Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "Un amore dell’altro mondo" di Tommaso Pincio, recensione di Paola Casadei

Un amore dell’altro mondo, di Tommaso Pincio, Einaudi, 2014. La tragedia di un ragazzo straordinariamente sensibile che si tolse la vita a soli ventisette anni, la sconvolgente vicenda di Homer Alienson, l'amico immaginario di Kurt Cobain.

Non si tratta di una vera ossessione, la mia. Ma spesso, quando sono su Internet, cerco "Tommaso Pincio". L’ho conosciuto a La Comédie du Livre di Montpellier nel maggio 2016, gli ho parlato, ho due suoi libri nella mia libreria e sono davvero affascinata dall’uomo e dall’artista.
Tommaso Pincio (lo chiamo così, ma è uno pseudonimo) ha studiato all’Accademia delle Belle Arti, ha fatto l’assistente a vari pittori italiani e americani. Ha lavorato per anni in una galleria. Lui stesso dice:
Ho respirato arte contemporanea da sempre. È per questo che i miei romanzi sono pieni di riferimenti più o meno espliciti alle arti visive in generale. 

Tommaso Pincio ha cominciato a lavorare come fumettista. Ora è uno scrittore affermato e pittore di ritratti.

Collabora con la rivista Rolling Stones, con Il Venerdì di Repubblica e le pagine culturali del Messaggero. Per un po’ ha abitato a New York. Quando ci sono stata, ho pensato spesso che stavo passeggiando nei luoghi dove molto probabilmente era stato anche lui. 
In un’intervista, alla persona che gli chiedeva come e quando si fosse avvicinato alla scrittura, risponde:
A poco a poco e tardivamente. Nei primissimi anni Novanta mi trasferii a New York con pochissimi soldi e la speranza di ritrovare me stesso e la voglia di dipingere che avevo perduto dopo essere uscito dall’Accademia. Trovai casa ad Alphabeth City, nel Lower East Side, che all’epoca non era un quartiere molto raccomandabile. Lavoravo per un pittore, Jonathan Lasker, ma stranamente invece di riprendere in mano i pennelli mi sono appassionato alla scrittura. Credo che il fatto di vivere in un paese dove parlavano una lingua straniera mi abbia spinto a prestare più attenzione alle parole. Lo ricordo come un periodo felice, il solo che rimpianga davvero, malgrado campassi a forza di hot dog e dormissi spesso con il cappotto perché l’impianto di riscaldamento si rompeva in continuazione. Quanto all’apprendistato, leggevo quello che passava il convento di laggiù osservando quel che capitava nelle strade, i barboni nelle loro case di cartone, gli spacciatori neri sono casa, i malati di AIDS che giravano con il volto bendato come mummie. Era una New York distante ere geologiche da quella attuale, una città in piena recessione economica e sotto tanti aspetti primitiva e selvatica.

Diverso tempo dopo aver letto Pulp Roma (Il Saggiatore, 2012), su cui campeggia una sua bellissima dedica, mi è capitato di vedere un documentario su Kurt Cobain.

dedica-autografo-tommaso-pincio
E di nuovo mi è venuto in mente Tommaso Pincio. Per Natale ho preso il libro Un amore dell’altro mondo
Siamo agli inizi degli anni Novanta. È un giorno piovoso come tanti altri ad Aberdeen, piccola cittadina dello stato di Washington, quando Homer Alienson (grande la scelta del nome!), chiamiamolo solo Boda, un tipo che vive vendendo per corrispondenza dei giocattoli collezionati nella sua infanzia, viene improvvisamente assalito dalla domanda pronunciata da una voce misteriosa: "E l'amore?". Homer ha sempre vissuto restando in disparte. Per lui sarebbe molto meglio continuare a trascorrere le giornate come al solito. Ma questa domanda...
Sono anni che Boda non dorme, ha scelto di non dormire per ragioni precise, e i suoi giorni sono interminabili. Una notte, mentre sta camminando sente qualcuno che urla: si tratta di un ragazzo che, sotto un ponte ad Aberdeen, nello stato di Washington, ‘sta allenando le sue corde vocali’: è Kurt
Tra i due scatta un senso di empatia, poi un’amicizia: si comprendono. Ed è proprio Kurt che dà qualcosa a Boda che gli renda decente la vita, che gli permetta di nuovo di dormire:
Semmai poteva avere incontrato un bambino dell’altro mondo, quello era Homer. Fece crocchiare le nocche. Quindi si alzò in piedi, infilò la mano in una tasca dei jeans scoloriti e ne tirò fuori una bustina di glassina dal contenuto che sembrava polvere. La fece oscillare nel buio della notte, appesa a pollice e indice. Il sistema.
Boda si fida di lui. E da quel momento la sua vita cambierà per sempre...
La quarta di copertina cita un commento di Tommaso Pincio:
Dicono che spesso la realtà risveglia l'immaginazione. Forse è cosí o forse no, vai a capire. Certo è che per piú di due anni mi sono immerso nella tragedia di un ragazzo straordinariamente sensibile che si tolse la vita a soli ventisette anni. Ho letto su di lui quanto piú ho potuto e ho ascoltato le sue canzoni tante di quelle volte da far diventare Kurt Cobain quel migliore amico che non ho mai avuto ma di cui avrei avuto tanto bisogno. Sono consapevole che la stessa, identica cosa la pensano centinaia di migliaia di altre persone. Non pretendo di essere originale. Ancora oggi, ogni qual volta penso troppo intensamente a lui, mi vengono le lacrime agli occhi e se lo stesso capita anche ad altri non è un problema, anzi. Vorrà dire che sanno di cosa parlo.

