Gli scrittori della porta accanto

[People] Hugh Stephens, inventore di Schedugram, ai giovani: «Scegliete ciò che amate e impegnatevi». Intervista di Giulia Mastrantoni

Schedugram

«Pensare fuori dalla scatola è la cosa più importante, quando si tratta di iniziare un business»

Ad affermarlo è l’inventore australiano Hugh Stephens, poco meno che trentenne, nel corso della nostra intervista.
Fondatore di Dialogue Group e inventore di Schedugram, oggi è considerato uno dei maggiori esperti di comunicazione e social media management.

Hugh-Stephens
Com'è nato Schedugram?
Schedugram è nato dal fatto che nel 2010, quando ho fondato Dialogue Group, moltissimi clienti continuavano a chiedermi se non potessi, in qualche modo, aiutarli a programmare i post su Instagram. Non potevo, purtroppo. Instagram non aveva questa funzione, al contrario di Facebook, e la loro policy era apertamente diretta a evitare lo spam. Ma sapevo che doveva esserci una soluzione.

E così, nel 2013, è nato Schedugram. Non permette propriamente di programmare i post su Instagram, ma permette di programmare il tablet affinché effettui automaticamente l’accesso all’account Instagram in questione a una certa ora e posti quello che è stato preparato. Hugh, ha una decina di tablet che fanno solo quello: programmano i post dei suoi clienti. Gestiscono migliaia di post per centinaia di account.
La tecnologia è qualcosa di prezioso. Fa parte, innegabilmente, del nostro futuro e dovremmo sfruttarla al meglio. La tecnologia è qualcosa che ci permette di aprire la nostra mente, di essere più flessibili. Vale soprattutto per noi giovani, che cresciamo immersi nelle novità tecnologiche del nostro secolo.

Ma non è solo ai giovani, che la tecnologia fa bene.
Conosco un sacco di persone della mia età che sono negate per la tecnologia e ne conosco altrettante, di età adulta, che fanno meraviglie con il pc. Il punto è che bisogna fare dell’apprendimento continuo un punto fisso della nostra vita. Mai smettere di imparare. Non è pensabile!

Come pensi bisogni utilizzare Facebook per promuovere il proprio business nel rispetto della propria privacy?
Bisogna essere creativi e, in un certo senso, personali. La propria personalità è qualcosa che deve venire fuori. Il punto è che c’è una bella differenza tra il diventare troppo personali e, quindi, inappropriati, e un uso saggio, moderato di un mezzo divertente per scopi professionali. Ad esempio, mostrare com'è la propria scrivania è qualcosa di non del tutto anonimo, ma non è esagerato. O una foto di qualcosa che si sta mangiando in pausa pranzo. Per i business, Facebook è una risorsa fondamentale.

E dal punto di vista personale, come consideri i social network?
Non sono mai stato un gran utilizzatore di Facebook. Sono attivo su Twitter, ma è una piattaforma ben diversa, più simile a LinkedIn, che, tra l’altro trovo molto utile. Il fatto è che non sento il bisogno di condividere la mia vita e, non avendo realmente qualcosa da esporre a livello di individuo, non faccio uso dei social.

E poi, da non dimenticare, bisogna metterci passione. Tanta passione.
Vorrei solo dire che tutto, ma davvero tutto, richiede duro lavoro e impegno. Se non si ama ciò che si fa, si rischia di diventare frustrati molto rapidamente. Quindi scegliete qualcosa che amate. Lo dico soprattutto a chi sta scegliendo un percorso universitario o si appresta a cercare lavoro. Abbiate ben chiaro che cosa volete fare della vostra vita. Siate certi che quello che state scegliendo vi farà stare bene ogni giorno. Perché ci saranno mille momenti che vi metteranno a dura prova e, se dietro non c’è una passione reale, tutto rischia di finire male.

E come ultimo consiglio, estremamente importante, c’è quello di non fermarsi mai. Leggere, imparare, andare oltre. Sono cose per le quali bisogna sempre trovare il tempo.


Giulia-Mastrantoni

Giulia Mastrantoni
Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, ed. Montag.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.
Veronica è mia, Pensi Edizioni.


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