Gli scrittori della porta accanto

[Professione lettore] "Come viaggiare con un salmone" e "Papè Satan Aleppe", i libri postumi di Umberto Eco, di Ornella Nalon

Umberto-eco

Come viaggiare con un salmone” e “Papè Satan Aleppe”. a pochi mesi dalla scomparsa di Umberto Eco, i suoi libri postumi, entrambi pubblicati dalla sua casa editrice La nave di Teseo.

La casa editrice è stata fondata da Elisabetta Sgarbi e un gruppo di autori, capitanati dallo stesso Eco, per sottrarsi alla fusione tra Mondadori e Rizzoli.

COME VIAGGIARE CON UN SALMONE

La nave di Teseo
EAN 9788893440165
cartaceo  8,50€  Acquista
ebook  6,99€  


Come viaggiare con un salmone”, recita la sua sinossi, è un libro di istruzioni. Istruzioni sui generis, date da un maestro d’eccezione come Umberto Eco per situazioni molto particolari: come imparare a fare vacanze intelligentievitare malattie contagiosemangiare in aereoviaggiare con un salmone al seguito, e molto altro. È anche e contemporaneamente un libro di Bustine di Minerva, di riflessioni divertite, stralunate, pungenti, capaci di smascherare l’attualità come solo Eco sa fare. Un volume per la prima volta in libreria, che affianca ai testi inediti una scelta d’autore di testi del passato, per guidarci nella selva delle nostre giornate dove affrontiamo instancabilmente problemi, ora leggeri ora serissimi.
Una raccolta inedita composta dallo stesso autore, che propone il meglio della sua scrittura divulgativa, divertente, irriverente e pungente. Molti sono gli argomenti/consigli, tra cui: come sostituire una patente rubata, come parlare agli animali, come impiegare il tempo, come usare il tassita, come reagire ai volti noti, come riconoscere un film porno, come mangiare un gelato, come fare l’indiano, ecc...
Propongo uno stralcio di “Come mangiare in aereo”.
Nel corso di un viaggio aereo di alcuni anni fa (Amsterdam andata e ritorno), ci ho rimesso due cravatte Brooks Brothers, due camicie Burberry, due paia di pantaloni Bardelli, una giacca di tweed comperata in Bond Street e un gilè Krizia. Infatti sui voli internazionali vige la buona abitudine di servire il pasto. Però si sa che il sedile è stretto, la tavoletta altrettanto e l’aereo talora balla. Inoltre i tovaglioli degli aerei sono piccolissimi e lasciano scoperto il ventre se si infilano nel colletto, e il petto se si posano sul grembo. Il buon senso vorrebbe che si offrissero cibi non sporchevoli e compatti. Non è necessario dare tavolette di Enervit. Cibi compatti sono la cotoletta alla milanese, le carni alla griglia, il formaggio, le patate fritte e il pollo arrosto. Cibi sporchevoli sono gli spaghetti con la pummarola ’n coppa, le melanzane alla parmigiana, le pizze appena uscite dal forno, il consommé in tazza bollente senza manici. Ora il menu tipico di un aereo si compone di carne molto cotta affogata in salsa marrone, generose porzioni di pomodoro, verdure tritate fini e macerate nel vino, riso e piselli al sugo. E noto che i piselli sono oggetti inafferrabili - ed è per questo che neppure i grandi cuochi sono capaci di fare i piselli ripieni - specie se ci si ostina, come impone l’etichetta, a mangiarli con la forchetta e non con il cucchiaio. Non ditemi che sono peggio i cinesi perché assicuro che è più facile afferrare un pisello con le bacchette che infilzarlo con la forchetta. È anche inutile obiettare che con le forchette i piselli non si infilzano ma si raccolgono, perché le forchette sono sempre disegnate al solo fine di far cadere i piselli che fingono di raccogliere. Si aggiunga che i piselli, in aereo, sono regolarmente serviti solo quando l’aeromobile entra in una turbolenza e il capitano raccomanda di allacciare le cinture. In conseguenza di questo complesso calcolo ergonomico, pertanto, i piselli hanno solo due alternative: o s’infilano nel collo o nella braghetta. Come insegnavano i favolisti antichi, per impedire a una volpe di bere in un bicchiere occorre che il bicchiere sia alto e sottile. I bicchieri degli aerei sono bassi, svasati, praticamente simili a un catino. Ovvio che qualsiasi liquido ne debordi, per legge fisica, anche senza turbolenza…

