Gli scrittori della porta accanto

[Professione lettore] L'editoriale di Ornella Nalon: Donna Leon, una sconosciuta scrittrice di bestseller


Leggere in un giornale locale che una scrittrice di best seller risiede da trentacinque anni nella mia città e non conoscerla, mi ha fatto sentire una emerita ignorante. Mi sono catapultata nella lettura dell'articolo come avrebbe fatto un assetato in una fonte d'acqua fresca. Non che mi senta in dovere di essere un pozzo di scienza e abbia l'ambizione di dover conoscere tutti gli scrittori del mondo, ma almeno quelli che vivono a Venezia, questo sì! 
Dovevo sapere chi era Donna Leon e il motivo per cui non ne conoscevo l'esistenza. Dopo poche righe la mia curiosità aveva già la sua risposta: i suoi libri sono stati tradotti in una trentina di lingue, tra cui il cinese, il finlandese e il ceco, ma mai in italiano e questo per un sua espressa clausola nei contratti editoriali
A questo punto, mi si è presentata spontanea un'altra domanda: perché mai un'autrice naturalizzata italiana, che ambienta i suoi romanzi a Venezia, non vuole che i suoi testi vengano conosciuti proprio nel paese in cui vive? In effetti, la risposta non è arrivata subito ma solo dopo essermi documentata. Ed è questo che vorrei fare anche con voi: farvi conoscere un po' Donna Leon e i suoi libri e poi riprendere la questione. 
In realtà, di questa autrice non si conosce poi molto. Il suo stesso nome sembra essere un mistero, poiché la si conosce soltanto con quello che evidentemente è uno pseudonimo. Si sa che è nata nel New Jersey (USA) il 2 Settembre del 1942, che in gioventù è stata a Perugia e a Siena per motivi di studio e poi a Roma, impegnandosi come guida turistica. Spirito inquieto e vagabondo, si è poi trasferita a Londra, dove ha lavorato come copywriter e ha collaborato con il giornale conservatore britannico The Sunday Times, scrivendo saggi e recensioni e che, successivamente, è andata a vivere in altri paesi europei e in Asia, per fare l'insegnante. Nel 1981 è arrivata a Venezia e qui sembra abbia trovato la sua dimensione, perché da allora, non si è più spostata.
Nel 1992 ha scritto il primo giallo di una lunga serie che la designerà autrice di bestseller a livello mondiale e, in seguito, pubblicherà un libro ogni anno.



Questa la sua bibliografia: 
Death at La Fenice (1992)
Death in a Strange Country (1993) 
The Anonymous Venetian (1994) 
A Venetian Reckoning (1995) 
Acqua Alta (1996) 
The Death of Faith (1997) 
A Noble Radiance (1997)
Fatal Remedies (1999) 
Friends in High Places (2000) 
A Sea of Troubles (2001) 
Wilful Behaviour (2002) 
Uniform Justice (2003) 
Doctored Evidence (2004)
Blood from a Stone (2005) 
Through a Glass Darkly (2006) 
Suffer the Little Children (2007) 
The Girl of His Dreams (2008) 
About Face (2009) 
A Question of Believe (2010) 
Drawing Conclusions (2011) 
Beastly Things (2012) 
The Golden Egg (2013) 
By Its Cover (2014) 
Falling in Love (2015)
The Waters of Eternal Youth: Brunetti (2016) 

