Cosa accade se si cercano su Google le parole "tradimento e relazioni"? Dal manuale della perfetta fedifraga all'arte del rimorchio, risate e riflessioni di una single per scelta.
Ho 23 anni e non ho mai visto tante frustrazioni amorose come oggi.
Oggi ho cercato su Google le parole “tradimento e relazioni”. C’è stato da poco lo scandalo dei gruppi Facebook in cui ci si scambia foto di amiche per masturbarsi e insultarle crudelmente; oltre a questo, c’è stato il caso della donna accoltellata a Milano e, per concludere con la ciliegina indigesta sulla torta avvelenata, gli studi che ho iniziato di recente mi hanno spinta a rivalutare completamente il significato delle relazioni interpersonali.
Quindi oggi sono andata su Google, perché ne so già troppo di violenza e volevo farmi un’idea di che cosa accade nel mondo dei tradimenti o di quante videochat sponsorizzate escano fuori dal motore di ricerca. Volevo un cambio di argomento e qualcosa di meno cupo, ma senza uscire dall’ambito delle relazioni.
Che cosa ho trovato e un paio di risate.
Viste le mie parole chiave e la cronologia delle mie ricerche, sono usciti fuori per lo più articoli da riviste di psicologia o femminili. Ho letto almeno una decina di post, aspettandomi di imparare qualcosa o di leggere una riflessione interessante, ma non è successo.La maggior parte delle riviste accennava in modo quasi anacronistico a come tenersi buona un’amante in otto mosse o ai motivi per cui un tradimento può salvare il matrimonio. Forse c’è qualcosa di vero in quanto scritto nei post, ma l’idea stessa di una “coppia stabile” che venga travolta da un tradimento o di un uomo “normale” che fa regali a un’amante, mi ha fatto sorridere.
Coppia stabile: è un po’ come il famoso pony da chiedere a Babbo Natale con regolarità una volta l’anno fino ai dieci anni, ma dopo si smette di crederci.
Regali: un miraggio che ha del fiabesco e che al massimo si traduce con un caffè offerto.
Regali: un miraggio che ha del fiabesco e che al massimo si traduce con un caffè offerto.
Uno dei punti salienti di ciascun post era la possibilità di riportare la relazione a una situazione di stabilità, dopo l’esperienza del tradimento. Quasi tutte le conclusioni citavano l’opzione della terapia di coppia e schedavano i vari atteggiamenti che i due partner assumono all’interno della coppia prima e dopo il tradimento.
A quel punto, ho trovato un manuale di istruzioni per diventare una perfetta fedifraga. Sì, esiste anche questo. Ne sono rimasta colpita, ma non necessariamente sorpresa: in un mondo liquido, fatto di amori liquidi, perché non si dovrebbe incoraggiare il tradimento e farlo passare come qualcosa di accettabilissimo? Bauman si sta rivoltando nella tomba.
Poi ho trovato il post di uno psicologo milanese che scavava schematicamente, ma sensatamente a fondo, nella questione. Si tradisce per una moltitudine di motivi, incluso il bisogno di riaffermare la propria desiderabilità, di proteggersi dal dipendere emotivamente da qualcuno e di combattere l’ansia depressiva. Non sono nozioni che mi suonano nuove, ma mi hanno colpita ugualmente perché erano in così netto contrasto con il tono dei post letti altrove.
L’arte del rimorchio e un gran mal di pancia.
Qualche tempo fa un ragazzo milanese che conosco mi ha chiesto per quale motivo tutti i suoi amici siano single e non rimorchino; lo ha fatto vantandosi del fatto che lui, al contrario, rimorchia eccome, e che non si fa problemi a chiedere il numero di WhatsApp alla prima “carina” trovata in un locale.
Ho cercato di spiegargli che non dovrebbe vantarsi di quello che fa e che rimorchiare non è segno di “superiorità”, ma la verità è che il suo associare in modo così spontaneo il suo atteggiamento al concetto di “normalità” e quello altrui all’idea di “sbagliato” mi ha fatto riflettere. Rimorchiare è più salutare di non farlo?
