Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Questa notte parlami dell'Africa, di Alessandra Soresina

Libri Recensione di Ornella Nalon. Questa notte parlami dell'Africa di Alessandra Soresina (Piemme).

Ho comprato questo libro incuriosita dalla sua quarta di copertina poiché riportava qualche attinenza con il mio romanzo Oltre i confini del mondo.
Infatti, nella parte finale riporta: «Emma e Nuri, due donne agli antipodi, due esistenze apparentemente inconciliabili che si incrociano nella scelta di chi dice basta e vuole divenire artefice del proprio destino». Dove Emma è di nazionalità italiana e Nuri è Africana.
Anche il mio libro parla di due donne, delle medesime nazionalità e racconta delle loro vite diametralmente opposte per cultura e vissuto che sconvolgono le loro esistenze per contrastare un destino che non le rappresenta. Vero è che la somiglianza tra le due trame non può considerarsi particolarmente strana, dal momento che di storie d’Africa e di donne ne è piena la letteratura, ciò non toglie che la mia curiosità mi abbia portato a voler scoprire se potevano esserci altri elementi in comune.

Questa notte parlami d’Africa è il diario di Emma, una giovane avvocato milanese, sposata con un collega, ma non pienamente soddisfatta del suo matrimonio né, tantomeno, della sua frenetica vita che prevede una quasi totale dedizione al lavoro.

Epoi di Nuri, una giovane studentessa che vive ad Arusha ed è soggetta alla rigida educazione del padre, di religione musulmana integralista.
Emma sente prepotente il desiderio di cambiare vita per cercare di trovare una dimensione più umana e, quasi di punto in bianco, decide di mollare tutto e di raggiungere una sua Amica che da tempo vive in Africa.
Nuri è una reclusa in casa propria. Se non frequentasse la scuola e aiutasse il padre nel negozio di autoricambi, non farebbe alcun tipo di vita sociale, dal momento che i genitori le negano qualsiasi tipo di libertà. Sa che ciò che le spetta sarà un matrimonio combinato, esattamente com’è accaduto a sua sorella. Anche se di nascosto, ama leggere libri e riviste, grazie alle quali ha conosciuto gli stili di vita occidentali e non riesce ad accettare che il suo futuro sia programmato da altri, senza avere alcuna possibilità di scelta.
Un caso fortuito farà incontrare le due donne che diverranno unite da un’amicizia e da alcune conoscenze comuni che si riveleranno importanti per cambiare i loro destini.

Il libro è ben scritto, è abbastanza coinvolgente e la trama si sviluppa tra una buona descrizione dei paesaggi africani.

È una storia che tocca vari argomenti: la condizione femminile in generale, ma soprattutto quella di un paese in cui la considerazione della donna è ancora subordinata al comando maschile e ai dettami di un credo che ne inibisce l’emancipazione, l’amore spassionato, che vince ogni ostacolo e, infine, il preoccupante e dilagante fenomeno del bracconaggio africano che provoca uno scellerato sterminio di elefanti per vendere l’avorio al mercato nero. Si può dire che le storie d’amore delle due protagoniste assumano un carattere di prevalenza, in particolare per quanto riguarda Emma, ma ampio spazio viene dato anche agli altri temi.
Nella nota finale, l’autrice fa sapere di conoscere l'Africa e le sue realtà, poiché vi ha vissuto per un po’ di tempo, esperienza dalla quale ha attinto anche per la descrizione di alcuni personaggi. Probabile che l’autrice non abbia riscontrato alcun problema per comunicare con la gente indigena, ma io ho trovato un po’ strano il fatto che Emma, appena arrivata in Africa, dialogasse normalmente con Nuri e con  tutte le altre ragazze di Arusha, sapendo che la lingua ufficiale è lo swahili e che difficilmente poteva conoscerlo. Potrebbero avere comunicato in inglese, ma avrebbe sciolto ogni dubbio se fosse stato chiarito nel testo.

Per quanto riguarda le somiglianze con il mio libro, in definitiva, queste in prevalenza si limitano  a quanto detto all’inizio, ossia al numero, al sesso delle protagoniste e al messaggio finale che riconduce al voler riconoscere gli stessi sentimenti a ogni donna del mondo, qualunque sia la razza e religione.

Parrebbe, quasi, che i due romanzi siano stati originati da un’unica traccia e poi sviluppati in maniera diversa, secondo la sensibilità e lo stile delle autrici.
Una lettura molto attenta, com' è stata la mia, ha inoltre evidenziato altre piccole cose in comune che, in tutta sincerità, mi hanno stupita.
- Il nome del marito di Emma è Lorenzo, così come il marito della mia Eleonora.
- Un personaggio africano si chiama Bakari e anche nel mio.
- La madre di Nuri proviene dalla tribù dei Masai e viene nominata la Rift Valley, così com’è Masai la mia   Assireni, la cui tribù è dislocata nella Rift Valley.
- Nuri ha subito l’infibulazione, esattamente come la mia protagonista Assireni.
- La madre di Nuri ha studiato in un collegio di suore ad Arusha ed è la stessa cosa che Assireni decide per  la figlia e proprio ad Arusha.
- La parte di una frase recita questo: “…verso i confini del mondo” che non è propriamente il titolo del mio romanzo, ma molto ci assomiglia.
Di certo sono coincidenze e anche di piccola entità, tuttavia mi ha fatto uno strano effetto rilevarle. A questo punto, mi piacerebbe avere la possibilità di conoscere di persona Alessandra Soresina per appurare se, oltre alla vena letteraria, ci accomunano altre caratteristiche.


Ornella Nalon


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