Lifestyle Ricette dai libri.
C’è un luogo dove la Natura si è soffermata a dipingere la Bellezza.
C’è qualcosa di magico nell’atmosfera di quell’acqua che riflette il colore del cielo, spesso nuvoloso e piovoso, grigio come le vecchie pietre di cui sono fatte le costruzioni, scavate dalle montagne lì vicino. Ma quando si apre all’azzurro e al sole è uno dei posti più belli del mondo.
E’ un borgo molto piccolo, con origini lontane nel tempo, arroccato attorno a un edificio severo e a una chiesa antichissima, fatta di lastre di pietra scolpite dai maestri scalpellini, veri artisti dell’Anno Mille, e decorata con affreschi che nella semplicità dei tratti rivelano anche la rudezza della vita di allora: un luogo consacrato, dove riposano le spoglie di un Santo eremita. Intorno, sulle rive, sobrie case con giardini e darsena, nascoste dalla vegetazione e dalle mura, fanno intuire bellezze interne riservate a pochi e circondano, come una cinta di difesa, il nucleo sacro del villaggio.
C’era una volta, dove ora c’è ordine, serenità e quieta bellezza, un cumulo di rovine coperte dalla vegetazione invasiva. Una multinazionale del turismo aveva proposto di trasformare il borgo in un luogo di vacanze e di centri benessere, snaturandolo completamente e offendendo la sacralità di quelle vecchie pietre. Ma un uomo lungimirante ebbe l’ispirazione di donare quel posto a un gruppo di donne. Queste erano guidate da una persona speciale, con una vitalità e un coraggio non comuni, con l’energia di chi sa muovere il mondo con la forza dell’amore: aveva capito che quel luogo sarebbe diventato un faro per tanti altri che sarebbero stati attratti dalla luce proveniente da quella fonte misteriosa.
>> scheda del libro.
C’è qualcosa di magico nell’atmosfera di quell’acqua che riflette il colore del cielo, spesso nuvoloso e piovoso, grigio come le vecchie pietre di cui sono fatte le costruzioni, scavate dalle montagne lì vicino. Ma quando si apre all’azzurro e al sole è uno dei posti più belli del mondo.
E’ un borgo molto piccolo, con origini lontane nel tempo, arroccato attorno a un edificio severo e a una chiesa antichissima, fatta di lastre di pietra scolpite dai maestri scalpellini, veri artisti dell’Anno Mille, e decorata con affreschi che nella semplicità dei tratti rivelano anche la rudezza della vita di allora: un luogo consacrato, dove riposano le spoglie di un Santo eremita. Intorno, sulle rive, sobrie case con giardini e darsena, nascoste dalla vegetazione e dalle mura, fanno intuire bellezze interne riservate a pochi e circondano, come una cinta di difesa, il nucleo sacro del villaggio.
C’era una volta, dove ora c’è ordine, serenità e quieta bellezza, un cumulo di rovine coperte dalla vegetazione invasiva. Una multinazionale del turismo aveva proposto di trasformare il borgo in un luogo di vacanze e di centri benessere, snaturandolo completamente e offendendo la sacralità di quelle vecchie pietre. Ma un uomo lungimirante ebbe l’ispirazione di donare quel posto a un gruppo di donne. Queste erano guidate da una persona speciale, con una vitalità e un coraggio non comuni, con l’energia di chi sa muovere il mondo con la forza dell’amore: aveva capito che quel luogo sarebbe diventato un faro per tanti altri che sarebbero stati attratti dalla luce proveniente da quella fonte misteriosa.
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RISOTT PERE E MOSTARDA
Risotto pere e mostarda
Tempo totale preparazione + cottura: 30 minDifficoltà: bassa
Porzioni: 1
È decisamente un piatto unico questo ricco e meraviglioso risotto di tradizione lombarda con un pizzico di creatività.
Chi ama i sapori forti usi il gorgonzola, chi è attenta alla linea elimini noci e mostarda ma… che peccato!
Perfetto anche per le feste, diminuendo un pochino la quantità, ben compensata dagli altri piatti molto nutrienti dei pranzi: la decorazione dolce-piccante con la mostarda conferisce un tocco speciale.
INGREDIENTI
70 gr di riso carnaroli
40 gr di taleggio della Valsassina
1 pera abate
15 gr di grana padano grattugiato
15 gr di burro
Brodo vegetale
1 spruzzata di vino bianco secco
2 -3 noci
Pepe nero macinato al momento
Mostarda di Cremona
PREPARAZIONE
Con la metà del burro fai rosolare la pera tagliata a cubetti: toglila dalla pentola e tienila da parte, poi nella stessa pentola a secco tosta il riso, sfumalo col vino, lascialo evaporare, poi aggiungi il brodo a poco a poco, mescolando spesso. Dopo 15 minuti unisci le pere e, quando il riso è ancora ben al dente toglilo dal fuoco, unisci taleggio a cubetti, burro e parmigiano, manteca con energia. Se necessario unisci qualche cucchiaio di brodo caldo perché rimanga molto morbido e cremoso: il formaggio si rapprende molto e in fretta, mentre il vero risotto lombardo deve rimanere all’onda e adagiarsi mollemente sul piatto.
Servi sul piatto individuale con una spolverata di noci sbriciolate grossolanamente, pepe nero macinato al momento e decora con fettine di mostarda di Cremona, pere, pesche o albicocche.
Puoi trovare tante altre ricette nel nostro libro di ricette L'appetito vien leggendo. Ricette dai libri. |
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