Gli scrittori della porta accanto

#ioviaggiodasola: 7 libri che parlano di donne in viaggio



Professione lettore Di Stefania Bergo. #ioviaggiodasola, perchè viaggiare soli non è una questione di incoscienza o coraggio, è solo intraprendenza e anche le donne devono avere il diritto di farlo in sicurezza. Lo raccontano le scrittrici della porta accanto nei loro libri.

Arrivo che è ormai sera. Una sera tiepida di fine dicembre. Evviva! Scendo dall’aereo annusando l’aria, tentando di carpire subito il profumo dell’Africa. Ho la giacca a vento invernale legata ai fianchi. Qui non mi servirà, mi dico felice. Faccio la fila per il visto, cercando di cogliere almeno qualche parola di italiano attorno a me. Scorgo tra la folla un paio di ragazze dirette in qualche missione, a giudicare da come sono vestite e dalla chitarra logora che una di loro porta legata a tracolla con lo spago. Guardo l’impiegato che timbra la pagina del mio passaporto. Ecco, ora sono ufficialmente in Kenya. E ci sono arrivata da sola, penso con orgoglio.
Stefania Bergo, Con la mia valigia gialla
Il mio primo viaggio da sola. Non mi sono limitata a scegliere un all inclusive zero pensieri - zero emozioni reali, no. Ho prenotato un volo e sono partita. Da sola. Avendo solo una vaga idea di dove sarei approdata.
Ho viaggiato spesso da sola, dopo di allora. Qualcuno mi ha anche dato dell'incosciente, soprattutto quando sono partita con mia figlia di soli tre anni per raggiungere papà in Uganda. Altri hanno detto che sono coraggiosa. Io credo né l'uno né 'altro. Viaggiare soli non è una questione di incoscienza o coraggio, è solo intraprendenza, spirito vagabondo annidato sottopelle che di tanto in tanto si fa sentire e si deve prendere uno zaino, o una valigia gialla, e andare. Che tu sia uomo o donna non fa differenza. Non dovrebbe farne. L'importante è non essere sprovveduti e non sottovalutare mai le culture locali. Viaggiare in territorio di guerra o ficcare il naso in fatti che non ci riguardano o in cose più grandi di noi, esula da qualsiasi guida del viaggiatore perfetto, indipendentemente dal sesso.
Con la mia valigia gialla

Con la mia valigia gialla

di Stefania Bergo
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Memoir di viaggio
ISBN 978-8833667829
Cartaceo 12,00€
Ebook 2,99€

#ioviaggiodasola perché viaggiare soli è come viaggiare due volte. 

Viaggiare sollecitando tutti e sei i sensi. Ci si mette in contatto con la natura, si interiorizza, o al contrario si socializza molto di più, a volte per necessità. Perché a una donna dovrebbe essere preclusa questa possibilità, questa fortuna? Perché il mondo è cattivo. Non sarebbe più giusto cambiare il mondo, allora?
Sono atterrata di notte a Nairobi e nessuno sapeva sarei arrivata, ho attraversato Zanzibar in macchina con uno sconosciuto, ho dormito in un villaggio di pescatori, ho viaggiato sui mezzi locali, tra la folla in cui non riuscivo a mimetizzarmi. Eppure, non ho mai avuto paura. Ho sempre trovato persone cordiali e ho imparato a stare alla larga dalle situazioni meno amichevoli. Mi è sempre andata bene, direbbe qualcuno. Certo, è vero. Così come mi è sempre andata bene quando sono uscita la sera per diletto, nella mia città, o quando, per lavoro, sono dovuta rincasare dopo ore di straordinari, in piena notte. E se disgraziatamente mi fosse successo qualcosa di male, non per questo me lo sarei andata a cercare...
#ioviaggiodasola, che siano i criminali a starsene chiusi in casa... anzi, in galera sarebbe meglio!

