Al MAN di Nuoro, fino al 5 febbraio, una mostra sull'Espressionismo tedesco: “Soggettivo-Primordiale”, le collezioni dell’Osthaus Museum di Hagen.
L’Arte è espressione pura. Esprimere un sentimento, le emozioni, il disagio esistenziale, la propria condizione psicologica, la vita stessa attraverso i dipinti: colore e disegno, la forza delle pennellate e dei tratti. Colori decisi e spesso irreali che riportano la mente ad un piano diverso da quello della realtà, lontano dalla società contemporanea.
L’Espressionismo è un fenomeno artistico europeo che si sviluppa in Francia con il gruppo dei “Fauves” (belve) da cui il termine “Fauvismo”, e in Germania con il movimento “Die Brucke” (il ponte), entrambi nati nel 1905.
Il Fauvismo sfocerà nel Cubismo (1908) e il “Die Brucke” porterà al movimento denominato “Der blaue reiter” (Il cavaliere azzurro) nato a Monaco (1911).
L’origine comune è il voler superare l’Impressionismo, con la sua esperienza limitata ai sensi, fondata sul movimento dall’esterno verso l’interno, sulla realtà (oggetto) che si fissa nella coscienza (soggetto). L’espressione è, al contrario, un processo dall’interno verso l’esterno e l’artista imprime di sé l’oggetto. È la “visione” della realtà di Cezanne da una parte e di Van Gogh dall’altra. Non semplice verismo, ma un percorso di ricerca del valore dell’esperienza visiva come fondamento della coscienza.
La coscienza è per Bergson la vita stessa, una continua comunicazione tra oggetto e soggetto, tra natura e uomo; per Nietzsche la coscienza è l’esistenza nella sua lotta continua agli schemi e alla negatività dell’immobilismo del passato, della storia.
Nell’espressionismo francese, seppur non rappresentando un gruppo omogeneo e con un programma chiaramente definito, spiccano artisti come Matisse, Braque, Dufy, Marquet e Derain. La loro particolarità è il colore steso in tonalità pure.
Il “Die brucke” è un gruppo più compatto, una vera comunità di artisti con un programma scritto: Kirchner, Heckel, Nolde, Schimdt-Rottfluff, Pechstein, Mueller. Al realismo che imita, essi contrappongono un realismo che crea la realtà. L’immagine si imprime nella materia, ed è così che avviene la comunicazione tra artista e osservatore, alla pari. La visione data dai sensi colpisce la sensibilità interiore e interagisce con essa, pertanto la pittura che ne scaturisce va oltre la realtà percepibile dagli occhi. La violenza cromatica e le immagini pervase da una forte carica drammatica, assente nel gruppo francese, caratterizzano le opere di questi artisti. I colori sono forti e, spesso, cupi, rappresentano quel sentimento interiore di disagio e rottura con la società contemporanea vissuta in modo negativo. In questo aspetto è evidente la distanza dall’Impressionismo in cui i colori erano gradevoli e pieni di luce, riflettevano una generale voglia di vivere, una gioia, l’adesione dei sentimenti alla bellezza della natura. Nell’Espressionismo il colore denota un’interiorità, risulta profondo e antinaturalistico.
Le sue pennellate sono come le note di una melodia: ciascuna esprime una parte dell’insieme finale. La realtà appare deformata accentuando i valori emozionali ed espressivi dell’opera. Arriverà infatti all’Astrattismo.
Nel gruppo spiccano anche Franz Marc e Alexej Von Jawlensky, Paul Klee, August Macke, Marianne Von Werefkin, Arnold Schonberg, Albert Bloch, Alfred Kubin, Heinrich Campendonk, Gabriele Munter, Anton Webern.
Il nome del gruppo fu ispirato dalla passione di Kandinskij per il colore blu che rappresenta la spiritualità. Nel 1903, ancora influenzato dall’Impressionismo, l’artista aveva dipinto il quadro omonimo “Der blaue reiter” ispirato dalle fiabe russe in cui i cavalieri combattono per sconfiggere il male nel mondo, simbolo della lotta tra Bene e Male, dell’eterna battaglia dello spirito contro il materialismo contemporaneo.
L’Espressionismo è un fenomeno artistico europeo che si sviluppa in Francia con il gruppo dei “Fauves” (belve) da cui il termine “Fauvismo”, e in Germania con il movimento “Die Brucke” (il ponte), entrambi nati nel 1905.
Il Fauvismo sfocerà nel Cubismo (1908) e il “Die Brucke” porterà al movimento denominato “Der blaue reiter” (Il cavaliere azzurro) nato a Monaco (1911).
L’origine comune è il voler superare l’Impressionismo, con la sua esperienza limitata ai sensi, fondata sul movimento dall’esterno verso l’interno, sulla realtà (oggetto) che si fissa nella coscienza (soggetto). L’espressione è, al contrario, un processo dall’interno verso l’esterno e l’artista imprime di sé l’oggetto. È la “visione” della realtà di Cezanne da una parte e di Van Gogh dall’altra. Non semplice verismo, ma un percorso di ricerca del valore dell’esperienza visiva come fondamento della coscienza.
Al concetto di coscienza intesa come qualità umana, i due movimenti espressionisti, quello francese e quello tedesco, devono l’influenza di due filosofi dell’epoca, Bergson e Nietzsche.
La coscienza è per Bergson la vita stessa, una continua comunicazione tra oggetto e soggetto, tra natura e uomo; per Nietzsche la coscienza è l’esistenza nella sua lotta continua agli schemi e alla negatività dell’immobilismo del passato, della storia.Nell’espressionismo francese, seppur non rappresentando un gruppo omogeneo e con un programma chiaramente definito, spiccano artisti come Matisse, Braque, Dufy, Marquet e Derain. La loro particolarità è il colore steso in tonalità pure.
