di Gli scrittori della porta accanto
Valentina Gerini, Stefania Bergo, Ornella Nalon, Elena Genero Santoro, Silvia Pattarini, Renata Morbidelli, Elia Spinelli, Tiziana Viganò, Gianna Gambini, Giulia Mastrantoni, Angelo Gavagnin, Liliana Sghettini, Fiorella Paris, Franco Mieli
illustrazioni Giorgia Catelan, Simona Bulla, Bruno di Marco
StreetLib | 203 pagineillustrazioni Giorgia Catelan, Simona Bulla, Bruno di Marco
Io corro a destra e a manca e concludo poco o nulla. Mark e la bionda se la cavano e cercano di coordinarsi come possono. Io, dalla metà opposta del campo, li osservo lanciarsi segni di intesa e per qualche ragione mi scopro gelosa. Quindi mi do della scema, sono una scema colossale, in fondo che ne so di chi è Mark veramente, di che cosa faceva in Germania fino a un mese fa, di chi frequentava e da chi tornerà. La biondina mi fa salire i fumi al cervello, ma oltre alla biondina c’è un mondo che è solo di Mark e che io non conosco. Mark non è mio, non mi appartiene, non potrà mai funzionare tra noi, io in Italia, lui a Monaco di Baviera. Fino ad oggi ignoravo persino che gli piacesse il tennis, chissà quante altre cose non so i lui e non avrò mai il tempo né il modo di scoprirle. C’è il limite linguistico, ma anche di attitudini personali. Nei giorni scorsi lui era così depresso da farsi bastare una ragazza noiosa e scontata come me, che passa le giornate a leggere e cucinare. Ma adesso che ha ripreso vita si sta allontanando, ci sono mille altre attrazioni che lo interessano di più.
A questo sto pensando quando la biondina, con un rovescio, mi lancia la pallina e io distratta me la lascio arrivare in faccia. Ora ho un labbro che sembra un melone e solo tanta voglia di piangere.
Torniamo a casa e io sono nervosa e arrabbiata, Mark se ne accorge e mi chiede che cos’ho. Ma come faccio a spiegargli tutto ciò che sento dentro? E non è solo una questione linguistica, è proprio una mia mancanza di coraggio. Come posso dirgli che mi sto innamorando di lui e che non vorrei lasciarlo andare via? Si sentirebbe messo sotto in gabbia e io non voglio questo; io preferirei che con me lui si sentisse libero, com’è stato finora. Però sono tesa e inizio a fare i capricci come una bambina. No, non voglio andare a casa adesso. No, non mi va di tornare in spiaggia, c’è troppo sole e poi il labbro mi fa male. Dannata la bionda e i suoi rovesci. Punto i piedi.
«Do you want me to leave you alone?».
Vuoi che ti lasci da sola?, mi domanda lui cercando di essere gentile e di venirmi incontro. Non sa più cosa inventarsi per calmarmi. È spiazzato. Non mi sono mai comportata così. Sta scoprendo il mio lato infantile e questo mi fa paura. Magari dopo questo exploit non gli piacerò più e non potrò nemmeno lamentarmi. Forse è quello che voglio, forse voglio allontanarlo in qualche modo, almeno poi lui non mi cercherà più e non ci sarà più motivo di struggersi per la distanza.
A questo sto pensando quando la biondina, con un rovescio, mi lancia la pallina e io distratta me la lascio arrivare in faccia. Ora ho un labbro che sembra un melone e solo tanta voglia di piangere.
Torniamo a casa e io sono nervosa e arrabbiata, Mark se ne accorge e mi chiede che cos’ho. Ma come faccio a spiegargli tutto ciò che sento dentro? E non è solo una questione linguistica, è proprio una mia mancanza di coraggio. Come posso dirgli che mi sto innamorando di lui e che non vorrei lasciarlo andare via? Si sentirebbe messo sotto in gabbia e io non voglio questo; io preferirei che con me lui si sentisse libero, com’è stato finora. Però sono tesa e inizio a fare i capricci come una bambina. No, non voglio andare a casa adesso. No, non mi va di tornare in spiaggia, c’è troppo sole e poi il labbro mi fa male. Dannata la bionda e i suoi rovesci. Punto i piedi.
«Do you want me to leave you alone?».
Vuoi che ti lasci da sola?, mi domanda lui cercando di essere gentile e di venirmi incontro. Non sa più cosa inventarsi per calmarmi. È spiazzato. Non mi sono mai comportata così. Sta scoprendo il mio lato infantile e questo mi fa paura. Magari dopo questo exploit non gli piacerò più e non potrò nemmeno lamentarmi. Forse è quello che voglio, forse voglio allontanarlo in qualche modo, almeno poi lui non mi cercherà più e non ci sarà più motivo di struggersi per la distanza.
dal racconto "L'estate di Elisa" di Elena Genero Santoro
illustrazione Giorgia Catelan
illustrazione Giorgia Catelan
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