La notte delle stelle cadenti

La notte delle stelle cadenti

di Valentina Gerini
StreetLib – Collana Gli scrittori della porta accanto
Narrativa di viaggio | Romance
ebook 2,99€
cartaceo 7,99€
«Taxi?» mi chiese. [...] Dopo un paio di incroci l’uomo si accorse che il tassametro non stava funzionando e iniziò a parlare concitatamente, ero sicura fosse veramente alterato dal modo in cui agitava la testa e guardava in alto con gli occhi a cadenza regolare dopo ogni parola che diceva. Parlava in una lingua che non conoscevo, ma ascoltando i suoni pensai fosse arabo. Poi, in un inglese poco comprensibile, mi chiese perché non lo avessi avvertito del fatto che il tassametro fosse spento. [...] «Get out! Get out!» strillava il tassista ordinandomi di scendere. [...] Mi chiese dieci dollari, scese dal taxi, mi aprì lo sportello della macchina e mi invitò bruscamente a uscire: «Fuck you Italiano mafia». [...] Ero a Miami, una città dove non ero mai stata prima, un uragano stava passando sopra la mia testa, non sapevo in che caspita di via mi trovavo, ero bagnata dalla testa ai piedi, ed ero anche un poco brilla. Non avevo idea di come fare per tornare a casa. Potevo proseguire a piedi, ma l’incessante pioggia rendeva qualsiasi azione molto più complicata del normale. Ero praticamente disperata ma valutare tutta la situazione, sciagura dopo sciagura, a un certo punto mi fece ridere di gusto.
Valentina Gerini, La notte delle stelle cadenti

Valentina Gerini, quando hai iniziato a viaggiare da sola? Oggettivamente, una donna sola può riscontrare più difficoltà a viaggiare?

#ioviaggiodasola volentieri, da sempre. Da quando ho compiuto diciotto anni. Da quando i miei genitori e i miei parenti, per festeggiare il compleanno che mi avrebbe catapultato nel mondo degli adulti, mi regalarono un viaggio a Londra. Mi innamorai di quella città e della sensazione di libertà che viaggiare da soli regala. Fu in quel momento che decisi che avrei viaggiato, sola o in compagnia, poco importava.
Partii per Londra poi, per lavoro, per altri luoghi esotici e, a volte, sperduti e tanto, tanto differenti dall'Italia. Luoghi in cui, se sola e donna, devi stare attenta a dove vai, cosa fai, con chi parli, come ti vesti. Ho sempre rispettato la cultura del paese che mi ospitava, entrando in quella casa in punta di piedi senza mai disturbare ma cercando ogni maniera possibile per comunicare con le popolazioni locali e stabilire relazioni. I viaggi mi hanno arricchita e mi hanno fatta crescere, mi hanno cambiata.
A distanza di anni, ripensando alle situazione in cui mi sono cacciata in giro per il mondo, da sola, mi rendo conto di aver spesso sfidato la sorte e di essermi cacciata, a volte con estrema leggerezza e incoscienza, in eventi pericolosi. Ho dovuto affrontare situazioni spiacevoli come quella raccontata ne La notte delle stelle cadenti. La storia del taxi è vera. Ma il suo comportamento, irruente e cattivo, non mi ha scalfita, anzi... Sotto la pioggia, in una notte burrascosa, a tarda ora, al buio dei vicoli londinesi, con insoliti personaggi avvolti in felpe col cappuccio che mi dicevano qualsiasi cosa, magari per portarmi chissà dove, io ho raggiunto, temeraria, il mio appartamento.
Volevo un marito nero

Volevo un marito nero

di Valentina Gerini
StreetLib – Collana Gli scrittori della porta accanto
Narrativa di viaggio | Romance
ebook 2,99€
cartaceo 5,99€
La chiesa aveva sul retro una piccola stanza spoglia, dotata solo di una grande lavagna appesa al muro, che fungeva da scuola. Avemmo la fortuna di assistere a una lezione di inglese. Bambini di tutte le età, scalzi e seduti per terra, ripetevano come pappagalli le frasi che l'insegnante diceva loro. Visitammo anche qualche casa. Le signore, gentili e ospitali, ci facevano entrare e ci offrivano quella poca frutta che avevano appena raccolto.
Valentina Gerini, Volevo un marito nero

Siamo donne ma possiamo e dobbiamo poter viaggiare come gli uomini. Libere e spensierate, anche da sole.

