Gradevole libro di narrativa che narra la storia di Maria, professoressa in una scuola pubblica e nel pomeriggio-sera insegnante di italiano per stranieri.
Maria è una single di mezza età, con ricordi di un passato amore recente e di uno giovanile. Vive sola nella periferia di una grande città come Roma e scrive un diario fatto di impressioni, giudizi e critiche sulla scuola, sui colleghi arrivisti e lecchini e sulla nostra società tecnologica in particolare. Raccoglie tutto in un file sul suo pc senza sapere cosa ne farà un giorno. Un comportamento suggeritole dallo psicologo dal quale era andata per cercare di risolvere i suoi problemi di ansia sociale.
In parallelo scorre la vita di Vira, immigrata moldava, vedova e laureata e i suoi due figli Yuliana e Stefan di dodici e cinque anni. Vira si mantiene facendo la badante a un ricco anziano del quartiere Prati le cui pesanti molestie avranno tragiche conseguenze.
Indirettamente le vite delle due donne si incroceranno e Maria sentirà prepotente il richiamo della maternità per i figli di Vira.
Indirettamente le vite delle due donne si incroceranno e Maria sentirà prepotente il richiamo della maternità per i figli di Vira.
Scorrevole e gradevole il manoscritto della professoressa Cristiana Bullita, insegnante di lettere in un liceo in provincia di Roma. La storia di Maria vuole essere, attraverso il suo diario e i suoi pensieri, una lucida analisi e un’aspra critica del nuovo sistema, sia scolastico sia sociale, che le lobby che governano l’Europa tentano di imporre. Programmi televisivi che impongono un modello sociale basato sul fatuo e sull’apparire, ragazzi con le orecchie perennemente stuprate da auricolari e cuffiette, professori arrivisti che aspettano i viaggi d’istruzione come l’occasione per allontanarsi dalla scuola, dall’insegnamento e sfuggire alla lezione frontale con gli studenti. Tutto un mondo che ruota intorno alla vita tragica ma reale dei protagonisti.
Per Maria, al punto in cui si trova, un imprevisto è la sola speranza per poter dare una svolta alla sua vita. E l’imprevisto arriverà, inaspettato e dirompente.
Vira e i suoi figli sono immigrati moldavi che hanno dovuto lasciare il loro Paese a causa dell’inasprimento della crisi economica e per gli esiti della Rivoluzione-Twitter. La loro drammatica vicenda impatta sonoramente con la vita di Maria, il cui fluire, monotono e silente, si fa improvvisamente vorticoso assumendo i contorni di una narrazione fiabesca metropolitana.
Il libro racconta di come il caso, declinato in una delle sue infinite possibilità, arrivi a travolgere un’esistenza comune, tanto simile alla nostra. E di come, a volte, l’imprevisto più avverso possa condurre ad esiti decisamente sorprendenti.
È una storia calata nell’oggi di una Roma che gioca a nascondersi. Al di là degli sporadici suggerimenti della toponomastica, la si riconosce dai lampioni tristi e dalla desolazione delle strade di periferia, dall’opulenza dei palazzi del centro, dalla compitazione arrochita e strascicata di alcuni personaggi.
di Cristiana Bullita | Watson Edizioni | Mainstream
Franco Mieli Da ragazzo scrivevo nel giornalino della scuola. Poi per decenni le varie fasi della vita mi hanno fatto abbandonare questa mia passione. Da circa 4 anni, con i figli ormai grandi, ho deciso di riprendere la scrittura. Coltivo la passione per l’archeologia e il trekking di cui ho trasferito le esperienze nei miei racconti. Ombre pagane, Montecovello. |
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