Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "Il fiume" di Marco Lodoli, recensione di Beatrice Rurini

Il fiume, di Marco Lodoli, Eunaudi, 2016. Un romanzo con la consistenza di un sogno, una notte che finirà soltanto all'alba, sul fiume, là dove ogni cosa ha avuto inizio.

Il romanzo si apre con padre e figlio che, dopo una partita a tennis, vanno a passeggiare lungo il Tevere. A un certo punto, il bimbo finisce in acqua, ma il padre non si muove per andarlo a salvare. Si tuffa una persona che fino alla fine rimane ignota, mentre il padre rimane bloccato sulla sponda a guardare i flutti.
Che cosa può desiderare un padre per il proprio figlio se non farlo contento?
Il bambino vuole trovare l'uomo che lo ha salvato e che si è dileguato senza farsi riconoscere. Ed è così che il padre vaga una notte intera, a discapito della sua salute mentale, attraverso una Roma a lui sconosciuta, in cerca del misterioso personaggio che ha fatto ciò che lui non è stato in grado di fare.
Ogni passaggio dell'uomo da un posto all'altro offre scenari strani e poco plausibili. Prima una villa che sembra abitata da persone folli, poi un appartamento che pare un ospedale per finire in un circo dove va in scena uno strano spettacolo.
Decisamente ben riuscita la caratterizzazione del padre, descritto in modo impeccabile, usando le parole come fossero dei pensieri che a volte sfuggono e volteggiano senza meta. Ne esce  il ritratto di un uomo inetto e poco incline alla redenzione personale che cerca un minimo di riscatto perchè combattuto dal rimorso per non avere saputo agire, una mancanza che poteva finire in tragedia
Le idee per la costruzione di questo breve romanzo potevano essere lo spunto per una grande opera ma, a mio parere, non sono state sfruttate in modo adeguato.
L'intero contesto del romanzo sembra abbia la consistenza di un sogno e questo ha scardinato tutte le costanti, rendendo la trama inconsistente e poco fluida.
Apprezzato comunque, ma meno rispetto ad altri dello stesso autore.


Il-fiume

Il fiume

Tutto ha inizio da una scena che è come un pugno: padre e figlio camminano sugli argini di un fiume, il bambino cade in acqua, il padre resta paralizzato a guardarlo sparire. È uno sconosciuto a buttarsi per salvarlo, poi si dilegua nel nulla. Quell'uomo va ritrovato, dice il bambino. Il padre vorrebbe solo dimenticare quanto è successo, ma è in gioco il senso di tutto... Occorre affrontare una notte che finirà soltanto all'alba, sul fiume, là dove ogni cosa ha avuto inizio. 
Damiano ha dieci anni e vede suo padre una volta alla settimana: una partita a tennis, una camminata lungo il Tevere. Ma un giorno si sporge per osservare le anatre e cade nel fiume, ed è uno sconosciuto - e non suo padre - a tuffarsi nell'acqua e riportarlo in superficie. Tu sei mio padre e hai avuto paura, ecco quello che Damiano non dice ma Alessandro sente. Morivo e tu guardavi come si guarda un tramonto, un film, un minuto che passa e scompare. Solo ritrovando quello sconosciuto potranno, forse, ritrovare un appiglio per il pensiero che annaspa nel vuoto. 
Comincia cosí un peregrinare trasognato nella notte, con il figlio che si addormenta sul sedile della macchina e il padre che attraversa la città da un punto all'altro, sulla scia degli indizi che gli vengono forniti da una galleria di personaggi stralunati: medici clandestini, diseredati, e un piccolo circo che porta in scena uno spettacolo immaginario per un bambino cieco. L'identità della persona che Alessandro sta cercando cambierà ogni volta, come spesso accade quando inseguiamo qualcosa o qualcuno. Perché non si può restare immobili e in disparte a osservare la vita mentre scorre via da noi. Perché la vita è tutta qui, tra la pena e l'amore.

 di Marco Lodoli | Einaudi | Narrativa
ISBN 978-8806229566 | ebook 7,99€ | cartaceo 12,33€

Beatrice-rurini

Beatrice Rurini
Del 1969, sono appassionata di lettura e musica sin da piccola. Ho conseguito la maturità magistrale (senza insegnare), studiato pianoforte e violoncello. Lavoro come restauratrice d'arte. Sono sposata con prole e, soffrendo d'insonnia, mi appoggio alla lettura per evitare di stare con le mani in mano.



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