Perché viaggiare dovrebbe essere un diritto di tutti e farlo da sole dovrebbe essere una cosa possibile senza alcuna paura o rischio. Viaggiare da soli è uno strumento per conoscere il mondo e conoscere, allo stesso tempo, se stessi. Nell'estratto di Volevo un marito nero si racconta come un semplice giro nella foresta di Zanzibar, lontano dai centri turistici e dalle spiagge da sogno, possa dare luogo a delle grandi crescite personali e prese di coscienza. Viaggiare da soli è una scoperta, della realtà che ci circonda e del nostro io interiore. Dobbiamo avere il diritto di farlo senza aver paura che, in quanto donne e sole, possiamo essere il bersaglio di qualche malvivente disposto a fare del male al prossimo perché, a suo dire, è più debole e vulnerabile di lui.

Biglietto di terza classe

Biglietto di terza classe

di Silvia Pattarini
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Romanzo storico
ISBN 978-8833669502
ebook 2,99€
cartaceo 18,00€
A questo Lina aveva pensato e aveva portato nel suo misero bagaglio anche dei vestiti da uomo.
Una mattina, dopo aver trovato rifugio al caldo in una stalla, li tirò fuori dalla valigia e indossò la giacca, le braghe e il cappotto, raccolse i capelli in un ciuffo ben stretto e li nascose sotto un cappello a falde larghe che aveva preso in prestito dal fratello.
«È una trovata geniale! Bella idea!» confermò Maria entusiasta della novità.
Mentre abbeveravano il mulo chiesero al proprietario della stalla un po’ di latte: fecero colazione con latte e castagne secche, probabilmente sarebbe stato l’unico pasto della giornata, e, poco dopo, ripresero il cammino. Ora sembravano una vera famiglia composta da madre, figlio e figlia, nessuno le avrebbe toccate. Con un uomo giovane e forte al seguito, tutti avrebbero portato loro rispetto.
Silvia Pattarini, Biglietto di terza classe

Silvia Pattarini, pensi che sia cambiato nel tempo il modo di viaggiare delle donne? Il fatto che siano più intraprendenti significa anche che il mondo sia più sicuro per una donna che viaggia sola?

L'estratto qui su riportato descrive un viaggio di donne di più di cento anni fa. Le ragazze che viaggiavano sole erano costrette a ricorrere allo stratagemma descritto qui sopra per stare tranquille. Mi chiedo se il mondo abbia fatto passi in avanti in questo senso, o se al contrario, stiamo invece tornando indietro.
Non è concepibile nel nuovo millennio, che per le donne che viaggiano sole esistano luoghi insicuri. La verità è che al giorno d’oggi, non esiste più un luogo sicuro, né per le donne né per gli uomini, siamo tutti quanti in balia di criminali, che siano ordinari o di culture estremiste. Non esiste un luogo più sicuro di un altro. Io vorrei poter tornare a dormire tranquilla, come accadeva vent’anni fa. Ho sempre viaggiato sola o in compagnia di amiche, per le vacanze, e vorrei che anche mia figlia, i miei figli, tra qualche anno potessero fare altrettanto. Il mondo deve cambiare per le donne, non sono le donne a doversi inginocchiare ai problemi del mondo.
#ioviaggiodasola e concludo con una citazione di Rita Levi Montalcini: «Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale della società».

Gli angeli del bar di fronte

Gli angeli del bar di fronte

di Elena Genero Santoro
StreetLib – Collana Gli scrittori della porta accanto
Narrativa
ebook 2,99€
cartaceo 12,99€
Me ne andai poco prima del solito, ma era già buio. Procedevo spedita nel marciapiede largo e sporco, ma ero stanca morta. Volevo solo tornare a casa e posare le mie ossa sul letto. Speravo che la mamma fosse già a dormire per non doverle parlare. Pregavo che il Tavor avesse già fatto il suo effetto. La fermata del 18 era a soli due isolati. [..] A un tratto, mi sentii afferrare da dietro. Qualcuno aveva messo una mano intorno alla mia bocca e stava cercando di immobilizzarmi. Tentai di gridare ma mi fu impossibile. Cercai di divincolarmi, ma due braccia mi tenevano ferma. Provai a dare un calcio, ma mi feci male e ricevetti un ceffone. Capii che erano in due e volevano abusare di me. Volevano accedere alle mie gambe, al mio intimo. Ammisi che mia sorella, per quanto noiosa e saccente, avesse ragione. Quella era una zona malfamata e io non avrei dovuto essere lì.
Elena Genero Santoro, Gli angeli del bar di fronte

