Gli scrittori della porta accanto

Babbo Natale non trema: i regali per i bambini delle zone terremotate, di Elena Genero Santoro

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Babbo Natale non trema: l'iniziativa di tre ragazzi liguri per donare un regalo ai bambini che vivono nelle aree colpite dal terremoto. Per non rinunciare allo spirito e alla magia del Natale, nemmeno tra le macerie.

Vi è mai capitato di dover fare un regalo a qualcuno di cui si conosce solo il sesso e l’età? Non vi è venuto un po’ di panico? Non vi siete detti con terrore: “E se poi non gli/le piace?”
Accade anche l’inverso: essere sicuri di fare un regalo gradito che invece lascia del tutto indifferenti.
C’era una volta tanti anni fa un mio spasimante, che mi regalò un libro convinto che quello fosse esattamente il mio genere di lettura, per il tipo che ero io e che lui presumeva di conoscere. Beh, nulla di più lontano dai miei gusti, è stato uno dei pochi libri che ho lasciato dopo due pagine. E lo spasimante nel frattempo ha smesso di spasimare, ma la storia non è mai decollata.
Invece qui siamo consapevoli di regalare qualcosa a qualcuno senza avere la più pallida idea di cosa stiamo facendo. E forse, alla fine, non cambia molto.
Ma partiamo dall’inizio.
Loro sono tre ragazzi: un programmatore, una ricercatrice e un gestore di un bar. Non vogliono fare comparire i loro nomi perché non si sentono loro i protagonisti. In effetti non lo sono. Eppure hanno dato vita a un’iniziativa che ho trovato bellissima e la stanno portando avanti attraverso una pagina di Facebook che si chiama “Babbo Natale non trema”.


L’obiettivo, si intuisce dal nome, è far avere dei regali di Natale ai bambini che vivono nelle zone colpite dal terremoto, rimarcando che lo spirito del Natale non deve fermarsi di fronte a nulla e che Babbo Natale arriverà lo stesso, anche se la casa (con o senza camino) non è più disponibile per accoglierlo, perché crollata o irrimediabilmente danneggiata.

A livello logistico la cosa funziona così: i nostri tre ragazzi, che mi piace chiamare eroi, o angeli, se preferite, hanno delle liste di bambini. 

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Se una persona interessata vuole contribuire, li contatta sulla pagina di Facebook e loro forniranno il nominativo di un bambino con età e indirizzo. A questo punto, chi vuole partecipare, può mandare un giocattolo direttamente al bambino (non ci sono intermediari, i tre volontari non gestiscono materiale e non distribuiscono nulla). Poi una volta che vengono avvisati che al bambino è stato inviato un pacco, i tre volontari lo depennano dalla lista.
È un’idea pratica, veloce e geniale nella sua semplicità, che, come dicevo prima, e per la realizzazione non necessita di intermediari. Quindi chi dona sa esattamente a chi sta mandando l’oggetto in questione. Nessuno, salvo il corriere, ci metterà sopra le mani, o deciderà di indirizzarlo a qualcun altro. È possibile inviare con una spedizione postale qualcosa di acquistato in un negozio o indirizzare direttamente al beneficiario l’oggetto acquistato online.
Ho scoperto questa iniziativa grazie a una mia collega. Da un po’ di anni in ufficio abbiamo bandito i regali di Natale e ogni anno a dicembre facciamo una donazione a qualcuno che ne abbia bisogno, a nome di tutti.
Così, lunedì scorso ci siamo ritrovati tutti intorno a un computer, davanti a un sito di e-commerce, a discutere se per un bimbo di quattro anni (quello che ci avevano assegnato) andasse meglio uno scavatore o una macchinina telecomandata. Noi mamme di maschietti eravamo le più agguerrite, perché facevamo il paragone con i nostri figli. Figli che peraltro sono tutti diversi tra loro.

Ciò che veramente conta per quei bambini, è che ci sarà un pacco da scartare, una sorpresa.

E quindi, torniamo al discorso con cui ho esordito: come fare un regalo a qualcuno che non si conosce? Quanto ci si fa influenzare dal pregiudizio? Perché poi, riflettendoci, se ci avessero assegnato una bambina, ci saremmo dirottati sulle bambole, che mediamente piacciono a tutte. Eppure io stessa ho una figlia che predilige i draghi, i dinosauri e le bestie feroci.
Alla fine, dopo un’animata conversazione su cosa scegliere ci siamo guardati tutti e ci siamo detti: “Ma perché discutiamo su cosa gli può piacere? Tanto non lo conosciamo neanche!”
E ci siamo orientati su una macchina della polizia prodotta da un’azienda che sappiamo (per esperienza materna) che produce cose robuste, adatte all’età. Da qui in poi possiamo solo sperare di averci azzeccato.
Sicuramente, ed è ciò che veramente conta, per quel bambino, e per tanti altri, ci sarà un pacco da scartare e una sorpresa, che forse è l’aspetto più importante e magico, tutta per lui.
L’iniziativa durerà fino all’Epifania quindi invito tutti a partecipare numerosi. Perché è vero che i beni primari non sono i giocattoli, è vero che le urgenze umanitarie non si risolvono regalando una macchinina, ma è anche vero che non si può pretendere che un bambino accetti tutto il disagio che gli sta intorno e che rinunci anche allo spirito e alla magia del Natale.
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Elena Genero Santoro
Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag
L’occasione di una vita, Lettere Animate
Immagina di aver sognato, PubGold
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni
Gli Angeli del Bar di Fronte, 0111 Edizioni.
Il tesoro dentro, 0111 Edizioni


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