Il “Die brucke” è un gruppo più compatto, una vera comunità di artisti con un programma scritto: Kirchner, Heckel, Nolde, Schimdt-Rottfluff, Pechstein, Mueller. Al realismo che imita, essi contrappongono un realismo che crea la realtà. L’immagine si imprime nella materia, ed è così che avviene la comunicazione tra artista e osservatore, alla pari. La visione data dai sensi colpisce la sensibilità interiore e interagisce con essa, pertanto la pittura che ne scaturisce va oltre la realtà percepibile dagli occhi. La violenza cromatica e le immagini pervase da una forte carica drammatica, assente nel gruppo francese, caratterizzano le opere di questi artisti. I colori sono forti e, spesso, cupi, rappresentano quel sentimento interiore di disagio e rottura con la società contemporanea vissuta in modo negativo. In questo aspetto è evidente la distanza dall’Impressionismo in cui i colori erano gradevoli e pieni di luce, riflettevano una generale voglia di vivere, una gioia, l’adesione dei sentimenti alla bellezza della natura. Nell’Espressionismo il colore denota un’interiorità, risulta profondo e antinaturalistico.
Il gruppo “Der blaue reiter”, nato a Monaco nel 1911, è capeggiato dal russo Vassiliy Kandinskiy, affascinato dalla spiritualità umana e dall’infinità degli stati d’animo.
Le sue pennellate sono come le note di una melodia: ciascuna esprime una parte dell’insieme finale. La realtà appare deformata accentuando i valori emozionali ed espressivi dell’opera. Arriverà infatti all’Astrattismo.Nel gruppo spiccano anche Franz Marc e Alexej Von Jawlensky, Paul Klee, August Macke, Marianne Von Werefkin, Arnold Schonberg, Albert Bloch, Alfred Kubin, Heinrich Campendonk, Gabriele Munter, Anton Webern.
Il nome del gruppo fu ispirato dalla passione di Kandinskij per il colore blu che rappresenta la spiritualità. Nel 1903, ancora influenzato dall’Impressionismo, l’artista aveva dipinto il quadro omonimo “Der blaue reiter” ispirato dalle fiabe russe in cui i cavalieri combattono per sconfiggere il male nel mondo, simbolo della lotta tra Bene e Male, dell’eterna battaglia dello spirito contro il materialismo contemporaneo.
Soggettivo-Primordiale: la mostra degli espressionisti tedeschi a Nuoro.
La mostra degli espressionisti tedeschi al Museo MAN di Nuoro è stata curata da Tayfun Belgin e Lorenzo Giusti, rispettivamente direttori dell’Osthaus Museum di Hagen e del MAN, e contiene una selezione di opere che pongono l’accento su due aspetti fondamentali del movimento artistico: la ricerca di una nuova forma di espressione di tipo soggettivo e di valori primordiali.Alcuni artisti si concentrarono sull’espressività dei corpi umani, altri sul paesaggio, altri sul tema religioso ricercando una rinnovata e profonda spiritualità, altri ancora sugli animali e infine su orientaleggianti figure iconiche.
Visitare questa mostra è un’occasione unica in Italia per conoscere ed apprezzare uno dei movimenti delle avanguardie pittoriche del XX secolo, un’opportunità da non perdere. Ancora una volta la sensibilità nuorese per la cultura regala una grande mostra agli amanti dell’Arte Contemporanea e pone un altro tassello nel percorso simbolico di una società barbaricina proiettata “oltre le montagne” ma con radici ben salde nel territorio.
Visitare questa mostra è un’occasione unica in Italia per conoscere ed apprezzare uno dei movimenti delle avanguardie pittoriche del XX secolo, un’opportunità da non perdere. Ancora una volta la sensibilità nuorese per la cultura regala una grande mostra agli amanti dell’Arte Contemporanea e pone un altro tassello nel percorso simbolico di una società barbaricina proiettata “oltre le montagne” ma con radici ben salde nel territorio.
Gli artisti che espongono alla mostra.
Vassiliy Kandinsky, Franz Marc, Emil Nolde, Max Pechstein, Christian Rohlfs, Karl Schmidt-Rottluff, Max Beckmann, Walther Botticher, Lyonel Feininger, Conrad Felixmuller, Erich Heckel, Alexej Von Jawlensky, Max Liebermenn, Ernst Ludwig Kirhner, August Macke, Ludwing Meider, Otto Mueller, Gabriele Munter.
Coordinate dell'evento al MAN di Nuoro.
- Quando?
Dal 21 ottobre 2016 al 5 febbraio 2017 - Dove?
Al Museo MAN – via S. Satta n.27 – Nuoro - Orario di apertura al pubblico.
Il MAN è aperto tutti giorni della settimana (feste comprese) tranne il lunedì.
- Orario invernale: 10:00/13:00 - 15:00/19:00
- Orario estivo continuato: 10:00/20:00
- Quanto costa l'ingresso?
- Intero 5€ (over 25)
- Ridotto 3€ (dai 18 ai 25 anni)
- Under 18 e prima domenica del mese gratuito (MAN e Museo Ciusa)
Tamara Marcelli Artista poliedrica, eccentrica, amante dell'arte in tutte le sue forme. Una sognatrice folle. Ha studiato Lettere e Tecniche dello Spettacolo, canto e recitazione per oltre dieci anni e ha lavorato come attrice in alcuni importanti Teatri del Lazio. Scrive poesie, romanzi, testi teatrali, articoli e saggi. Il blu che non è un colore, Montag. Il sogno dell'isola, Montag. |
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