Kurt-Cobain

Un amore dell’altro mondo non è una biografia di Kurt Cobain, non è un libro su Kurt Cobain, ma sul fantasma di Kurt Cobain, l’amico immaginario di cui a volte si ha tanto bisogno.

È Boda il protagonista del libro, probabilmente una parte dell’autore stesso, che conosce il male di vivere di Kurt, che si sente in questo modo più vicino al suo personaggio anche fisicamente, oltre che emotivamente. 
È un libro che contiene storie pazzesche, e che rappresenta in modo splendido il senso di alienazione e di dipendenza di quegli anni.
È una storia geniale. Come il suo autore, che per me ha qualcosa di geniale. La sua scrittura scivola via, attrae, penetra. Racconta una storia surreale che ha profonde radici nella realtà. Il romanzo è crudo, ma anche delicato. Il personaggio Boda è fragile e insicuro, paranoico e dolce; con le sue manie, con la sua storia che lo porta a ritrovare il sonno dopo un’insonnia durata quasi 20 anni solo quando comincia ad assumere “il sistema”, l’eroina, e diventa un tossicodipendente, un rifiuto della società, con Kurt come unico amico. 
Si tratta di un racconto di una generazione, la generazione di figli dei fiori, di quelli nati, come me e come l’autore, negli Anni 60, e nel libro possiamo immedesimarci molto bene nella fragilità di quel ragazzo che si è tolto la vita a 27 anni, nel senso di disagio, della sua rabbia e dei suoi sogni infranti, della sua solitudine e della forse inevitabile dipendenza dall’eroina. 
È come se fosse un romanzo con una doppia anima: una è quella nota, quella gridata nelle canzoni, nei diari e nelle altre biografie come se ne trovano molte; l’altra è quella più personale, che viene dall’esperienza e probabilmente dal malessere provati da Tommmaso Pincio stesso.

    un-amore-dell-altro-mondo-tommaso-pincio

    Un amore dell'altro mondo

    Si può vivere per anni senza dormire mai, per paura di perdere il proprio corpo e la propria anima? 
    Si può vivere quando hai l'impressione di essere l'ombra di un altro, di esistere soltanto nell'immaginazione di un ragazzo destinato a diventare una rockstar, il mito maledetto di un'intera generazione? 
    Cosa succede se l'unico sistema per dormire è l'eroina? 
    Se la mancanza d'amore ti spinge a metterti in viaggio, lontano da casa, dalla cittadina sperduta tra i boschi dove hai sempre vissuto? 
    E cosa fai, quando negli spazi sterminati del deserto americano incontri il tuo amore di un altro mondo? 
    Quando credi di riconoscere in una spogliarellista la principessa di un pianeta proibito? 
    Ripercorrendo la sconvolgente vicenda di Homer Alienson, l'amico immaginario del leader dei Nirvana, ci tuffiamo come in un caleidoscopio nella fine di un'epoca, passata via con il suo carico di morte e speranze perdute.

    di Tommaso Pincio | Einaudi | Narrativa
    ISBN 978-8806220198 | cartaceo 12,75€

    Vorrei suggerirvi, oltre alla lettura di questo e degli altri libri di Tommaso Pincio, i link ai titoli e alle copertine dei suoi libri, ai suoi ritratti. Non ve ne pentirete!



    Paola Casadei
    In origine farmacista e direttore tecnico di laboratorio omeopatico, ha lasciato Forlì per trasferirsi prima a Roma, poi a Montpellier, quindi per dodici meravigliosi anni in Africa (otto in Sudafrica e quattro in Mozambico), dove ha insegnato musica e italiano. Ora risiede a Montpellier con la famiglia.
    L'elefante è già in valigia, Lettere Animate Editore.
    Malgré-nous. Contro la nostra volontà, traduzione, Ensemble Edizioni.
    Dal buio alla luce. Il bisso marino e Chiara Vigo, traduzione, Cartabianca Editore.


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