La fama maggiore l'ha senz'altro raggiunta in Germania, paese in cui l'autrice, oltre a scrivere per uno dei più importanti quotidiani, il Süddeutsche Zeitung, ha ispirato una fortunata serie televisiva prodotta dal 2000 e andate in onda sino al 2012. 
Tant'è che, da tempo, migliaia di tedeschi raggiungono Venezia, non tanto per seguire le orme di Casanova, di Tiepolo o di Veronese, bensì per conoscere i luoghi in cui in cui sono ambientati i suoi romanzi. Addirittura, alcune agenzie turistiche offrono visite guidate sulle tracce dei suoi gialli ed esiste una vera e propria guida, la Venedig mit Brunetti, che consiglia l'itinerario da seguire per percorrere gli stessi luoghi frequentati dall'interprete principale della serie. 
Il protagonista indiscusso dei suoi romanzi è il commissario Guido Brunetti che vive e lavora nella città lagunare. Brunetti ha una vita sentimentale tranquilla. E' sposato con Paola, donna di origini nobili che ama l'opera e fa il docente universitario, ha una figlia ecologista e vegetariana e un figlio tranquillo e studioso. E'  politicamente orientato verso sinistra, compie il suo lavoro senza troppe aspettative ma è un uomo onesto e determinato. Non ama molto la tecnologia, si affida più che altro al suo intuito, alla capacità di comprendere le persone e alle prove che accumula lentamente, come un poliziotto di vecchio stampo. E' un veneziano doc che indaga sugli omicidi nonostante gli ostacoli che superiori e politici mettono sul suo cammino. 
In effetti, in più di qualche storia, il lato investigativo viene quasi messo in ombra per descrivere la realtà sociale e politica di Venezia. Donna Leon descrive la città minuziosamente, esaltandone  le bellezze ma non lesinando sulle sue forti problematiche: la sua fatale decadenza, l'assalto dei turisti, l'inefficienza delle amministrazioni, per poi allargarsi a tutto il malcostume italiano, la corruzione, l'inquinamento, la mafia, la corruzione e la decadenza politica.
A questo punto, direi che possiamo tornare sulla questione lasciata in sospeso. Sarà forse perché descrive il nostro paese in maniera così impietosa il motivo per cui l'autrice non vuole che gli italiani leggano i suoi libri? Cioè, vuole evitare che la possiamo considerare come un ospite guardone che spia i nostri affari e malaffari per poi andarli a spiattellare al resto del mondo? Perché in fondo, si sa come siamo fatti: noi del nostro paese possiamo dire peste e corna in ogni momento, ma diventiamo sfegatati campanilisti se qualche straniero osa fare solo una piccola critica. 
Oppure vogliamo dare credito alle varie critiche riportate che le assegnano  la tendenza a basarsi su stereotipi italiani, o che le attribuiscono un tono descrittivo troppo melodrammatico e il torto di avere commesso dei grossolani errori sui nomi di persone, di luoghi e di cibi veneziani? 
E se lasciassimo da parte la malignità, perché non credere semplicemente a quanto lei stessa ha spiegato in un'intervista: «Voglio vivere tranquilla. Non voglio diventare famosa in Italia. Mi piace vivere a Venezia, passeggiare senza che nessuno mi disturbi»
Non potrebbe essere vero che è disposta a rinunciare a una buona dose di notorietà per vivere in santa pace nella città che ha scelto come residenza e potere passeggiare tra campi e campielli, fare colazione al suo bar preferito, assistere alle sue amate opere liriche senza essere riconosciuta e, magari, infastidita da eventuali ammiratori o detrattori?
Dopotutto, quale scrittore non è stato mai oggetto di critiche? E non è forse vero che qualcuno, dall'alto della sua immensa statura, ha pronunciato questa frase: “C'è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di sé”
Per quel che mi riguarda, qualunque sia il motivo di questa sua scelta, la rispetto e posso comprenderlo, tuttavia mi rimane un unico rammarico: quello di non potere leggere in piena libertà le sue opere.




Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.



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2 commenti
  1. Ciao Ornella, ho letto con piacere e interesse il tuo articolo. Vivo fra Italia e Spagna, a tToledo, e proprio lì in una libreria, un pomeriggio mi sono imbattutta nei gialli di Donna Leon. Li ho letti tutti, un po' per cuirosità, un po' per il mio incondizionato amore per Venezia... Posso dirti che i primi mi sono piaiuti, gli ultimi molto meno: mi sembrano u abbastanza banali e di trama fragile. Quanto a Donna Leon e alle sue motivazioni per non pubblicare in Italòia, le rispetto naturalmente. Vorrei però sottolienare che a volte la critica nei confronti del nostro paese, di certe sue problematiche cade, secondo me, nello stereotipo e, oserei, quasi nella "macchietta". Resta comunque oil fatto che dispiace che i lettori italiani non possano conoscere questa autrice che ha regalato sicuramente dei gialli interessanti e ben scritti.

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  2. Ti ringrazio per la tua testimonianza, Laura. La critica che rivolgi ai gialli di Donna Leon è piuttosto condivisa. Forse, la sua, è una strategia di mercato: scrive quello che gli stranieri pensano degli Italiani. Non siamo solo spaghetti, mandolino e mafia? :-)

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