Un libro che parla di un viaggio. Un viaggio lungo quasi 1.800 chilometri. Anzi, molto di più. Un viaggio iniziato come una fuga e terminato con il ricongiungimento di due metà della stessa anima, quella in balia degli eventi e quella che attendeva solo di essere ritrovata.
“Wild” è un romanzo autobiografico scritto da Cheryl Strayed, scrittrice americana, che a soli 26 anni si ritrova con la vita sconvolta dalla prematura morte, per cancro, della madre, con conseguente colpo di grazia su una famiglia, già segnata da un padre alcolizzato e violento, e disgregazione di un matrimonio, dato l’autolesionismo dell’autrice che si abbandona ad una spirale di droga e sesso asettico extraconiugale, nel tentativo di zittire ogni parte urlante della sua anima, cercando il fondo nell’umiliazione di sé.
WILD
di Cheryl Streyed ISBN 978-8856611489
Piemme | Acquista
cartaceo 18,50€
ebook 8,99€
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Cheryl si imbatte per caso in un libro sul Pacific Crest Trail, una via lunga 4.260 chilometri che parte dal confine fra Messico e California e si inerpica fino al Canada, da percorrere a piedi. Una sfida per camminatori allenati, quindi, che le solletica l’amor proprio appena prima di collassare su se stesso.
Più di qualsiasi altro modo di viaggiare, il cammino ha un’intensa carica metaforica, rappresenta il palese bisogno di percorrere una via ancora più lunga e aspra, alla ricerca di sé. Come se il dolore fisico, la durezza della situazione, il coraggio, fossero necessari per potere ricominciare a vivere. E questo percorso interiore, per di più, avviene seguendo i ritmi fisiologici del trekking e dell’essere umano: la sofferenza fisica, soprattutto all’inizio del percorso, è appositamente totalizzante, monopolizza il cervello e lo distoglie da qualsiasi riflessione esistenziale. Col tempo, invece, il corpo prende il ritmo dei passi e si ritorna a pensare, guardando alla vita da un’ottica che non sarà mai più la stessa.
Camminare ci dà l’opportunità di entrare in intimità col paesaggio, sentire attraverso i nostri corpi cosa sia muoversi, spostarsi, magari solo per un chilometro.
Camminare, infatti, ci lascia molto tempo per riflettere ed entrare in intimità con noi stessi. E per questo serve molto più coraggio che affrontare una landa desolata, in balia della notte scura e di animali selvatici (uomini compresi).
“Wild”, che è il risultato dei diari quotidiani tenuti da Cheryl Strayed durante la sua prova, segue la sequenza temporale dei pensieri della protagonista e alterna le descrizioni della natura incontaminata dei luoghi alla sua storia personale, in particolare agli eventi che l’hanno portata proprio su quel cammino, determinata a scoprire e superare i propri limiti. Poco alla volta, infatti, il suo corpo si abitua al ritmo della marcia e al peso dello zaino, che forse metaforicamente rappresenta proprio il peso di quegli eventi, dapprima tutti sulla sua schiena, poi via via abbandonati lungo la strada.
Unica ragazza ad affrontare in solitaria il Pacific Crest Trail, Cheryl Strayed vive ciò che le accade intorno esorcizzando la paura, soprattutto quella di affrontare se stessa, la prova maggiore, da cui esce vincitrice, liberandosi, alla fine del cammino, dai suoi fantasmi. Perché “andare avanti è un atto semplice e potente. Molto potente”.
Stefania Bergo Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro. Con la mia valigia gialla, 0111Edizioni. |
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