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[Libri] "Il dilemma dell'onnivoro" di Michael Pollan, recensione di Andrea Pistoia

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Il dilemma dell'onnivoro di Michael Pollan, gli Adelphi, 2013. Un saggio sul dilemma dell'alimentazione e tutto ciò che gira attorno ad allevamento e coltivazione di massa.

Ogni volta che mi appresto a leggere un tomo di cinquecento pagine e più ho sempre una paura di fondo: quella di trovarmi, insieme a ciò che effettivamente m’interessa, pagine su pagine totalmente superflue e poco funzionali. Di conseguenza, pur trovandomi dinnanzi ad un libro ben scritto, quel modo dispersivo dell’autore di descrivere certi episodi o concetti mi rallenta la lettura spingendomi quasi ad abbandonare l’opera.
Mi spiace ammetterlo, ma questo è uno di quei libri (pur presentando molte parti interessanti che mi portano comunque a giudicarlo positivamente).
Ma, in sostanza, di che cosa tratta?
È un’indagine a largo spettro dell’autore sul dilemma dell’alimentazione e di tutto ciò che ci sta intorno. Michael  Pollan ha voluto toccare con mano, con tutti i pro e contro del caso, l’esperienza di essere contadino, agricoltore e cacciatore per poter comprendere a fondo la vita di un animale o vegetale dalla sua nascita alla nostra tavola (e ovviamente del nostro contributo a questa evoluzione, o involuzione?). Indaga non tanto sulla qualità o sui risvolti etici e morali dell’essere carnivoro (anche se ne dedica comunque un capitolo illuminante in cui lui, pur essendo un carnivoro, valuta senza pregiudizi e paraocchi il ‘credo’ dei vegetariani/vegani) quanto sulle fasi dell’allevamento e della coltivazione in un sistema che privilegia le grandi multinazionali a dispetto del piccolo e delle inevitabili ripercussioni sul cibo.

Il dilemma dell'onnivoro alterna capitoli interessanti a informazioni troppo tecniche che appesantiscono la lettura. 

Ed ora veniamo al mio personale giudizio sul libro: recensirlo è stato veramente difficile perché è uno di quei libri di cui si cambia opinione a seconda del capitolo letto.
Mi spiego meglio.
Ho trovato dei capitoli veramente interessanti e degni di nota, giustificandone l’acquisto ed entrando di diritto nella mia libreria personale, dato che fornivano informazioni che io, da lettore di libri sull’alimentazione e sulla controversia carnivori/vegetariani, non ho appreso in altre opere (ad esempio, lo sapevate che questa attuale abbondanza di carne a basso costo è dovuta al boom di coltivazione del mais in America, la quale per smaltirlo ha dovuto decidere se rischiare di rendere i cittadini alcolizzati, dato che dal mais si ricavava il whisky, o estimatori della bistecca?).
Di contro, ci sono alcune cose che mi hanno appesantito la lettura (non perché siano scritte male, anzi. È proprio il contenuto ad avermi fatto calare in certi momenti l’entusiasmo e la voglia). A partire dai primi capitoli, i quali forniscono spesso informazioni tecniche che ai profani dicono poco o nulla e anzi rallentano la lettura. Certo, capisco che si voglia sviscerare certi meccanismi e processi della vita e dell’alimentazione ma l’autore non sta comunicando con dottori e dietologi. Di conseguenza certe spiegazioni, ahimè, sono precluse ai più.

Nella prima parte del saggio Michael  Pollan parla del sistema alimentare mondiale, della corruzione delle multinazionali e della verità sul biologico. La seconda parte è un lungo racconto autobiografico romanzato.

Ma non è questo il suo più grosso problema. È che il giornalista, forte probabilmente del fatto che non aveva dall’editore limiti di pagine e di caratteri, in troppi punti del libro è diventato prolisso e dispersivo, perdendosi in commenti e riflessioni fini a se stessi che non davano un vero contributo al ‘dilemma dell’onnivoro’ ma solo una spropositata cronaca delle sue personali esperienze.
Per intenderci, mentre la prima parte del libro è una ricerca certosina su come si sia creato il sistema alimentare mondiale, le corruzioni in atto per avvalorare certe teorie e screditarne altre, la verità sul bio e sulla discutibile industria in esso nascente e sulle difficoltà del piccolo contadino/allevatore contro le multinazionali, la seconda è in pratica un lungo racconto romanzato della vita del protagonista a contatto con la natura e del suo ruolo di ‘procacciatore di cibo, animale e non’ (per chiarirci, ok che vuoi condividere l’emozione di andare a caccia per la prima volta, ma impiegarci venti pagine mi sembra eccessivo. Senza contare le ulteriori venti per spiegarci la cena che hai realizzato per i tuoi amici). Se alcune scene, quali l’autore che descrive minuziosamente come scuoia vivo un animale, possono avere una ragione d’essere, ovvero sensibilizzare il lettore sul fatto che il suo pranzo è stato un animale che provava emozioni e dolore, altre invece sono un mero racconto autobiografico.
Quindi è un libro da scartare?
Personalmente non sono pentito della lettura. Tanti capitoli hanno arricchito il mio bagaglio culturale, e di questo gliene sono grato. Ciò non toglie che, lo ammetto, i capitoli su cosa e come cucinava li ho letti saltando paragrafi senza vergogna né pentimento.
Un libro, in definitiva, che ha sicuramente tanto da insegnare, ma a cui sarebbe stato meglio darci una notevole sfoltitura (almeno un centinaio di pagine sarebbero potute essere eliminate).
Ergo, vi consiglio di acquistarlo ma saltando bellamente le parti che ritenete superflue per apprezzare meglio quelle che invece meritano di essere fatte proprie.

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Il dilemma dell’onnivoro

Che cosa mangiamo, e perché? 
Sono domande che ci poniamo ogni giorno, convinti che per rispondere basti sfogliare la rubrica di un giornale, o ascoltare per qualche minuto l'ultimo imbonitore nutrizionista ospitato in tv. 
Ma se quelle domande le si guarda un po' più da vicino, come fa Michael Pollan in questo suo documentato saggio, forse il primo sull'argomento a non prendere alcun partito, se non quello dell'ironia e del buon senso, le risposte appaiono meno scontate. 
Che legga insieme a noi le strepitose biografie del defunto pollo "biologico" riportate sulla confezione di petti del medesimo, o attraversi le lande grigie e fangose del Midwest, dove milioni di bovini nutriti a mais e antibiotici vivono la loro breve esistenza fra immensi stagni di liquame, Pollan arriva immancabilmente a conclusioni di volta in volta raccapriccianti o paradossali.



di Michael Pollan | gli Adelphi | Saggio
ISBN 9788845927829 | cartaceo 11,90€ | ebook 7,99€ Acquista

Andrea-Pistoia

Andrea Pistoia
Nasco in una solare giornata di luglio a Vigevano. A dodici anni scoppia l’amore per la letteratura. Affronto la scuola come un condannato a morte. In compenso la mia cultura extra-scolastica cresce esponenzialmente. Dopo due anni vissuti a Londra, torno in Italia come blogger, giornalista, recensore di fumetti e sceneggiatore di un fumetto online per una nota casa editrice. Chitarrista dei ‘Panama Road’, direttore editoriale di una fanzine online.
Ancora e mai più (nelle mutande),



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