saranno sia causa che spettatori degli eventi che stanno per accadere, e il lettore conoscerà assieme a loro questo nuovo mondo. 
Un uomo della nostra terra arriverà su Gaian con uno scopo e scoprirà di averne un altro. 
Un re deposto, il suo consigliere e un contadino verranno strappati dalle loro vite e lanciati in una terribile avventura. 
Una giovane Nomade viene rapita, ma il motivo è il più inaspettato e le cambierà la vita.

Raccontaci qualcosa di te: chi è Alessio Vincenti nella vita di tutti i giorni? Quali libri ama leggere e quali invece evita a ogni costo?
Una persona normale con un lavoro, una famiglia, tanti interessi e problemi, come tutti. Faccio il cuoco, vivo in Toscana con la mia famiglia e quando i tempi della vita me lo permettono, scrivo. Ma prima ancora di essere uno scrittore sono un lettore. Leggo molto e di tutto, non posso suddividere i libri che amo e quelli che odio in base al genere o a un altro metodo di giudizio preventivo. Amo i libri scritti bene, in linea di principio è questo che me li fa scegliere o scartare.

Questo è il primo romanzo che pubblichi?
Si, e incredibilmente è anche il primo che abbia mai scritto. Voglio dire, spesso un esordiente ne deve produrre alcuni prima di arrivare alla pubblicazione. Non fraintendermi, non sto dicendo certo di essere migliore degli altri, ma ho dedicato al Primo Sigillo davvero molto tempo. Mi ci sono voluti cinque anni prima di sentirlo pronto e farlo leggere a qualcuno che non fossi io. In effetti è come se lo avessi riscritto almeno tre volte!

Veniamo al libro “Il primo sigillo”. Com’è nata l’idea?
Come ben sai, ogni scrittore che si rispetti crea di continuo storie nella propria testa, e io non sono certo l’eccezione, anzi. Questa è nata in un ospedale, un posto improbabile. Mia moglie doveva sottoporsi a una operazione insignificante e avrebbe passato la notte lì. Quando la salutai il mio cervello si mise in moto da solo, creando l’incipit di quello che sarebbe diventato non solo Il Primo sigillo, ma la storia completa della saga di Gaian. Premetto che naturalmente le storie nascono da uno spunto reale ma sono solo storie, mia moglie sta benissimo! L’incipit fu: cosa sarebbe disposto a fare un uomo che perde la donna che ama per riaverla? Due o tre anni dopo avevo un quadro esatto dell’intera storia, e iniziai a scrivere.

Il tuo libro è un epic fantasy. Ci racconti di che cosa parla?
Ti confesso che questa, che poi è la domanda più ovvia che si possa fare a un autore, è quella che mi crea più problemi. Vedi, Il primo Sigillo non è un libro a sé stante, è solo la raccolta, per così dire, dei primi tre capitoli del libro di Gaian. Intendiamoci, la storia pur non concludendosi ha uno sviluppo e una fine ben definiti, ma naturalmente crea più domande di quante risposte dia. È come chiedere a un autore di cosa parlano i primi capitoli del libro e non il libro intero. Comunque ci provo: Nel mondo di Gaian sta per compiersi un evento progettato e atteso da quasi settecentocinquanta anni. Solo pochi ne sono a conoscenza, secoli di manipolazioni hanno eliminato dalla conoscenza collettiva il passato, ed è qui che inizia la storia. I personaggi saranno sia causa che spettatori degli eventi che stanno per accadere: un uomo della nostra terra arriverà su Gaian con uno scopo e scoprirà di averne un altro. Un re deposto, il suo consigliere e un contadino verranno strappati dalle loro vite e lanciati in una terribile avventura. Una giovane Nomade viene rapita, ma il motivo è il più inaspettato e le cambierà la vita.
Questi e altri personaggi termineranno il loro viaggio nel solito posto e nel solito momento. Ciò che succederà sarà qualcosa di inatteso e darà il via a una serie di eventi che cambieranno Gaian per sempre.

Qual è il target a cui ti rivolgi? Che tipo di lettori ambisci a conquistare?
Purtroppo in Italia Fantasy significa “storielle per ragazzini con fatine, maghetti e incantesimi in rima”. Io sono di “scuola” anglosassone, sono nato con Eddings e Brooks, cresciuto con Jordan e Feist e maturato con Donaldson e Cook, solo per citarne alcuni. Ho cercato di scrivere qualcosa di vagamente paragonabile, ben sapendo che far passare l’epic fantasy per letteratura nel nostro paese è arduo. Idealmente vorrei che chi ha riconosciuto almeno tre dei nomi suddetti volesse dare al Primo Sigillo una possibilità.

Quanto ti ha coinvolto intimamente la stesura di questo romanzo? C’è qualcosa di autobiografico?
Può non esserci? Ho vissuto in Spagna per un po’, e credo che questo sia chiaro anche per chi non mi conosce leggendo il libro. I personaggi sono in parte o completamente persone che conosco, spesso amici. Inventarsi un personaggio infatti ritengo che sia impossibile. Intendo dire, creare da zero una persona, con le sue forze e debolezze, l’esperienza e il passato… nessuno è così bravo a scrivere! Se invece parti da un modello esistente puoi chiederti: “che farebbe X in quel caso?”. Il libro prende vita, perché nulla è più scontato.

Per scrivere questo libro hai dovuto svolgere delle ricerche?
Moltissime. Sono di natura pignolo e metodico, odio parlare di cose che non so, e soprattutto il mio ego soffrirebbe molto se qualcuno mi facesse notare inesattezze marchiane in quello che scrivo. Mi ricordo che ho passato tre giorni a imparare tutto quel che c’è sulla rete riguardo ai carri a trazione animale… Il combattimento all’arma bianca poi mi sta prendendo molto tempo, in pratica tutto quello che si vede nei film o si legge nella maggior parte dei libri è sbagliato! E a breve dovrò imparare molto sulla navigazione medievale e rinascimentale.

C’è qualche messaggio particolare che speri di comunicare attraverso questo romanzo, o prevale l’intento di intrattenere?
Direi che in prima lettura l’intento è quello di scrivere una storia non banale e che ti prende, si. E già questo sarebbe il risultato di una vita! In realtà il libro vuole parlare di crescita personale. Se riuscirò nel mio intento i personaggi avranno compiuto tutti una parabola, che li porterà a essere la massima espressione di loro stessi.

Il finale chi l’ha deciso? Tu o i tuoi personaggi?
Ah! Una domanda davvero interessante! Il finale era deciso, ma naturalmente solo abbozzato. È vero, i libri delle volte si scrivono da soli. L’avevo sempre sentito dire, ma non sapevo quanto fosse reale. Ci sono almeno un paio di personaggi che sono nati di loro spontanea volontà, e sono diventati i miei preferiti. Ma al momento ho ancora il controllo della trama!

Grazie per essere stato con noi, Alessio. In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.
Grazie a te dell’invito.


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di Elena Genero Santoro Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag
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Gli Angeli del Bar di Fronte, 0111 Edizioni.



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