PAPÈ SATAN ALEPPE

La nave di Teseo
ISBN 978-8865086797
cartaceo 17,00€ Acquista
ebook 9,99€  Acquista

Papè Satan Aleppe - Cronache di una società liquida” è una lunga raccolta (469 pagine), curata dallo stesso autore, delle famose Bustine di Minerva che ha pubblicato dal 1985 al 2015 sull’Espresso.
Per chi non lo sapesse, “la bustina di minerva” era una rubrica da lui curata sul famoso settimanale, che trattava di vari argomenti e, alcune volte, proponeva anche brevi racconti.
Papè Satàn Aleppe è una frase contenuta nella Divina Commedia il cui significato non è del tutto chiaro nemmeno ai più esperti studiosi del sommo Poeta. Ed è proprio questo il motivo per il quale Eco l’ha scelta come titolo di un testo che analizza alcuni aspetti della società contemporanea: una società talmente complessa e in rapida evoluzione che sembra quasi impossibile comprenderla. Il sottotitolo sembra confermare tale interpretazione: “cronache di una società liquida” in cui usa la definizione “liquida” coniata dal sociologo Zygmunt Bauman, sposandone anche il pensiero. Secondo Bauman, i legami tra gli individui della società moderna tendono a disgregarsi, a “liquefarsi” per l’appunto, provocandone la solitudine, l’egoismo e l’egocentrismo. È così che il libro descrive la smania dell'apparire, parla dell'individualitá, della crisi delle ideologie, della comunità, dei partiti, della religione, della maleducazione dilagante, delle ossessioni per i mass media, dell’abbruttimento culturale e ideologico, della mancanza di punti di riferimento e di altro ancora, il tutto alleggerito dallo spirito ironico e brioso dell’autore.
Riporto uno stralcio di “Twitto dunque sono”:
Io non sono su twitter, né su fb. La Costituzione lo consente. Ma c’è ovviamente su twitter un mio falso indirizzo, così come pare ce ne sia uno falso di Casaleggio. Una volta ho incontrato una signora che con occhi pieni di riconoscenza mi ha detto che mi legge sempre su twitter e talora ha interagito con me con grande profitto intellettuale. Ho cercato di spiegarle che si trattava di un falso ma mi ha guardato come se le dicessi che io se non ero su twuitter non esistevo. Twitto ergo sum. Non mi sono preoccupato di convincerla perché qualsiasi cosa la signora pensasse di me (e se era così contenta era perché il falso Eco le diceva cose che condivideva), la faccenda non avrebbe cambiato la storia d’Italia, e neppure del mondo – e non avrebbe neppure cambiato la mia storia personale… L’irrilevanza delle opinioni espresse su twitter è che tutti parlano e, tra tutti, c’è chi crede alle apparizioni della Madonna di Medjugorje, chi va dalla chiromante, chi ritiene che l’11 settembre sia stato architettato dagli ebrei, chi crede a Dan Brown. Twitter è il bar sport di qualsiasi villaggio o periferia. Parla lo scemo del paese, il piccolo possidente che ritiene di essere perseguitato dal fisco, il medico condotto amareggiato perché non ha avuto la cattedra di anatomia comparata nella grande università, il passante che ha già preso molti grappini, il camionista che racconta di passeggiatrici favolose sul raccordo anulare e (talora) chi esprime giudizi sensati. Ma tutto si consuma lì, le chiacchierate al bar non hanno mai cambiato la politica internazionale e se ne preoccupava solo il fascismo, che al bar proibiva di far discorsi di alta strategia, ma nell’insieme quel che pensa la maggioranza della gente è solo quel dato statistico che emerge nel momento in cui, ciascuno avendo fatto le sue riflessioni, si vota, e si vota per le opinioni espresse da qualcun altro, dimenticando quello che si era detto al bar.


Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.


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