Rimorchiare è bello. Se si trova una persona con cui c’è sintonia. Infatti, rimorchiare implica scambiare almeno qualche parola con l’oggetto del proprio desiderio, ovvero flirtare. Ma i flirt ben riusciti sono quelli basati su un feeling tra le persone, che si rafforza chiacchierando e attirandosi a vicenda. Questo vuol dire che potrebbero potenzialmente esserci le basi per qualcosa di più di un semplice ottenere il numero della ragazza per vantarsi con gli amici, i quali, tra l’altro, non sembrano far troppo caso a chi rimorchia chi e a chi è felicemente single.
Ma allora, chi ha l’atteggiamento più sensato: il ragazzo che rimorchia senza sapere troppo dove stia andando e che cosa stia facendo, o l’amico single che resta in disparte aspettando di incontrare qualcuno con cui avrà una relazione e godendosi la singletudine? Cosa è più salutare?
Ho cercato di spiegargli che non dovrebbe vantarsi di quello che fa e che rimorchiare non è segno di “superiorità”, ma la verità è che il suo associare in modo così spontaneo il suo atteggiamento al concetto di “normalità” e quello altrui all’idea di “sbagliato” mi ha fatto riflettere. Rimorchiare è più salutare di non farlo?
Rimorchiare è bello. Se si trova una persona con cui c’è sintonia. Infatti, rimorchiare implica scambiare almeno qualche parola con l’oggetto del proprio desiderio, ovvero flirtare. Ma i flirt ben riusciti sono quelli basati su un feeling tra le persone, che si rafforza chiacchierando e attirandosi a vicenda. Questo vuol dire che potrebbero potenzialmente esserci le basi per qualcosa di più di un semplice ottenere il numero della ragazza per vantarsi con gli amici, i quali, tra l’altro, non sembrano far troppo caso a chi rimorchia chi e a chi è felicemente single.
Ma allora, chi ha l’atteggiamento più sensato: il ragazzo che rimorchia senza sapere troppo dove stia andando e che cosa stia facendo, o l’amico single che resta in disparte aspettando di incontrare qualcuno con cui avrà una relazione e godendosi la singletudine? Cosa è più salutare?
Probabilmente è un mio vizio personale, ma vedo tante contraddizioni nell’atteggiamento che, secondo il mio conoscente, è “normale”. E non mi sono mai sentita a mio agio con le contraddizioni.
L’uomo perfetto e la cioccolata.
Da bambina, pensavo che l’uomo buono, solido e affettuoso sarebbe arrivato: mi aspettavo di trovarmelo sulla porta di casa, prima o poi, e biasimavo gli uomini che non erano in grado di essere “buoni”.
Oggi, a distanza di qualche anno, penso che le persone che non riescono a vivere serenamente i rapporti di coppia o il sesso, che magari diventano anche violenti, siano da compatire: non sono mostri e neppure bestie fuori dal comune, ma solo individui che, per un quantitativo di motivi, hanno imboccato una strada “sbagliata”.
Oggi, a distanza di qualche anno, penso che le persone che non riescono a vivere serenamente i rapporti di coppia o il sesso, che magari diventano anche violenti, siano da compatire: non sono mostri e neppure bestie fuori dal comune, ma solo individui che, per un quantitativo di motivi, hanno imboccato una strada “sbagliata”.
Tra la cronaca, lo studio e i casi dei social network, la mia idea di relazione ultimamente è notevolmente cambiata, fino a portarmi a credere che, tutto sommato, se essere single non è l’ideale, è di sicuro molto meglio che sforzarsi di convivere accanto a qualcuno frustrato che non vuole essere salvato o imbarcarsi in “rimorchi” che hanno chiaramente delle crisi d’identità.
La cioccolata, poi, è sempre a disposizione di tutti nei momenti del bisogno.
Un 2017 da single?
Conosco moltissimi single. E nessuno ha intenzione di perdere il proprio equilibrio, né la propria pazienza con una relazione contro cui remano tutti, inclusi i manuali trovati su Google per tradire senza rischi. Non vogliono neppure perdere tempo con un “rimorchio” occasionale portato avanti sulla base di non si sa bene quale spinta. E non li reputo persone strane, anzi. Li reputo persone che, nonostante tutto quello che ci viene quotidianamente inculcato, sanno ancora che cosa vogliono.
Giulia Mastrantoni Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare. Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo. Misteri di una notte d’estate, ed. Montag. One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished. Veronica è mia, Pensi Edizioni. |
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