Elena Genero Santoro, cosa risponderesti a tua figlia se ti dicesse di voler viaggiare da sola? Pensi che ci siano situazioni prevedibili o luoghi dove assolutamente una donna non possa andare? Sarebbe una colpa volerli comunque visitare?

Chiara, la ventenne protagonista del mio romanzo Gli Angeli del Bar di Fronte, non compie lunghi viaggi, ma lavorando in un bar di una zona malfamata di Torino e non avendo la macchina, è costretta, ogni sera a tornare a casa da sola servendosi dei mezzi pubblici.
Sarò sincera: a una figlia di vent’anni non consiglierei mai di lavorare in una zona malfamata di una grande città e di girare da sola di notte. E probabilmente mi troverei a fare la parte della sorella saccente che numerose volte ha detto a Chiara: molla quel postaccio, trovati un altro lavoro. Questo atteggiamento però, ovviamente, nasce da un arrendersi alla prudenza e da una triste constatazione che “una ragazza, chissà perché, questo non lo può fare!”, non nasce certo dalla giustificazione delle aggressioni, che peraltro avvengono anche in luoghi rispettabili e non necessariamente di notte. Però il senso di colpa noi donne ce l’abbiamo radicato dentro, si vede che ce lo inculcano da quando siamo piccole. E infatti Chiara, in pochi secondi, mentre i due balordi le sono addosso, non pensa “maledetti depravati, cosa ci fate qui e cosa volete da me”, ma pensa che sia colpa sua, ritiene di essere lei quella nel posto sbagliato al momento sbagliato. Come se loro, i maschi stupratori, avessero più diritto di lei di calcare quel marciapiede, di girovagare solitari sotto i lampioni. Come se agli aggressori fosse concesso tutto e alle vittime restasse il torto, pesante come un’accusa di essersela andata a cercare.

Oltre i confini del mondo

Oltre i confini del mondo

di Ornella Nalon
0111 Edizioni
Narrativa di viaggio
ebook 2,99€
cartaceo 13,50€
Tempo di espletare il previsto periodo di preavviso al lavoro e di effettuare i dovuti vaccini obbligatori e, qualche altro di natura precauzionale, tra le ultime accorate raccomandazioni dei suoi genitori, Eleonora era pronta per la sua nuova, desiderata avventura. Aveva contattato telefonicamente la missione per avere notizie su come raggiungerla e su cosa avrebbe dovuto portare con sé. [...] Il viaggio fu lungo ma estremamente tranquillo. Per il primo tratto riuscì a dormire, anche se fece una serie di sogni poco rassicuranti, relativi all’accoglienza a lei riservata all’arrivo della sua destinazione. Per tutto il resto del volo, a parte qualche frase di convenienza scambiata con il vicino di posto, lesse l’unico libro che si era portata. Atterrata all’aeroporto di Arusha e dopo essere venuta in possesso del suo piccolo bagaglio, non le restava che attendere l’arrivo della persona che l’avrebbe portata nel luogo predestinato. Per farsi riconoscere, si era accordata che avrebbe legato al collo un foulard azzurro, poiché non c’era la certezza che ci fosse la dovuta copertura per il funzionamento del suo cellulare per poter essere rintracciata.
Ornella Nalon, Oltre i confini del mondo

Ornella Nalon, ci sono guide turistiche o social media mirati per donne che viaggino da sole? Cosa ne pensi?

