Gli scrittori della porta accanto

[Book to Movie] Tutti i personaggi di "Con la mia valigia gialla", il romanzo autobiografico di Stefania Bergo



I personaggi di Con la mia valigia gialla, di Stefania Bergo, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione), 2017. Uno spaccato d'Africa e di vita.


LA TRAMA

È un diario di viaggio autobiografico.
Stanca della superficialità di una vita nemmeno troppo tranquilla, Stefania decide di partire. Da sola. Casualmente, trova in internet i contatti di un'associazione che gestisce il St. Orsola, un ospedale in un'area rurale del Kenya, Matiri. E parte con una valigia gialla, poche aspettative, tanta curiosità e voglia di cambiare, non certo il mondo, ma almeno la sua piccola insignificante esistenza.
"Con la mia valigia gialla" è il racconto dei piccoli eventi quotidiani (solo apparentemente banali) accaduti in quelle tre settimane, conditi con una manciata di riflessioni dell'autrice sulle diverse abitudini e sulla cultura locali, scanditi dai messaggi che inviava regolarmente via mobile a un caro amico con cui ha voluto condividere, in tempo reale, la sua esperienza.
Contrariamente a quanto si pensi, però, non è un libro sul volontariato. Il volontariato è solo un dettaglio. L'intenzione dell'autore era di raccontare il viaggio, una piccolissima parte d'Africa, quella che lei ha conosciuto, diversa dalla miriade di altre facce di una terra magica, unica. Ne racconta le usanze locali, i profumi, i colori, i suoni, il quotidiano. Le emozioni. E ne ha dato una sua personale chiave di lettura, intervallando ai dipinti della natura le sensazioni restituite, i pensieri suggeriti, le domande che si è posta e che pone a chi vorrà leggere le pagine del suo libro e soffermarsi, come lei, a cercare una risposta. Anche se spesso risposte non ce ne sono. Ecco perché questo libro non vuole insegnare nulla. È un semplice mezzo messo a disposizione dall'autrice per far compiere al lettore lo stesso viaggio (anche se non sarà mai lo stesso) senza prendere un aereo, semplicemente con l'immedesimazione.

I PERSONAGGI

A Matiri, Stefania incontra altri volontari, tutti residenti nella stessa casa, la casa del tamarindo, sei figli unici che convivono come in una grande famiglia, guidata da un "padre", il dottor Giorgio, medico anestesista che ha voluto e costruito l'ospedale, Angela, rude e fredda, che si occupa di gestire l'economia della casa, e Speranza, la "mamma" di cui si sente il bisogno quando non si hanno barriere per difendersi da una realtà che ferisce. Oltre a cucinare succulenti pranzetti per i ragazzi, si dedica ai neonati dell'ospedale, sempre a disposizione, anche di notte.
Stefania lega subito con tutti loro, in particolare con Angela, una commessa che ha lasciato il suo lavoro, ormai stretto, soffocante, ed è partita per l'Africa, vagando per mesi prima di approdare a Matiri. Lei è un folletto saltellante, amata dai bambini, piena di entusiasmo per la vita.
L'altra ragazza è Erica, la figlia di Speranza, un fisico nucleare, una scienziata! Risiede ad Amburgo e ha raggiunto la madre per le vacanze di Natale. A lei e Stefania, spetta il compito di progettare una fontana al centro della pediatria, un espediente simpatico per far lavare i bambini, completo di sistema di riscaldamento per l'acqua.
Fabrizio e Andrea sono due medici di Torino, amici anche prima di arrivare a Matiri. Un chirurgo l'uno, concentrato sul suo lavoro e sull'apprendere il più possibile da Giorgio, suo mentore; un ortopedico  l'altro, più fluido nelle relazioni con gli altri volontari. Spontaneamente comico, lega subito con Stefania cui si avvicina molto, soprattutto dopo aver dormito sotto le stelle ed essersi svegliati col sole in pieno viso il primo giorno del 2015.
Infine, Giovanni, un anestesista di Bologna, timido, spesso sulle sue, ma ironico ed estremamente sensibile sotto il fitto velo che porta addosso per non rivelarsi. Solo Angela riesce a penetrare la sua corazza e a farlo parlare di sé.

