Libri Recensione di Claudia Gerini. Con la mia valigia gialla di Stefania Bergo (PubMe – Collana Gli scrittori della porta accanto). Un viaggio in Africa che cambia la vita.
Ho letto Con la mia valigia gialla di Stefania Bergo, edito da 0111 edizioni, un po' di tempo fa.
Consigliatomi da mia sorella, il titolo mi aveva da subito incuriosito. Ho finito di rileggerlo per la seconda volta proprio stamattina.
Se a una prima lettura il libro mi era molto piaciuto, questa volta mi ha decisamente emozionato, strappandomi anche, pagina dopo pagina, qualche lacrimuccia.
Nella vita semplice di tutti i giorni, a Matiri, non mancano i momenti di sconforto per una vita non salvata o un intervento andato male. Ma non mancano nemmeno la gioia e la soddisfazione di salvare magari anche una sola persona o di vedere sorridere un bambino.
Mi sono ritrovata all'ombra del grande albero di tamarindo, a cercare di immaginare gli odori e i suoni che la protagonista sente. Ho sofferto con lei per il distacco quando, dopo tre settimane, giunge il termine di questa esperienza ed è l'ora di tornare a casa.
Lo consiglio a tutti quelli che, come me, sentono di poter fare di più. A chi ama l'Africa e i suoi colori. A chi ama i bambini e si innamora ogni volta dei loro sorrisi. A chi adora emozionarsi e perché no, versare qualche lacrima mentre legge un libro.
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Memoir di viaggio | Narrativa non fiction
ISBN 978-8833667829
Cartaceo 12,00€
Ebook 1,09€
Consigliatomi da mia sorella, il titolo mi aveva da subito incuriosito. Ho finito di rileggerlo per la seconda volta proprio stamattina.
Se a una prima lettura il libro mi era molto piaciuto, questa volta mi ha decisamente emozionato, strappandomi anche, pagina dopo pagina, qualche lacrimuccia.
Nel libro si racconta la storia, autobiografica, di Stefania che lascia tutte le certezze dell'Italia come il posto fisso, gli affetti, gli amici, per vivere un'esperienza unica: tre settimane di volontariato in Africa.
Nelle prime pagine del libro emerge l'insicurezza che accompagna la protagonista nei primi giorni di questa avventura. Il viaggio da sola verso il Kenya, l'arrivo a Nairobi, città caotica e sconosciuta, sicuramente piena di insidie per una ragazza occidentale che viaggia tutta sola. Più andavo avanti con la lettura e più che mi immedesimavo nella protagonista. Mi sono ritrovata catapultata a Matiri, un piccolo villaggio immerso nel bush africano, con i suoi colori, i suoi odori, la sua natura selvaggia. Stefania si ritrova in questo piccolo centro che ospita la Casa del Tamarindo, dove risiedono i volontari, e l'ospedale St. Orsola, dove un gruppo di uomini e donne fa di tutto per rendersi utile in quella terra che a volte sembra dimenticata da Dio. Una terra che si impara a conoscere e ad amare proprio attraverso il linguaggio semplice e diretto con cui è scritto questo libro.Nella vita semplice di tutti i giorni, a Matiri, non mancano i momenti di sconforto per una vita non salvata o un intervento andato male. Ma non mancano nemmeno la gioia e la soddisfazione di salvare magari anche una sola persona o di vedere sorridere un bambino.
È un libro che dà speranza. Un diario di viaggio ben scritto, che racconta dei sorrisi di bambini che hanno niente, eppure sono felici.
Sì, perché l'emozione più grande l'ho provata leggendo le storie raccontate da Stefania Bergo riguardo i più piccoli. Bambini ricoverati per i più svariati motivi, riescono a trovare il modo di sorridere anche nello sconforto più assoluto. Bisognosi di coccole e abbracci, sanno ripagarti solo con un sorriso. E questo per Stefania, e di conseguenza anche per il lettore, diventa il dono più grande che essi possono fare.Mi sono ritrovata all'ombra del grande albero di tamarindo, a cercare di immaginare gli odori e i suoni che la protagonista sente. Ho sofferto con lei per il distacco quando, dopo tre settimane, giunge il termine di questa esperienza ed è l'ora di tornare a casa.
Con la mia valigia gialla è un libro che dà speranza, la speranza che le cose possano essere diverse, se lo vogliamo.
La certezza che, se nel nostro piccolo proviamo ognuno a mettere il nostro mattoncino personale, alla fine si possano costruire cose immense.Lo consiglio a tutti quelli che, come me, sentono di poter fare di più. A chi ama l'Africa e i suoi colori. A chi ama i bambini e si innamora ogni volta dei loro sorrisi. A chi adora emozionarsi e perché no, versare qualche lacrima mentre legge un libro.
Con la mia valigia gialla
di Stefania BergoPubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Memoir di viaggio | Narrativa non fiction
ISBN 978-8833667829
Cartaceo 12,00€
Ebook 1,09€
Sinossi
È un diario di viaggio autobiografico.
Stanca della superficialità di una vita nemmeno troppo tranquilla, Stefania decide di partire. Da sola. Casualmente, trova in internet i contatti di un'associazione che gestisce il St. Orsola, un ospedale in un'area rurale del Kenya, Matiri. E parte con una valigia gialla, poche aspettative, tanta curiosità e voglia di cambiare, non certo il mondo, ma almeno la sua piccola insignificante esistenza.
Con la mia valigia gialla è il racconto dei piccoli eventi quotidiani (solo apparentemente banali) accaduti in quelle tre settimane, conditi con una manciata di riflessioni dell'autrice sulle diverse abitudini e sulla cultura locali, scanditi dai messaggi che inviava regolarmente via mobile a un caro amico con cui ha voluto condividere, in tempo reale, la sua esperienza.
Contrariamente a quanto si pensi, però, non è un libro sul volontariato. Il volontariato è solo un dettaglio. L'intenzione dell'autore era di raccontare il viaggio, una piccolissima parte d'Africa, quella che lei ha conosciuto, diversa dalla miriade di altre facce di una terra magica, unica. Ne racconta le usanze locali, i profumi, i colori, i suoni, il quotidiano. Le emozioni. E ne ha dato una sua personale chiave di lettura, intervallando ai dipinti della natura le sensazioni restituite, i pensieri suggeriti, le domande che si è posta e che pone a chi vorrà leggere le pagine del suo libro e soffermarsi, come lei, a cercare una risposta. Anche se spesso risposte non ce ne sono. Ecco perché questo libro non vuole insegnare nulla. È un semplice mezzo messo a disposizione dall'autrice per far compiere al lettore lo stesso viaggio (anche se non sarà mai lo stesso) senza prendere un aereo, semplicemente con l'immedesimazione.
Claudia Gerini |
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