Il fenomeno delle donne che viaggiano da sole è ormai una realtà consolidata e in crescita. Una tendenza che pare essere nata nel mondo anglosassone e che sta prendendo piede anche in Italia.
L'anno scorso solo il Touring Club Italiano contava quasi 1 milione e mezzo di donne che ha viaggiato in solitaria e gli esperti prevedono che tra due o tre anni si assisterà al boom del fenomeno.
In questo senso, è promettente il fatto che stiano nascendo alcune realtà che vogliono essere dei punti di riferimento e di supporto per donne che viaggiano senza compagnia.
Ad esempio, la Morellini Editore ha istituito una collana editoriale di guide di viaggio “in rosa”.
Le Women-friendly sono piccole guide da mettere in borsetta o da scaricare sull’iPad o sullo smartphone, in cui sono consigliati hotel, ristoranti, caffè, visite turistiche, locali e punti shopping, tutto visto con occhi femminili. Ma ancora, poiché il viaggio in solitaria di una donna, purtroppo, è un’attività che comporta rischi anche elevati, vi si possono trovare utili consigli per viaggiare in sicurezza.
Altra iniziativa significativa da segnalare è il social blog dedicato al turismo femminile, Amicadivaligia sulla cui home page si può leggere: «Questa è una bacheca di annunci, tutta al femminile (pubblichiamo cioè solo annunci di donne rivolti ad altre donne), nella quale puoi pubblicare un annuncio per cercare una compagna di viaggio o un’amica con cui dividere avventure».
Forse non sarò io ad alzare la media delle donne avventurose solitarie, considerata la mia scarsa temerarietà, non posso affermare #ioviaggiodasola, ma confido vivamente che si arrivi al momento in cui una donna possa essere libera di decidere della propria vita e del proprio tempo libero, senza limitazioni socio/culturali di alcun tipo.

Il sogno dell'isola

Il sogno dell'isola

di Tamara Marcelli
StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione)
Narrativa
ebook 2,99€
cartaceo 9,49€
Partii da sola.
Alle tre del mattino, per prendere un autobus che mi avrebbe portato a circa 300km da casa, nell'unico centro che effettuava esami diagnostici di un certo livello. Mi sentivo forte e determinata. Il viaggio durò circa tre ore e durante il tragitto fantasticai su quello che sarebbe stato il mio prossimo futuro. Ero elettrizzata, mi sentivo come se stessi facendo qualcosa di grande e utile al mio sogno.
Il dover affrontare tutto questo da sola mi era indifferente. Almeno apparentemente.
[...] Arrivai in quella città a me poco conosciuta e cominciai a camminare, con una cartina in mano.
Tamara Marcelli, Il sogno dell'isola

Tamara Marcelli, ci sono molti modi di viaggiare e forse le donne, più degli uomini, sentono il bisogno di introspezione, di solitudine. Pensi che a volte un viaggio da sola sia necessario?

Ci sono viaggi necessari, indispensabili, viaggi di cui non si può fare a meno. Sono percorsi più o meno tortuosi, spesso in salita, intensi e sfiancanti. Viaggi che ti tolgono il fiato. Ma sono lì dietro l'angolo e basta un passo per decidere di viverli. Di respirarli. Sono i viaggi che devi affrontare da sola. Per ritrovare un senso e ricominciare a volersi bene. Per darsi una possibilità. Per sentire su di sé le nuvole scivolare via. Viaggi senza schemi, catene e fili invisibili. Per prendere consapevolezza. Sono i viaggi che ti fanno partire prima con il pensiero, con i sogni, la fantasia, poi con i passi. Passi che si susseguono via via sempre più leggeri, soffici. Aria che riempie i polmoni e gonfia il cuore. È così che ci si ritrova. Con un viaggio da sola.


Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione).
Mwende. Ricordi di due anni in Africa, Gli scrittori della porta accanto Edizioni.
La stanza numero cinque, PubMe – Collana Gli scrittori della porta accanto.


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1 commenti
  1. bellissimo questo articolo! Mi sono ritrovata in molte delle cose che sono state scritte. Il viaggiare soli è un'esperienza indimenticabile... ma doppiamente (anche di più) pericolosa per una donna.

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