Dalla libreria al cinema

Fingiamo ora che un regista legga il romanzo e decida di farne un film. Quale cast sceglierebbe per interpretare la storia? Questi gli attori che nell'immaginario dell'autore più corrispondono ai suoi personaggi...
I booktrailer degli scrittori della porta accanto



STEFANIA
Penelope Cruz

Assaporo la bella sensazione del cambiamento avvenuto in me. Mi vedo dal di fuori. Una ragazza che indossa una tuta da ginnastica di cotone, con un bordo rossastro verso il fondo dei pantaloni, ricordo della polvere calpestata a Matiri. La giacca a vento invernale legata ai fianchi, i capelli sciupati raccolti in uno chignon, la valigia gialla rovinata [...]. Una ragazza che tuttavia è disinvolta e sicura di sé, che non si sente affatto fuori posto.

ANGELA
 Drew Barrymore

Angela spalanca la porta ed entra, sempre urlando e saltellando. Quanto si diverte, penso. Quanto vorrei essere anch’io così solare, entusiasmante, con i bambini.
«Lei è Mary, Mary per sempre», dice Angela ridendo − non fa altro che ridere, in effetti, è entusiasta di tutto, della vita,forse.

ERICA
Mia Wasikowska

L’altra donna è Erica, sua figlia, arrivata da Amburgo qualche giorno fa. Lavora al DESY, un laboratorio di fisica nucleare. Una scienziata, insomma. Mi mette quasi timore parlarle. Ma mi rendo subito conto che è una ragazza semplice, arrivata qui per trascorrere le feste con la mamma e dare umilmente una mano.

GIOVANNI
 Jude Law

Mi avvicino timida. Erica mi scorge subito e mi presenta. «Lui è Giovanni», mi dice indicandolo. «Ciao, io invece sono Stefania», rispondo stringendogli la mano. Giovanni è un anestesista di Bologna. Mi appare subito introverso, impenetrabile. Come devo sembrargli io, penso. E lo sento subito amico.

ANDREA
Jake Gyllenhaal

Andrea è uno studente al quarto anno di ortopedia. Alto, spalle larghe, testa rasata – o forse semplicemente calvo – un sorriso dolce, buono. Trovo che Andrea sia un ragazzo dolcissimo, rassicurante, protettivo. Quando mi abbraccia mi avvolge con le sue spalle larghe. E forse è proprio quello di cui ho bisogno ora, sentirmi al sicuro, rifletto. Trascorriamo l’intera notte sulle panche, a raccontarci di noi.

FABRIZIO
Josh Bhutcherson

Fabrizio cerca sempre di farla alzare perché è convinto che sia solo questione di esercizio e poi lei camminerà di nuovo. Anche ora. La tiene per le mani e le dice di alzarsi − nel dialetto locale. Lei è seduta sull’alto letto e le si possono leggere sul viso il timore ma anche la voglia di ascoltarlo. Scivola giù piano, appoggiando sul pavimento i piedi consumati da una vita senza scarpe, aggrappandosi a Fabrizio come un naufrago a un tronco galleggiante nel vuoto dell'oceano.

GIORGIO
Robert De Niro

Giorgio [...] ingrazia sempre per il giorno ricevuto, prima di mangiare. Ringrazia per la vita salvata in una situazione d’emergenza o per il bambino rianimato malgrado fosse nato cianotico o per un gesso ben fatto a un ragazzino con il femore frantumato caduto da un albero. O semplicemente ringrazia per aver avuto una giornata di tranquilla routine. E io tutte le volte mi chiedo chi ringrazi. Se Dio o se stesso.

SPERANZA
Juliette Binoche

«Io sono Speranza».
Che bel nome, così di buon auspicio in questo posto, mi dico. 
È una bella signora, con i capelli corti, castani e le labbra carnose. Indossa una lunga camicia bianca su cui spicca una collana di perle di vetro colorato. Mi ricorda una zingara. Una zingara felice che abbia trovato il suo posto nel mondo.

ANGELA
Fiona Shaw

La prima persona che conosco è Angela, una signora che da tempo vive in Africa e ora è qui a gestire la casa, come mi ha spiegato tra le altre cose Kithinji durante il viaggio. Devo ammettere che la prima impressione di lei non è buona. Mi tende la mano molliccia e mi squadra come se fossi l’ennesima ragazza con la puzza sotto il naso che viene nel villaggio sperduto solo per poter raccontare con orgoglio di essere stata volontaria in Africa. Ma a pensarci bene, forse lei guarda tutti allo stesso modo. Forse è lei quella con la puzza sotto il naso.


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